SPECIALE

TANTI «GRAZIE» E TRE AUGURI IN FRATERNITÀ PIENA A COLAIANNI

Il saluto di Mons. GianCarlo Maria Bregantini

Fedele al suo personaggio, intriso di amore e di gioia, di fede profonda, teologo temprato, conoscitore della parola di Dio, di cui si è alimentato quotidianamente, momento per momento, passo dopo passo, non appena aver espresso il suo convinto “si” a Dio, padre GianCarlo Bregantini, lascia una commovente eredità al suo gregge molisano di cui si è occupato per sedici anni. Nel suo commiato è raccolta tutta la grazia che è stata riversata su di lui, tutto l’attaccamento manifestato in direzione di una popolazione umile, ma di forti radici cristiane, come quella molisana, tutta la dedizione e l’impegno orientati a diffondere saggiamente gli insegnamenti divini.  Nel suo saluto di ieri, rivolto ai “venerati confratelli nell’Episcopato, ai presbiteri, ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate, alle autorità e fratelli e sorelle” , in definitiva alla diocesi e al suo successore, l’arcivescovo emerito Bregantini, ha stretto tutti in un paterno abbraccio, testimoniando ancora una volta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, tutta la sua gratitudine per il ministero pastorale assolto con lo sguardo fisso su colui che l’ha convocato in un ruolo così delicato e importante. Un testamento spirituale, che muove le prime note dalla sua sincera commozione: “Sono veramente commosso e grato al Signore di poter vivere in comunione con tutti voi questo momento di grazia, nell’abbraccio rassicurante della Vergine Maria, alle cui mani ho affidato il mio ministero di Vescovo, sedici anni fa. Era il sabato 19 gennaio 2008, quando sono giunto tra di voi, tra molta trepidazione e speranza. Il Signore oggi, sempre ai piedi di Maria Addolorata, mi concede di poter dire una sola parola. La più potente.

Quella che ha segnato da sempre il mio essere discepolo e pastore. È la parola più bella e più dolce, che considero il punto di congiunzione tra la terra e il cielo.

È IL GRAZIE

Nell’immenso campo di Dio ho sempre amato raccogliere questo fiore e donarlo, gratuitamente, con sentire sincero, con incoraggiamento a tutte le persone che ho incontrato lungo la mia strada in ben trent’anni di servizio episcopale, prima nella Locride, ed ora qui, in Molise. E se uno porta veramente Cristo, indossa la sua tunica bianca, fatta di accoglienza e gentilezza verso tutti, specie verso i poveri che sono stati la mia compagnia quotidiana, camminando con voi, specie nelle lunghe e sofferte udienze. A loro, ai POVERI, ho dato la precedenza su tutto e su tutti. Per questo rivolgo a loro il mio primo grazie, perché senza di loro sarei diventato un funzionario della fede, che predica la carità ma poi fa fatica a donare se stesso! Dico grazie ai poveri, perché davanti alla loro piccolezza e fragilità, ogni giorno ho potuto mantenere intatto il tesoro più grande: l’amore per il Vangelo, quell’amore che mi ha portato alla decisione di farmi prete e di servire, sulle strade della storia, quanti cercano ascolto, attenzione e conforto. A loro il Signore mi ha dato la grazia di portare la carezza di Dio…

Dico poi grazie ai tanti fratelli e sorelle, che nella malattia mi hanno condiviso la loro storia e i loro drammi. Ascoltandoli, svaniva ogni dispiacere e si faceva più dolce e leggera ogni sofferenza.

Così tante inspiegabili incomprensioni incontrate lungo il mio cammino davanti al grido dei sofferenti, si dissolvevano.

Grazie ai confratelli VESCOVI, specie quelli della Metropolita, con i quali abbiamo camminato in una progettazione comune, in speranze condivise, davanti a sfide sempre nuove!

Grazie dico poi ai tanti COLLABORATORI, così preziosi e qualificati, che mi sono stati accanto e con i quali ho lavorato con fecondità e ricchezza comune. Grazie a quanti hanno reso possibili molteplici e variegati sogni ed iniziative pastorali, per rendere gioiosa e sorgiva la nostra bella Arcidiocesi, specie negli anni fecondi del Sinodo diocesano, di certo la esperienza più bella, ricco di sguardo su un futuro lungimirante. Il Signore vi ricolmi di benedizione, perché tramite voi ho sentito tanto vicina la Sua mano.

Grazie alla CURIA, A TUTTI GLI UFFICI PASTORALI e a tutti gli Enti e Associazioni, per il cammino fatto insieme, a stretto contatto, giorno per giorno.

Grazie soprattutto a voi, carissimi PRESBITERI, che siete stati, nei nostri frequenti incontri, il filo d’oro del mio operare. Sappiate che non c’è stata sera in cui vi abbia affidato alla Madonna. Ogni sera, infatti, prima del riposo, durante la compieta nella cappellina intima dell’episcopio, vero scrigno di tenerezza e devozione, ho ricordato davanti a Maria ciascuno di voi. Ho sempre chiesto alla nostra Mamma celeste di tenervi al sicuro, sotto il suo manto materno, perché non perdiate mai il gusto e l’entusiasmo del vostro servizio; anzi, facciate sempre più vostra l’arte del magnificare, che è l’arte mariana per eccellenza: Assecondate a braccia aperte il comando del Maestro Gesù. Seguitelo senza temere!

