Anche quest’anno, come da tradizione nella Parrocchia di Sant’Antonio di Padova di Campobasso, si sono tenuti i festeggiamenti in onore del fiore nuovo, sant’ Antonio. Dal 31 maggio scorso, la Comunità si è riunita per la preghiera della Corona Francescana, Rosario delle sette beatitudini della Vergine Maria, per la preghiera della Tredicina e per la celebrazione della santa Messa, con la predicazione di fra Michele Sardella ofm, Docente Pontificia Università Antonianum in Roma, e di fra Mimmo Lotito ofm, Rettore del Santuario Madonna della Vetrana in Castellana Grotte (BA). Attesa e gradita la visita del M.R.P. Alessandro Mastromatteo, Ministro Provinciale dei Frati di Puglia e Molise, il giorno 8 giugno in occasione del 60° anniversario di inaugurazione della chiesa (1963-2023). Durante la solenne celebrazione da lui presieduta ci ha invitato ad amare Gesù come indicato da Sant’Antonio, con tutto il cuore, con tutta l‘anima, con tutta la mente, con tutte le forze (Sermone Domenica XIII dopo Pentecoste – Parte II). Il 12 giugno, Giornata dei Bambini, la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Mons. Giancarlo Bregantini, è stata gioiosamente animata dal piccolo coro degli alunni della Scuola dell’Infanzia “Sant’Antonio di Padova” di Campobasso, curato con attenzione dalle insegnanti. Alla Benedizione dei Bambini numerose sono state le famiglie che hanno accompagnato i loro figli in chiesa, affidando i fanciulli al Santo, affinché possano crescere in età, sapienza e grazia agli occhi del Signore. I bambini, grandi e piccini, hanno gremito vivacemente la chiesa, stringendo in mano il fiore che li rappresenta: il giglio simbolo di purezza, castità e bontà. I fiori offerti al Santo dai bambini, raccolti con cura dalle catechiste della parrocchia sono stati utilizzati per addobbare la statua del Santo portata in processione, e al rientro sono stati distribuiti ai fedeli con l’impegno di regalarli a infermi ed anziani. In ogni casa è giunto così il profumo dolce, intenso del lilium candidum, il giglio di sant’Antonio; profumo di quel fiore che mescolato al profumo del pane di sant’Antonio involontariamente risveglia antichi ricordi che scaldano il cuore. La distribuzione del Pane Benedetto a cura dalla famiglia francescana, come da antica usanza, ha origine da uno dei tanti miracoli di sant’Antonio, che vede protagonisti il piccolo Tommasino e sua madre. Il testo della leggenda racconta che la madre del piccolo, dopo averlo visto annegare, invoca con insistenza l’aiuto del Santo, aggiungendo anche un voto, con cui avrebbe donato ai poveri la quantità di grano corrispondente al peso del bambino. Da questo episodio, ricordato anche dall’Arcivescovo nell’omelia, nasce la preghiera con la quale i genitori chiedono al Santo protezione per i propri figli, promettendo Lui tanto pane quanto il peso della prole.
Durante la giornata del 13 giugno, giorno della Solennità, una moltitudine di fedeli si è recata in visita dal Santo di Padova e molto partecipate sono state le celebrazioni eucaristiche. La processione che ha portato la statua del Santo per le strade della parrocchia, ha raggiunto chi è costretto a casa da infermità e ha raccolto le loro preghiere, è stata accompagnata oltre che dai religiosi anche dalle autorità civili, militari e da numerosi gruppi di fedeli. La festa, che ha visto la partecipazione di tutti e l’impegno di ciascuno, si è gioiosamente conclusa con lo spettacolo musicale della Grande Orchestra di Fiati “G. Puccini” Città di Noci (BA) e la fantasia pirotecnica.
Ognuno di noi recandosi in visita presso la chiesa di Sant’Antonio da Padova nei giorni della festa si sarà chiesto: ma perché Sant’Antonio è tanto amato? Come ci ha ricordato fra Mimmo Lotito, ofm, amiamo tanto Antonio perché lo sentiamo vicino alla nostra vita. Ci chiediamo: ma qual è il segreto della sua santità? Spesso di Antonio conosciamo, e ci facciamo bastare, solo i miracoli straordinari quelli grandi che non c’entrano con la nostra vita. E’ importante capire cosa Antonio ha fatto di quegli eventi straordinari, anche Antonio, come noi ha fatto esperienza del sentirsi abbandonati da Dio, anche Antonio lo ha vissuto. Che relazione abbiamo noi con la nostra fede? E’ lì che si vede quanto noi siamo disponibili a lasciarci guidare dal Signore.
Antonio è stato condotto dal Signore a stare vicino ai poveri, in particolare sappiamo vicino alle vittime di usura, e oggi a noi chiede di fare lo stesso, abbiamo bisogno di vicinanza, abbiamo bisogno di spendere il nostro tempo per l’altro! Antonio ci indica la Parola di Dio: conoscere la Parola di Dio significa conoscere ciò che Dio vuole dalla nostra vita, diventa il nostro punto di riferimento così da non essere sballottati da qualsiasi vento di dottrina (Ef 4,14).
Antonio ci consegna la Missione: andate in tutto il mondo […]guarite i malati (Mc 16,15-20), ci sono tante malattie inguaribili, ma tutte sono curabili con il conforto, la verità, la bellezza. E infine ci consegna Gesù di Nazareth; le ultime parole sussurrate da Antonio sono: “Vedo il mio Signore”. Gesù è il termine di ogni nostra ricerca, è il senso di ogni nostra relazione che dà un senso alla nostra vita, che riempie di significato i momenti bui della nostra vita. Gesù è nostro Amico, diamo la mano a Gesù e se ci sembra troppo in alto chiediamo aiuto a sant’Antonio: sant’Antonio portaci a Gesù, ti affidiamo le nostre preghiere ed il desiderio di una vita nuova, rinnovata. E così, tutti in cammino assieme a sant’Antonio, siamo certi che vincendo ogni paura ci aiuterà ad essere costruttori di comunione, con un linguaggio edificante e mani di prossimità.
Maria Pietrunti