UN CAMMINO ECUMENICO DI FRATERNITÀ, PREGHIERA E CONDIVISIONE

INGRESSO A GERUSALEMME INSIEME VERSO LA PASQUA

L’11 aprile scorso, presso la chiesa valdese di Campobasso, abbiamo vissuto in diocesi un incontro ecumenico dal tema “Ingresso a Gerusalemme – insieme verso la Pasqua”. Presenti rappresentanti delle varie chiese della città, che da anni si incontrano durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, in gennaio.

L’incontro, pensato dall’équipe ecumenica, non si colloca nella settimana di preghiera di gennaio, ma si propone come preparazione alla Pasqua, ad aprile. È un tentativo di mostrare che un passo avanti si sta compiendo: vivere sempre meglio il nostro rapporto di amicizia e fratellanza cristiana, organizzando durante l’anno più occasioni di fraternità, incontro, confronto e preghiera comune.

Il presidente delle Chiese metodiste in Italia, il pastore Luca Anziani, ci ha accolti sottolineando come, in questo momento della nostra storia, sia molto importante che quella preghiera di Gesù – affinché siano uno (Gv 17) – sia sempre più storicamente evidente, in un tempo di forti divisioni come quello che stiamo vivendo.

“Le chiese non applicano dazi – ha ribadito – ma le chiese si basano sulla gratuità, che è la grazia di Dio rivelata a tutti noi in Gesù Cristo.”

La chiesa valdese di Campobasso sta attraversando un momento particolare, un segno che ha voluto testimoniare e rendere pubblico in questa occasione di incontro: da un paio d’anni celebra il culto domenicale insieme alla chiesa battista di Campobasso, e da poche settimane ospita con gioia anche la chiesa della Riconciliazione, che da tempo non aveva più locali per il culto. Il pastore Luca Anziani ha tenuto a ribadire che non li considerano ospiti, ma fratelli, perché è una chiesa comune, accogliente – cosa impensabile almeno alcuni decenni fa.

“È bello mettere insieme, nel nome di Gesù Cristo, le diversità, le differenze… mettere insieme i pezzi di un puzzle giusto. Pezzi che, pur restando diversi, costruiscono un orizzonte nuovo, che è l’orizzonte dello sguardo di Dio.”

Il segreto è il sentirsi a casa!

Nell’incontro ci siamo soffermati sull’ingresso di Gesù a Gerusalemme, in vista della Domenica delle Palme. Il simbolo donatoci è stato un versetto biblico unito a un rametto di ulivo. Nei canti proposti dalla chiesa della Riconciliazione abbiamo cantato insieme con fede: Il Signore si manifesterà e farà nuove tutte le cose.

Ma quali sono le cose nuove?

Sembra che si ripetano sempre le stesse cose, e – peggio ancora – gli stessi errori. Ma ci è stato ribadito nell’incontro: noi siamo le cose nuove di Dio! Un dono l’uno per l’altro.

L’arcivescovo mons. Biagio Colaianni ci ha donato una bellissima riflessione sul brano di Lc 19, 28-40, tema della serata:

“Gesù ha un ingresso, entra nella vita degli uomini se lasciano la porta aperta. Entra nella nostra storia, la assume, viene a noi, fa la volontà del Padre rispondendo al Suo progetto. È la disponibilità del servo, di chi ama e sta per donare la sua vita. Gesù non rimane ai margini, preservando sé stesso da ciò che sta per accadere. Non teme. Entra nella storia che si sta compiendo perché se ne vuole fare carico. Si mette in gioco nel cammino religioso del popolo, nelle sue attese messianiche, e ha un’intenzionalità chiara: vuole offrire la sua vita secondo il progetto di Dio, perché vuole salvare il suo popolo.”

Noi siamo invitati a non restare ai confini della storia a cui apparteniamo, né ai confini delle nostre chiese, buoni recinti. La storia è ben più ampia, il popolo di Dio è più ampio e il popolo che abita il mondo è più ampio: non bisogna restare ai margini.

