
«La comunità di Spinete ha celebrato il 79° anniversario della Repubblica,
dando vita a una cerimonia che ha unito ragazzi, amministratori e cittadini.
Tra i protagonisti, il giovane sindaco dei ragazzi e i suoi consiglieri, che hanno simbolicamente consegnato il libretto della Costituzione ai neodiciottenni,
ricordando a tutti quanto sia fondamentale
informarsi e partecipare attivamente alla vita civica»
Nel pomeriggio del 2 giugno c.m. una folta e variegata rappresentanza della Comunità spinetese si è ritrovata nell’atrio dell’edificio scolastico per festeggiare il 79° anniversario dell’Italia Repubblicana. Un ingresso molto grande per la solenne circostanza ha raccolto, insieme ai bambini e ragazzi di ogni età (come in tutti i giorni scolastici dal nido alla secondaria inferiore), i genitori, i nonni, i parenti, giovani, i compaesani, l’intera amministrazione Comunale dei grandi e dei piccoli, lo storico Prof. Antonio Salvatore e i diciottenni, ai quali è stato consegnato il libretto della Costituzione. Una iniziativa lodevolissima del Comune che, nello svolgimento, si è qualificata come un autentico laboratorio civico della singolare scolaresca. Ci ha fatti uscire tutti (ero una delle presenti) diversi da come siamo entrati: più consapevoli e maggiormente responsabili dell’essere, in vario modo (apprendisti, giovanissimi, giovani o adulti), cittadini repubblicani. E più uniti: condizione indispensabile per la salvaguardia e la promozione della democrazia bene comune.
La vicesindaca Prof.ssa Patrizia Albanese, moderatrice dell’incontro, e il Sindaco Michele Di Iorio si sono limitati ai saluti istituzionali. I più diretti protagonisti, come era nelle loro intenzioni, sono stati il dodicenne sindaco dei ragazzi Angelo Di Ciero, autorevolmente rivestito della fascia tricolore, quattro suoi consiglieri, come lui studenti di scuola media, e il prof. Salvatore.
Rivolti a tutti, ma in maniera particolare ai neonati maggiorenni. I ragazzi, nei rispettivi interventi, richiamandosi all’insegnamento di Piero Calamandrei, uno dei grandi artefici della Costituzione repubblicana, si sono dimostrati bravi improvvisati docenti. Il sindaco Angelo, visibilmente commosso ma determinato: la Costituzione non è un testo da tenere chiuso in un cassetto, ma l’impegno di ogni giorno. Ogni volta che rispettiamo gli altri, difendiamo un amico più debole, ci impegniamo a scuola, ricicliamo i rifiuti o partecipiamo alle attività della nostra comunità, stiamo mettendo in pratica i suoi principi. Voi maggiorenni avete ricevuto un potere incredibile che non è solo il permesso di andare a votare, ma una vera e propria responsabilità di custodire la Costituzione attraverso l’informazione e la partecipazione per far sentire la vostra voce e quella di noi più giovani.
Bravissimo Sindaco Angelo!
Quanto mai attuali, anzi urgenti, le due finalità di cittadinanza attiva che hai raccomandato ai diciottenni, affidando loro te stesso e i tuoi coetanei!
L’informazione e la partecipazione richiedono lettura, studio, approfondimento, dialogo, requisiti oggi non certo prioritari rispetto ai più sbrigativi algoritmi. Certamente utili, ma non esaustivi per apprendimenti maggiormente interiorizzati e più (direttamente) relazionati.
A seguire il consigliere Sebastiano: nella Costituzione c’è tutta la nostra storia, il nostro passato. Tutte le nostre sofferenze, le nostre sciagure, le nostre glorie sono sfociate in questi articoli. Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa nostra Costituzione! Tanto! Troppo! Riflettiamo!
Poi Francesco: il 2 giugno la nostra Italia scelse di essere un Paese libero e la Costituzione ci fornisce la mappa per navigare in questa libertà come parte di un tutto, non da soli.
Infine la consigliera Martina: … finalmente le donne, libere elettrici il 2 giugno come gli uomini!
E dopo aver precisato il contributo anche di Madri Costituenti (ben 21) nella scrittura della nostra Magna Carta, cita gli articoli 3, 29 e 37: oggi permettono ad ogni ragazza come me di diventare ingegnere, scienziata, presidente o qualsiasi altra cosa desideri senza che il nostro genere sia un ostacolo come prima.
A seguire la coinvolgente lezione del Prof. Salvatore: con la sua competenza e l’ausilio di immagini cruciali riportate sullo schermo, ci ha portato indietro di 82 anni, quando il Molise fu colpito palmo a palmo da una sanguinosa guerra. Da terra periferica ancora unita alla Regione degli Abruzzi, divenne, dopo l’Armistizio dell’otto settembre ’43, per la sua posizione strategica, centro nazionale del primo scontro bellico tra forze mondiali: gli Alleati con noi italiani da una parte e i tedeschi ormai nemici dall’altra. E fu guerra anche nel Molise, come si intitola la voluminosa ricerca della compianta Prof.ssa Trombetta, per otto mesi, dal settembre ’43 al maggio ’44. Dal Molise partì anche l’avventura dell’Esercito Italiano di Liberazione con la sconfitta dei tedeschi grazie agli alpini e alle forze alleate a Monte Lungo e a Monte Marrone.
Una mattina una pioggia improvvisa di bombe ridusse una parte del centro storico di Isernia ad un unico cumulo di case e persone (circa quattromila). Campobasso fu salvata per l’olocausto del suo giovanissimo Vescovo Secondo Bologna. Vero Pastore di Cristo dette la vita per le sue pecorelle (Gv. 10,11): la mattina, in cattedrale, si offrì vittima per la sua città; a tarda sera fu accontentato da una granata piovuta sul tetto della cappella di residenza, dove era raccolto in preghiera con una suora.

La consegna della Costituzione ai giovani diciottenni e l’omaggio al vicino monumento ai caduti ha chiuso una bella lezione di Res Publica in una eccezionale pluriclasse. Ne abbiamo bisogno noi molisani, spesso in retromarcia, come i nostri predecessori quando fecero vincere la monarchia.
Rosalba Iacobucci



