UN ANNO SPECIALE ALLA LUCE DELL’AMORIS LEATITIA

Ottobre Mese Straordinariamente Propizio Per Nuove prospettive e Verifiche

La storia dell’avvenimento

A che punto siamo nelle nostre parrocchie con l’anno “Famiglia Amoris Laetitia” voluto da Papa Francesco a cinque anni dall’esortazione apostolica post sinodale? Indetto nel giorno di San Giuseppe, terminerà nel giugno 2022 a Roma con l’Incontro Mondiale delle Famiglie. Pur rimanendo Roma la sede centrale per i vari delegati episcopali e pastorali, Papa Francesco vuole allargare l’evento a tutte le diocesi dei cinque continenti collegate in streaming. Epilogo che  rispecchia il senso e gli obiettivi dell’anno “Famiglia Amoris Laetitia”: un tempo forte, una sfida operativa per le chiese di tutto il mondo ad attuare la svolta pastorale integrale, essenzialmente missionaria e sinodale, che l’esortazione apostolica post sinodale sull’amore nella famiglia ha elaborato e continua a proporre. È frutto di una lunga stagione sinodale (2013-2016) che “ha permesso di porre sul tappeto la situazione delle famiglie nel mondo attuale e di ravvivare la consapevolezza sull’importanza del matrimonio e della famiglia” (A.L. n.2). Consapevolezza più che mai urgente in un tempo di grave crisi della famiglia, genoma non solo della chiesa, ma dell’intera società. Questa richiede a tutta la chiesa una conversione missionaria. Perciò Papa Francesco, con la sua consueta parresia, propone un radicale cambio di passo: “oggi la pastorale familiare deve essere essenzialmente missionaria, in uscita, in prossimità, piuttosto che ridursi a essere una fabbrica di corsi ai quali pochi assistono” (A.L. n.230)

La sfida missionaria e sinodale

Ottobre è il mese missionario per eccellenza e in una doppia benefica coincidenza: inaugurazione solenne della prima fase verso il Sinodo dei Vescovi 2023 e del nostro Sinodo Diocesano. Quali occasioni ecclesiali più favorevoli per interrogarci e verificare se abbiamo cominciato a cambiare passo?  Se siamo al passo con i mutati bisogni di una pastorale familiare che per i segni dei tempi si impone missionaria e sinodale? “Si tratta di generare processi più che dominare spazi”, ammonisce l’esortazione post sinodale. Papa Francesco, trasformando il Sinodo dei Vescovi da evento isolato a processo avviato per fasi, ci spinge a considerarli graduali e lunghi. Ma vanno iniziati e incentivati. Occorrono approcci nuovi che richiedono, oltre a programmi e progetti, stili pastorali innovativi, concreti e continui. Scrivo dalla chiesa di Spinete. Il  parroco don Jimmy, pur essendo molto giovane e insediato da appena un mese, sta attivando, con semplicità e naturalezza, il nuovo processo che quest’anno speciale e i nuovi cammini sinodali richiedono. Uscito dalla chiesa, si è fatto prossimo agli sposi, anche a quelli che non praticano, e alle loro famiglie. Entrando nelle loro case (celebrando persino la Santa Messa dove ci sono malati allettati, pranzando e dialogando con loro, ha organizzato gite di comunità), ha iniziato un percorso di accompagnamento e discernimento con le famiglie. Cominciando da questo mese missionario, nella stessa giornata missionaria mondiale, radunerà tutte le coppie sposate in ottobre per rinnovare solennemente durante la Santa Messa gli impegni sponsali e familiari. Don Jimmy ha progettato di continuare l’iniziativa per tutti i mesi dell’anno, con lo scopo di far incontrare e coinvolgere progressivamente gli sposi gemelli e le loro famiglie alleate in una nuova prassi di pastorale familiare.  Testimonianza preziosa non solo per i credenti, ma per tutti (l’eco si spande nelle piccole comunità) che rende credibile “la bellezza del matrimonio indissolubile e fedele per sempre”. Il grande amore che Dio ha per l’uomo e che viene rivelato nella comunione degli sposi, attraverso il sacramento del matrimonio: “unendosi in una sola carne, rappresentano lo sposalizio del Figlio di Dio con la natura umana” (A.L. n.73). Impresa non certo facile per i credenti (perché richiede un continuo e lungo apprendistato), ma possibile con la grazia sacramentale che lo Spirito Santo dona agli sposi affinchè possano coltivare i sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione. L’amore vero quotidiano che Papa Francesco, tessendolo sull’Inno alla carità di San Paolo, analizza nel capitolo più lungo di Amoris Laetitia. La parrocchia diventa così Famiglia di famiglie, costantemente arricchita dalla vita di tutte le chiese domestiche. La famiglia sia pur premurosa, non più oggetto di pastorale, ma diventa soggetto protagonista attivo dell’evangelizzazione, in cammino con i sacerdoti, il popolo di Dio e soprattutto il protagonista principale che è lo Spirito Santo.

Rosalba Iacobucci