Dobbiamo entrare in questa storia, in quella di oggi, con tutte le difficoltà che viviamo: economiche, belliche, esistenziali.

Dobbiamo imparare a farci carico di ciò che accade, senza evitarlo né nasconderci.

Farsi carico, dunque, significa mettere in gioco il nostro cammino di fede: in una realtà fatta di relazioni, di persone, di situazioni varie che chiedono aiuto, condivisione, solidarietà. La realtà va assunta, va abitata. E, invitati ad essere parte del progetto di Dio nella storia, siamo chiamati a donare noi stessi.

Il vescovo, con parole profonde, ci ha chiesto di essere compagni di Gesù che entra a Gerusalemme, che si fa carico di tutti i pesi dell’umanità, e a non lasciarlo solo in questo tragitto, nell’ingresso nella storia della sua sofferenza. Una sofferenza che non appartiene solo alla storia di 2000 anni fa, ma è attuale.

Anche noi dobbiamo portare i pesi gli uni degli altri, caricandoci delle sofferenze altrui concretamente, senza tirarci indietro, come la folla che prima grida “Osanna” a Gesù e poi magari si schiera con Barabba per crocifiggerlo.

Quale momento migliore, in prossimità della Pasqua, per riflettere sul nostro percorso cristiano, in anno giubilare, ed esprimere la nostra fede nel dono di noi stessi?

Entriamo in Gerusalemme con Lui, al suo seguito, non come spettatori, ma come compagni, dove il nostro Re umile diventa il riferimento costante della nostra vita.

Ribadisce il Vescovo:

“Entriamo con Lui! È il Signore della nostra vita! Gesù ci chiede di essere parte di quanto sta per compiersi. Dirà: andate, slegate un puledro, un somaro che si fa carico di ciò che è pesante, come farà Gesù per i nostri peccati. Il Signore sta per sciogliere le catene: del sopruso, dell’ingiustizia, della violenza, dell’indifferenza… della strumentalizzazione che opera il potere usando anche la stessa religione, come al tempo di Gesù, per legare invece di liberare e portare a pienezza ogni persona.

Come il Signore ha bisogno del puledro per entrare in Gerusalemme, così Gesù ha bisogno di noi per essere accolto e accompagnato nel cammino, per donare sé stesso oggi e portare rinascita e risurrezione a tanti che l’attendono. C’è gente che lo attende costantemente. Sta a noi dare loro un segno, dare un senso che veramente il Signore è risorto.”

Gesù risorto è la novità in un mondo angosciato e preoccupato per ciò che accade.

A questa gente dobbiamo mostrare, con la gioia, la Resurrezione.

Conclude il Vescovo:

“Se condividiamo le sofferenze del Signore Gesù, del Cristo, possiamo anche condividere l’annuncio pasquale. Non è facile, ma dobbiamo dare speranza a chi non ce l’ha.

Molta gente non lo sa, perché non lo ha incontrato. Le persone vivono angosce, incontrano povertà varie. Morte e disperazione, difficoltà nel vivere, difficoltà nei rapporti, solitudine, malattia…

A tutti questi, prepariamoci a dare un annuncio di speranza. Facciamo il cammino con Lui, entrandovi dentro, non come la folla spettatrice e distante, ma con i sentimenti che abbiamo: se condividiamo le sofferenze del crocifisso, possiamo anche condividere l’annuncio pasquale.”

Facciamo allora tutti insieme, diversi ma uniti con Lui, il cammino verso la croce. Con i nostri limiti e le nostre inadempienze, fissando lo sguardo alla croce di Gesù, ci apriremo sicuramente a un cammino che porta alla Resurrezione.

Carmela Venditti

 

Il prossimo appuntamento ecumenico sarà il 4 giugno in Cattedrale in preparazione della Pentecoste

Il Signore ci doni vita nuova da risorti in Lui