MOLISANI NEL MONDO: IL 2024 È L’ANNO DEL TURISMO DELLE RADICI

OCCASIONE PROPIZIA PER IL MOLISE

Siamo già intervenuti, nel 2023, sul “Turismo delle radici”, il progetto nato dall’accordo tra il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, un pezzo dell’investimento per l’“Attrattività dei Borghi” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Cinque ministeri e 600 comuni uniti in un’intrapresa che punta a frenare e possibilmente invertire il processo di depauperamento delle aree interne che colpisce molte Regioni italiane.

Il 2024 è stato dichiarato l’anno del Turismo delle radici e si stanno moltiplicando i convegni e le iniziative per studiare e rendere concrete le strategie che dovranno portare dalla teoria alla pratica, presentando le offerte concrete ad una platea di italiani nel mondo e italo-discendenti, una comunità enorme che si presta a stime numeriche spesso discordi. Ma la priorità reale non è stabilire se tale comunità conti 60 o 90 milioni di persone; la sfida è definire, elaborare e decidere come e attraverso quali canali si possano sensibilizzare gli italiani all’estero e i loro discendenti a riscoprire le origini, a tornare a casa per un viaggio nel passato e a ritrovare (o vedere per la prima volta) i luoghi dove tutto è iniziato.

Un’impresa allettante come per altro confermano i dati previsionali: il Turismo delle radici potrebbe generare un circuito virtuoso di circa 8 miliardi di euro! Tornare nei luoghi delle proprie origini, spesso in borghi quasi sconosciuti ma in cui affondano le proprie radici legate a ricordi bellissimi, ha dunque una valenza economica, rapportata alla capacità di spesa, non indifferente.

Ma siamo su un terreno ipotetico o di fronte ad una realtà concreta sotto il profilo della fattibilità? Alla Fiera Internazionale del turismo TTG Travel Experience di Rimini dello scorso mese di ottobre, è stata presentata un’indagine dell’Osservatorio per il turismo Confcommercio-SWG riguardante le comunità italiane e di origine di 8 Paesi (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Usa – stranamente manca la Svizzera che annovera quasi 700 mila italiani) e sono stati definiti i profili di 4 tipologie dei possibili protagonisti del Turismo delle radici: il “nostalgico” di prima emigrazione (spesso disponibile a trascorrere anche periodi lunghi in Italia) che condivide con la propria famiglia il viaggio; “l’Ambasciatore” che si reca spesso in Italia per lavoro ed è un vero e proprio testimonial di italianità all’estero; la vasta comunità di “italo-discendenti” ovvero italo-americano, canadese, australiano, argentino, brasiliano…; il “curioso”, cioè i giovani italiani nati all’estero e affezionati alle immagini cult dello stile italiano, dalla moda al design, allo sport.

L’anno del Turismo delle radici è una possibilità concreta per il Molise, la nostra Regione. Al di là degli impulsi retorici, cultura, enogastronomia, turismo, ambiente, sono alcuni degli aspetti che il Molise può offrire alla sua comunità nel mondo, che come sappiamo ha una dimensione numerica di tutto rispetto. In questi settori occorre un ruolo, un’impronta di qualità che merita un’offerta adeguata e un’ottima programmazione per attirare l’attenzione dei molisani nel mondo.

Inoltre, le nuove mobilità professionali, verso l’estero e interne all’Italia, in questi ultimi anni hanno interessato fortemente il Molise e non si deve correre il rischio di perdere il legame con esse, sarebbe un impoverimento grave. Per rivitalizzare i borghi, un obiettivo fattibile soprattutto nei mesi estivi, si devono mettere al centro momenti di partecipazione e incontro fra culture (non sottovalutare il fatto che parte della comunità molisana nel mondo è costituita da terze, quarte e quinte generazioni), in cui la pluralità degli eventi tradizionali nelle tre macro aree del territorio regionale – alto Molise, area Molise centrale, basso Molise – abbiano un ruolo portante.

Idealmente e concretamente l’anno del Turismo delle radici ci condurrà verso il Giubileo del 2025, un’opportunità imperdibile per creare un’onda lunga sul fronte del turismo e per i progetti che punteranno a promuovere e valorizzare i siti e il patrimonio artistico-religioso molisano, dagli eremi alle chiese e alle piccole abbazie.

Franco Narducci, Zurigo