MOLISANI NEL MONDO

GERMANIA, LE PROTESTE CONTRO L’AFD E LE SUE POLITICHE ANTISTRANIERI

“Protesto perché ciò che abbiamo letto nei libri di scuola rischia di ripetersi, e sono qui per dimostrare che il popolo non ha intenzione di restare in silenzio”. “Ho paura perché non ho la cittadinanza tedesca, ma voglio sentirmi sicura in questa che è anche casa mia”.

Mi rispecchio totalmente nelle testimonianze di questi giovani rilasciate ai giornalisti e rimbalzate nei telegiornali serali. Giovani che come me, in città diverse dalla mia, hanno partecipato alle manifestazioni di protesta contro il partito, Alternative für Deutschland (AfD), che propaganda sentimenti antistranieri.

Siamo tanti i giovani nati in Germania da famiglie immigrate. I miei genitori emigrarono singolarmente dal Molise e si sono poi conosciuti qui a Colonia e hanno messo su famiglia.

Quando emigrarono in Germania, in una cittadina di medie dimensioni, erano molto giovani e indubbiamente erano parte di un’emigrazione diversa da quella odierna, ma anche la Germania era diversa da quella attuale. C’erano tanti italiani e il pendolarismo tra l’Italia e la Germania, per poi tornare dopo qualche anno con armi e bagagli, era una caratteristica di quell’emigrazione. Un pendolarismo che ha reso difficile la vita dei loro figli, in particolare a livello di successo scolastico.

Ho frequentato tutte le scuole tedesche e svolgo una professione qualificata e soddisfacente; comunico quasi sempre in lingua tedesca, ma mi esprimo anche in lingua italiana, appresa in famiglia e frequentando i corsi di lingua e cultura italiana organizzati con il sostegno del Consolato, grazie alle sollecitazioni dei miei genitori che allora mi sembravano incomprensibili.

In Germania sono davvero tanti i giovani come me – provenienti da un vasto numero di Paesi, soprattutto europei – portatori di una duplice identità, quella delle radici presenti nel nostro codice genetico e nella cultura che abbiamo respirato fin dalla nascita, e naturalmente quella che ci deriva dal Paese dove siamo cresciuti, ci siamo formati e ne abbiamo omologato anche i modelli dominanti.

L’odio contro gli stranieri di AfD ha caratterizzato questo partito fin dalla sua nascita ed è diventato man mano sempre più dirompente e connotante. Ma le indiscrezioni sull’incontro a cui hanno partecipato personaggi dell’estrema destra, avvocati, medici, imprenditori e politici affermati dell’AfD – avvenuto in un hotel di Potsdam e svelate, come noto, da un giornalista infiltrato della piattaforma di ricerca “Correctiv” – sulle politiche condivise e sui piani che prevedono l’espatrio forzato di centinaia di migliaia di stranieri residenti in Germania, hanno spinto un numero incredibile di cittadini a scendere nelle piazze e sulle strade per manifestare il loro sdegno e la loro ferma volontà di non assistere impassibili a una deriva che evoca le nefandezze di un passato non tanto lontano, che ha marchiato la storia del Paese. Cittadini che hanno seguito l’appello di politici e chiese, ma anche di associazioni sportive e personaggi famosi.

Folle in qualche caso oceaniche, come ad Amburgo e a Monaco di Baviera, sono scese in strada in diecine di città tedesche per protestare contro l’estrema destra e l’AfD. I manifestanti che hanno aderito alle manifestazioni in modo ordinato e rispettoso, sfidando le temperature rigide, hanno scandito instancabilmente slogan contro il razzismo e le intolleranze, dando voce alle preoccupazioni e alla paura più grande, quella che il passato possa tornare. Il cancelliere Olaf Scholz, intervenuto a più riprese sull’accaduto, ha definito il piano di deportazione «un attacco alla democrazia», sottolineando che «chiunque si opponga all’ordine democratico sarà giudicato dalla magistratura». 

Pianificare l’espulsione di milioni di persone, compresi quelli come me che hanno la doppia cittadinanza – delle quali tante sono nate qui e la Germania è “il loro Paese” – è raccapricciante; ma è il carattere vero di questa estrema destra, un carattere criminalizzante che dovrebbe impedirne la presenza nell’ordinamento democratico che la Germania si è data dopo le atrocità naziste.

* Articolo originale scritto in lingua tedesca. Per ragioni di sicurezza abbiamo modificato la città di residenza dell’articolista.

Marco Venditti, Colonia