Grazie a voi CONSACRATE, per la delicatezza silenziosa e operosa con cui fate sì che il granello della Parola diventi albero di Verità. Il Signore ha posto in voi il mandato di annunciare la lieta Notizia, mediante la vostra instancabile e materna missione di consolazione, specie per i bambini e gli anziani, con un saluto al monastero carmelitano e alla suora eremita.

Grazie a voi fratelli DIACONI, per la vostra fedeltà e vicinanza. Continuate ad essere portatori della tenerezza del Signore nelle periferie! Siate i servitori della Parola e dei dimenticati della terra, accrescendo la vostra unità come messaggeri autentici del Vangelo!

Grazie a TUTTE LE REALTà EDUCATIVE, CULTURALI, POLITICHE E SOCIALI. Rafforzate le alleanze e accompagnate i giovani e le famiglie sui sentieri di certezze, non lasciando mai vuote le cisterne della promessa che fate davanti a loro.

Grazie alla STAMPA E TELEVISIONE, con cui abbiamo avuto un fecondo cammino comune.

Sono grato a voi per il grande impegno quotidiano nel raccontare, informare e coinvolgere, costruendo così una identità specifica per il Molise, tanto necessaria, tutta rivolta alla crescita sociale e al bene comune. L’informazione è sempre espressione di libertà….

Grazie al MONDO DELLA SANITà PUBBLICA E PRIVATA, ai miracoli che compite ogni giorno con alta competenza, per migliorare la qualità della vita delle persone. Siano benedette le vostre mani che curano! Puntate alla integrazione più rispettosa, per il servizio comune alla gente del Molise.

Grazie alle associazioni di volontariato che fanno da ponte tra gli ospedali e la società civile! E grazie anche alle tante case di riposo, sparse in diocesi, la cui crescita è sempre stata per me una priorità.

Grazie alle REALTà AGRICOLE, che lungo le mie visite pastorali ho conosciuto e stimato, in tutta la loro dignità, per il loro grande valore economico e sociale.

Siete voi, in armonia reciproca, il futuro più fecondo per il nostro Molise. Ravvivate la pastorale rurale, le aree interne. Non sentitevi mai inferiori alle altre realtà.

Grazie ai tanti MOVIMENTI, nei vostri diversi carismi, riuniti armoniosamente nella preziosa Consulta delle Aggregazioni laicali. Uniti, formate la costellazione della diocesi…

Grazie ai SEMINARISTI, primavera della diocesi, diffusi su varie realtà educative: a Chieti, a Napoli e nel Seminario Diocesano Missionario che ha sede in Sepino e nello studentato cappuccino. Siete il germoglio di una chiesa nuova.

Infine, grazie a te, CARISSIMO BIAGIO! Perché hai raccolto questa chiamata da Dio per guidare la diocesi di Campobasso-Bojano. A te rivolgo tre auguri, in fraternità piena: 1) Possa tu, nel tuo ministero, formare un solo corpo vivente con questa chiesa particolare, senza mai fermarti alle apparenze o alle maldicenze di qualcuno.

Possa tu invece guardare questa terra, con gli occhi limpidi di chi contempla il Molise e scorge ovunque il volto di Dio.

Resta libero, per essere un pastore nella gioia, proprio come dice questa domenica, <Laetare>. Non ti manchi, perciò, la luce della Pasqua che trasforma il buio del sepolcro in giardino, sull’esempio di Maria di Magdala, patrona del nostro Sinodo diocesano!

Tuo riparo sia il Signore che ti segue, i santi di questa terra, Bartolomeo e Giorgio, e i tanti cuori che già ti amano. Allora saprai superare, come anche io ho sperimentato, gli inevitabili momenti in cui è stato necessario salire in Croce con Lui, come ci ha insegnato il Venerabile Fra Immacolato, che presto speriamo di vedere Beato assieme a mons. Bologna, martire della pace. 2) Possa tu attirare questo popolo verso la fiducia evangelica, nel segno del martirio della fedeltà a Cristo Signore e altresì partecipe della vita risorta di Lui, a salvezza di tutti, nella liturgia del Non temere.

Sono certo che porterai l’abbraccio del buon pastore, con cuore grande, a vicini e lontani. A te affido tutti i germogli spuntati, in questa parte di vigna che il Signore ci ha chiesto di coltivare. Possa tu nutrire ciò che è vivido, rinverdire ciò che manca ancora di coraggio e alimentare germogli nuovi, che attendono di essere fedelmente accompagnati da te. 3) Possa tu, infine, sentirmi accanto a te, nella comunione silenziosa e devota, come chi si appresta ora ad accogliere l’invito dolce del Signore, di andare in disparte a riposare un po’, per gustare ancor più la Sua presenza, nella mia vita di apostolo, innamorato di Lui, pronto al servizio di Padre Spirituale aggiunto in Seminario a Chieti e nella predicazione dei vari corsi di Esercizi Spirituali, nelle diocesi in Italia. Nella fondata certezza che Gesù è sempre con te, carissimo Biagio, e con tutti noi. Su di te sia piena la Pace. Amen!”.

Michele D’Alessandro