IL TEATRO PER AGGREGARE

OGNUNO DI NOI È GIOBBE

Giobbe: un personaggio biblico molto attuale. È con il titolo di “Giobbe il servo di Jahveh” che il 15 giugno sera è andato in scena uno spettacolo musicale nella chiesa di Sant’Antonio di Padova a Campobasso. Si tratta di una rappresentazione sacra suddivisa in dieci quadri, organizzata dal Centro Polivalente Giovanile della Comunicazione “Sopraitetti”, presieduto da don Michele Novelli. Sempre ricco di idee, don Michele ha adattato in forma teatrale un testo di Luigi Melesi, il quale si è ispirato al libro biblico Giobbe. Ha realizzato le diapositive che sono state proiettate su un grande schermo. Il prof. Roberto Sacchetti è stato il regista della manifestazione. Insegnante di lettere al liceo “Giuseppe Maria Galanti” del capoluogo molisano per oltre 20 anni, si è anche occupato di teatro, portando in scena 12 spettacoli, tra cui “Don Chisciotte”, che parla dei sogni, “Disamore”, sulle divisioni nelle famiglie, “Diamante”, sul falso mondo delle crociere, “Double”, sulla discriminazione tra diverse culture, “Dvd”, su una promozione turistica nella regione partendo dalle risorse culturali. Da alcuni anni prosegue la sua attività con la compagnia teatrale amatoriale “La bottega dell’attore”, alla quale ha attinto per la messa in scena di Giobbe. Questa bellissima avventura teatrale fa seguito a quella dal titolo “Ester”, manifestazione organizzata egregiamente da don Michele e portata in scena al teatro Savoia qualche anno fa, che ha riscosso molto successo e coinvolto tante persone. “Giobbe” è caratterizzato anzitutto dalla scelta del protagonista, personaggio della Bibbia molto noto e particolare. Egli infatti era un uomo ricchissimo, giusto e felice. Viveva la sua esistenza in maniera ligia, rispettando le regole e onorando Dio. Quando gli vengono a mancare i sette figli e le tre figlie, oltre a tutti i suoi averi, l’uomo si ribella chiedendosi il perché di quelle disgrazie! Comprenderà col tempo che soltanto con la fede si superano le avversità e così Dio lo ricompenserà di tutto ciò che aveva perso. Giobbe è paziente e coraggioso. È un cristiano infedele e un ateo credente. Don Michele spiega questi concetti, che apparentemente potrebbero essere in contraddizione, affermando che in un mondo disgregante e divisivo, come quello odierno, l’obiettivo sociale, culturale e politico (da polis), è in contro tendenza.

Bisogna aggregare le persone e le culture per mettere insieme e far lavorare forze diverse che abitano una città. Il messaggio che si è inteso lanciare con tale rappresentazione è quello di fede e di speranza, sentimenti tipici della Bibbia. In tal senso Giobbe è un personaggio dei nostri tempi e la Bibbia è un libro assolutamente attuale! Le persone sono insoddisfatte, vivono nell’insofferenza e hanno un disperato bisogno di conferme, di forza, di imparare a vedere il bello del mondo e non soltanto gli aspetti negativi. In questo senso lo spettacolo è stato davvero illuminante. I quadri rappresentati mostrano argomenti attuali e tristi che attanagliano il mondo: il male, rappresentato come opera perversa di Satana; il malato; il portatore di handicap; la donna violentata; il migrante; la famiglia divisa; la sofferenza dei bambini; il deportato; il giovane sofferente; le vittime di guerra.

Ognuno di questi personaggi è Giobbe, che si interroga sul perché del suo triste destino e, soffrendo, chiede risposte. Soltanto alla fine egli comprenderà che bisogna porsi in un’ottica diversa di fronte al dolore. Esso deve essere visto come una prospettiva per incontrare Dio e non come la negazione della vita. Organizzare questa bellissima rappresentazione non è stato affatto facile. Anzitutto è stato necessario reclutare i figuranti, un’impresa davvero ardua per don Michele perché non tutti gli interpellati si sono resi disponibili. Coloro che alla fine hanno accettato, lo hanno fatto con entusiasmo e passione. Gli oltre 100 figuranti tra ballerine, musicisti, cantanti, attori, tecnici, sarte, erano di età compresa tra i 6 e i 70 anni. Si sono esibiti con molto fervore e slancio, pur rimanendo nella semplicità di persone che svolgevano quel ruolo in modo amatoriale. Un ringraziamento va sicuramente a fra Gianni, che ha messo a disposizione la parrocchia, nonché a tutti i suoi collaboratori che si sono esibiti come cantori in alcune scene. I musicisti hanno emozionato nell’esecuzione dei tanti brani. In particolare Franco Ranellucci, ottimo chitarrista e Sara Aiello virtuosa arpista, oltre agli altri strumentisti alle tastiere e alle chitarre. Un altro aspetto che bisogna mettere in evidenza è la nobile finalità dello spettacolo.

Le offerte raccolte durante la serata sono state destinate ai bambini terremotati di Aleppo (Siria), con la collaborazione di padre Abdo Raad, parroco di origini libanesi che presta il suo servizio a Cercemaggiore (CB). Come ha affermato don Michele nel suo ringraziamento conclusivo, la rappresentazione deve spingere ognuno di noi a una riflessione. Ovvero vivere con maggiore entusiasmo la propria esistenza, senza farsi assalire dalla paura che rende insormontabile ogni problema. Bisogna invece cercare di affrontare le avversità con la consapevolezza che la fede e la vicinanza di Dio sono di conforto ad ogni persona. Il teatro dunque deve essere visto come strumento di aggregazione e di comunicazione di valori, per chi lo propone. In tal senso, è molto importante la scelta del testo. Da parte di chi lo guarda, deve essere un messaggio, una catechesi per far conoscere la ricchezza contemporanea di un testo come la Bibbia.

Mariarosaria Di Renzo