Testimonianza di vita

IL MINISTERO DELL’ACCOLITATO NELLA FORMAZIONE VERSO IL SACERDOZIO

Percorso vocazionale

Ringraziando il Signore per il dono della vocazione, voglio innanzitutto presentarmi alla comunità diocesana. Mi chiamo Angelo del Vescovo, ho 36 anni e sono un seminarista diocesano in formazione verso il sacerdozio. Originario di Molfetta (BA), ho prima frequentato il Seminario Minore diocesano; successivamente ho fatto parte della comunità del Seminario Maggiore pugliese per un anno e mezzo circa, prima di prendere una pausa per poter meglio discernere la chiamata del Signore. Negli anni successivi, ho proseguito gli studi teologici insieme ad alcuni studi musicali, i quali mi hanno consentito di prestare il servizio del canto in alcune parrocchie della mia città, prima di prendere la decisione di proseguire il mio percorso vocazionale nell’Arcidiocesi di Campobasso. Accolto in questa realtà in novembre del 2018, ho fatto parte della comunità del Santuario di Castelpetroso, nella quale ho ricoperto il ruolo di organista. Per una miglior formazione ho frequentato anche il 6° anno di seminario a Chieti, al termine del quale mi è stato chiesto di prestare il mio servizio pastorale prima a Vinchiaturo poi, insieme al parroco don Fabio Di Tommaso, a Macchiagodena, dove ora opero.

Nel mio percorso vocazionale è finalmente giunto il momento di ricevere il Ministero dell’Accolitato, dopo aver ricevuto, nello scorso 8 settembre a Castelpetroso, il Ministero del Lettorato. Questi due Ministeri sono poco conosciuti, poiché di solito vengono conferiti in seminario. Essi rappresentano tappe del cammino formativo molto importanti, poiché permettono di prendere maggior dimestichezza sia con la Sacra Scrittura (Lettorato), sia con l’Eucaristia e il servizio all’altare (Accolitato). Sono stati istituiti nel 1972 come rinnovamento di quelli che, fino ad allora, erano la prima tonsura, gli ordini minori e il suddiaconato.

La Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “Ministeria quaedam” di Paolo VI, a proposito dell’Accolito, afferma che è stato istituito per aiutare il Diacono e per fare da ministro al Sacerdote, […] curare il servizio dell’altare, aiutare il Diacono e il Sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebrazione della Santa Messa; inoltre, distribuire, come ministro straordinario, la Santa Comunione […], potrà essere incaricato di esporre pubblicamente all’adorazione dei fedeli il Sacramento della Santissima Eucaristia e poi di riporlo; […] curare l’istruzione degli altri fedeli, i quali, per incarico temporaneo, aiutano il Diacono e il sacerdote nelle azioni liturgiche portando il messale, la croce, i ceri ecc., o compiendo altri simili uffici.

Dopo un attento discernimento e un’accurata preparazione mi è stato conferito questo Ministero durante una concelebrazione eucaristica lo scorso 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione del Signore, presso la Parrocchia San Nicola di Bari in Macchiagodena, riaperta al culto in questa occasione dopo la sua chiusura imposta forzatamente dalla pandemia.

Come ha affermato, durante l’omelia, l’Arcivescovo GianCarlo Maria Bregantini, il centro di questo Ministero è l’Eucaristia, soprattutto nella missione che mi è stata affidata: portare il Ss.mo Sacramento agli ammalati. Essere portatori di Cristo non significa soltanto essere dei “corrieri”, ma anche entrare nelle vite degli ammalati, portare una parola di conforto ed essere loro vicini, particolarmente nella preghiera.

Accolitato e servizio ai malati

Un santo dei nostri tempi al quale sono particolarmente devoto, San Pio da Pietrelcina, ha affermato che nell’ammalato c’è il Cristo sofferente. Posso affermare, quindi, senza alcun timore, che al centro del mio Ministero di Accolito ci sono proprio gli ammalati, quali immagini del Cristo vivo, vero e sofferente. Certo, c’è anche il servizio all’altare e l’istruzione dei ministranti, ma l’essere portatori dell’Eucaristia significa tenere tra le nostre mani le vite dei vari Cristi sofferenti, farle nostre, portarle sull’altare del nostro servizio alla Chiesa e alla comunità e offrirle insieme al sacerdote con il pane e il vino.

Durante il discorso finale della celebrazione in cui sono stato istituito Accolito ho voluto condividere prima di tutto due esperienze: la condivisione della Parola e del pane dei discepoli di Emmaus con il Risorto e la testimonianza dei martiri di Abitene, uccisi per non aver voluto rinunciare alla celebrazione eucaristica in tempi di persecuzione. Porto nel cuore queste due esperienze di vita perché mi siano compagne nel mio cammino verso il sacerdozio. Successivamente, ho posto l’attenzione sul significato della parola “Eucaristia”: deriva dal greco “efcharistò”, che significa “rendimento di grazie”. Il mio compito, quindi, è anche ringraziare continuamente il Signore per i doni che mi dà e per i fratelli che mi sono accanto e che camminano con me.

Quindi, per il dono dell’Accolitato ringrazio soprattutto il Signore, così come l’Arcivescovo, ma anche tutti coloro che hanno collaborato direttamente alla mia formazione: la mia famiglia, la comunità del Seminario Maggiore di Chieti, le comunità del Santuario di Castelpetroso, di Vinchiaturo e di Macchiagodena con i loro pastori, il mio direttore spirituale don Josè, insieme ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici che in questi due anni in Molise mi hanno dato la possibilità di crescere spiritualmente e umanamente.

Angelo del Vescovo, seminarista