IL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA

L’UNITALSI MOLISANA SUI PASSI DI GESÙ

Molti si chiedono “Perché andare in Terra Santa?”. Tutti quelli che tornano dal pellegrinaggio invece domandano “Perché non andare in Terra Santa?” L’importanza di partecipare almeno una volta nella vita al “Pellegrinaggio dei pellegrinaggi” viene compresa solo dopo aver vissuto l’esperienza. È vero che si può raggiungere la santità anche chiusi nella propria casa o nel proprio convento per tutta la vita (e ci sono tantissimi esempi di santi!), ma è pur vero che partecipare a pellegrinaggi può essere d’aiuto a ciascuno, in particolare a chi porta sulle proprie spalle e nel proprio cuore un pesante fardello di malattia, di dolore, di sofferenza, di solitudine.

Si possono visitare tanti Santuari, tanti luoghi di fede, tanti luoghi dove il divino si è manifestato, ma altra cosa è visitare i luoghi dove Gesù è nato, è vissuto, ha camminato, ha annunciato il Regno di Dio, ha sofferto la passione, è morto e, soprattutto, è risorto.

Lo slogan che l’UNITALSI ha coniato per i pellegrinaggi a Lourdes, ovvero “non si torna mai come si è partiti”, ha un significato particolare anche e soprattutto per il pellegrinaggio in Terra Santa. Infatti, rientrati nella vita ordinaria, ogni volta che ascoltiamo e/o leggiamo un passo del vangelo, il nostro cuore e la nostra mente vanno in quei luoghi, confortandoci nella comprensione e nella meditazione.

Il pellegrinaggio vissuto dal 25 giugno al 2 luglio 2023., anche se composto da un piccolo gruppo (17 persone), come ogni pellegrinaggio organizzato dall’UNITALSI, era formato da pellegrini, da volontari e anche da malati (tre diversamente abili di cui due in carrozzina) con tutto quello che ne consegue dal punto di vista logistico, considerate le notevoli barriere architettoniche presenti in quella terra.

Grazie alla nostra organizzazione ed al nostro specifico carisma, va evidenziato che a tutti, anche alle persone in carrozzine, è stato permesso di visitare tutto, a tutti è stata data la possibilità di vivere pienamente il pellegrinaggio.

Quest’anno abbiamo avuto anche la presenza di alcuni seminaristi alla prima esperienza del pellegrinaggio sui passi di Gesù.

Sono stati un dono: la testimonianza del loro cammino, la capacità di intessere relazione e, soprattutto, la pronta disponibilità nell’aiuto a favore dei fratelli in difficoltà hanno lasciato il segno nel cuore di tutti. A loro va un grande grazie!

Come pure un ringraziamento caloroso va a don Eliodoro FIORE, assistente ecclesiastico della sottosezione di Trivento e giuda spirituale del pellegrinaggio. Ha saputo bene coordinarsi con la guida del posto, offrendo brevi ma puntuali e profonde riflessioni in ogni luogo visitato e nelle omelie durante le celebrazioni eucaristiche.

Si è fatto apprezzare anche per le doti umoristiche e canterine coinvolgendo l’intero gruppo nei brevi momenti di riposo. Il pellegrinaggio formalmente è iniziato con la celebrazione eucaristica nella Basilica dell’Annunciazione, luogo che ci ricorda l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine, luogo dove, con l’”Eccomi” di Maria, il divino si è fatto prossimo all’uomo.

Poi un susseguirsi di emozioni: Tabor, Cana, Cafarnao, Monte Beatitudini, Tabga, Primato di Pietro, lago di Galilea, Giordano (dove abbiamo rinnovato le promesse battesimali), per scendere verso Qumram, Mar Morto e Gerico e, infine, salire a Betlemme e Gerusalemme.

Naturalmente hanno lasciato il segno le celebrazioni eucaristiche nella chiesa della Natività (con il breve momento di adorazione personale sulla “stella”) e nel giardino del Getsemani; come pure la Via Crucis attraverso le vie rumorose ed affollate del mercato e, soprattutto, la visita al Santo Sepolcro.

Infine, alla celebrazione conclusiva del pellegrinaggio ad Emmaus tutti siamo stati invitati, una volta tornati nella ordinarietà della nostra esistenza, a non essere come i due discepoli che tornavano da Gerusalemme delusi e sconsolati, ma di prendere contezza che il Signore è sempre al nostro fianco, soprattutto nei momenti difficili e di sconforto. Chiudo con il ringraziare il Signore per questo dono e con l’augurio che ciascuno possa vivere questa esperienza.

Giuseppe Colucci, Presidente UNITALSI Molisana

UNA TESTIMONIANZA

La Terra Santa non è una meta come tutte le altre!

Dal 25 giugno al 2 luglio ho avuto la grazia di vivere un pellegrinaggio in Terra Santa con la Sezione Molisana dell’Unitalsi. Conoscevo questa associazione di volontariato vedendo quanto opera a Lourdes, ma in questa occasione ho potuto sperimentarne sulla pelle la bellezza evangelica che la abita.

Sono due, quindi, i motivi per cui il mio cuore è colmo di gioia: l’aver visitato i luoghi in cui Gesù, Nostro Signore, ha vissuto, ha predicato, ha guarito e ha amato, ed essere entrato a far parte da seminarista della splendida famiglia dell’Unitalsi. Questa esperienza mi ha permesso di concretizzare maggiormente la mia fede, una fede che tante volte nelle nostre frenetiche giornate può divenire astratta, poco reale.

Ebbene lì tutto assume un significato diverso, tutto ha la sua precisa collocazione, lì tutto ha avuto inizio. Credo davvero che ogni cristiano almeno una volta nella vita debba farsi questo dono, toccare quei luoghi benedetti e respirarne la linfa vitale che li caratterizza.

Amarezza resta nel mio cuore per aver conosciuto da vicino la sofferenza che la divisione politica causa alle popolazioni che la abitano, facendo si che ci sia costante tensione.

Preghiamo per la pace in tutto il mondo, per la pace in Terra Santa, che dovrebbe essere Casa della pace.

Sem. Gennaro Sallustio