per i 100 anni di Maria Giuseppa Gianfelice

IL PROFITTO E LA CURA

Maria Giuseppa Gianfelice, ospite della casa di riposo delle suore Battistine di Ferrazzano, sabato 13 novembre è entrata nel suo centesimo anno di vita

E’ nata a Ferrazzano nel 1921, l’anno dopo il “biennio rosso” durante il quale, soprattutto nell’Italia centro-settentrionale, gli operai occuparono le fabbriche e i contadini delle leghe rosse e bianche autogestirono le campagne, e l’anno prima che i fascisti organizzassero la marcia su Roma, il 28 febbraio del 1922. Il padre di Maria Giuseppa, Vincenzo, era emigrato in America i primi del Novecento, lasciando a Ferrazzano la moglie Giovannina Mucci, con quattro figli: Maria Giuseppa, Antonio, Rosina e Michelina. Maria Giuseppa è la prima e, già negli ultimi anni della sua infanzia, comincia un apprendistato di “aiuto-mamma” in sodalizio amorevole con la madre Giovannina, per crescere ed educare il fratello e le sorelle più piccole. Mano a mano negli anni, per strade e vicissitudini differenti, dopo che il padre tornato dall’America, si era ammalato ed era morto nel 1953, Antonio, Rosina e Michelina ne avevano seguito l’esempio trasferendosi a Syracuse, nello stato di New York; così fece anche mamma Giovannina nel 1960, per essere vicina a Rosina che intanto si era ammalata gravemente. Nonostante sia la prima figlia, Maria Giuseppa è sopravvissuta  a tutti i suoi fratelli morti oltreoceano; e in America è morta anche la madre Giovannina Mucci, vissuta 106 anni a cavallo di tre secoli (nata a Ferrazzano nel 1898 e morta a San Diego Ca. nel 2004).

 

LA VITA CONIUGALE DI MARIA GIUSEPPA

Nel 1939 Maria Giuseppa sposa Giovanni Ruggieri e da quest’unione nascono Amodio nel 1940 e Antonio nel 1954. Amodio non si sposa e, dopo la scomparsa del padre Giovanni nel 1999, accoglie la madre nella sua casa a Ferrazzano che rimarrà con lui fino alla sua morte, inaspettatamente e tragicamente occorsa il 27 marzo 2021. Da allora Maria Giuseppa, su una sedia a rotelle per effetto di una caduta che le causò la frattura del femore sinistro, è stata accolta nella casa di riposo di Ferrazzano, sapientemente e amorevolmente gestita dalle suore battistine, dove ha celebrato l’ingresso nel suo centesimo anno di vita.

 

LA FESTA DEI 100 ANNI

I preparativi sono durati qualche giorno, coordinati con capace discrezione da suor Rosamma, la superiora, insieme alle altre consorelle, suor Giulia, suor Patrizia, suor Dorotea e suor Rachele che  solo da poche settimane ha sostituito suor Martina trasferitasi a Tivoli per motivi di studio, ma che si è già perfettamente integrata nella nuova comunità. La serata ha avuto inizio alle 17, con una messa celebrata dal vescovo Bregantini, assistito dal parroco di Ferrazzano don Nicola Maio e dal diacono Gennaro Malzone. La funzione ha avuto luogo nella cappella della casa di riposo, alla presenza delle altre ospiti dell’istituto e dei parenti più stretti di Maria Giuseppa, piacevolmente sorpresa per la festa in suo onore, ed è stata introdotta da alcuni brevi e accorati interventi, tutti dedicati alla neo-centenaria che ascoltava con un sorriso enigmatico, seduta in prima fila. Per primo ha preso la parola il figlio Antonio che ha tracciato un brevissimo profilo biografico di sua madre, soffermandosi sul ruolo e la funzione delle donne che generano altri esseri umani, come instancabili artefici della cura per le persone che sono vicine a loro.

La madre – ha detto Antonio Ruggieri – è una sorta di angelo/custode sospeso tra il terreno e il trascendente, che aggiorna senza sosta i dettami e la prospettiva del prendersi cura, come atto d’amore estremo e quotidiano, per il mondo e per chi lo abita.

La madre, come la protagonista della famosa piéce di Brecht, è il lievito del mondo nuovo e migliore; è l’interprete fedele e accorato del senso più profondo della “ecologia integrale” di cui ha scritto papa Francesco nella “Laudato sì”. Sempre più –  e questo tempo di pandemia ce lo ha mostrato con drammatica evidenza – il conflitto del mondo che viviamo oppone il profitto alla cura.

Quello che si mette in opera per interesse economico, per una tragica nemesi anti-liberista, collide con evidenza più o meno plateale con la cura, come atto d’amore generoso e umanitario; ed essa, la cura, diventa resistenza significativa e ineludibile contro i rigurgiti delle barbarie che imperversano.

Le madri, prendendosi cura alludono a un altro mondo migliore e possibile, basato su un umanitarismo planetario e rinnovato, che mette al bando le miserie e le ingiustizie, prima fra tutte quella che nega i diritti elementari (l’acqua, il cibo, l’istruzione) agli uomini, alle donne e soprattutto ai bambini che hanno avuto la sventura di nascere “alla periferia del mondo”, come ha avuto modo di dire questo papa, diventato ispirazione ed esempio per l’intera umanità sofferente. Subito dopo ha preso la parola Antonio Cerio, sindaco di Ferrazzano, che aveva portato in dono a Maria Giuseppa un magnifico cesto con 100 rose rosse (una per anno vissuto), come segno d’affetto dell’amministrazione per la sua longeva cittadina. Cerio ha sottolineato come le politiche sociali e quelle in favore degli anziani, siano uno degli ambiti privilegiati e strategici per il comune alle porte di Campobasso. Poi si ha avuto inizio la funzione, semplice ed essenziale. Bregantini nell’omelia ha rivolto il suo augurio sentito a Maria Giuseppa e don Nicola, il parroco, ha fatto cenno alla sua devozione, ricordando gli anni durante i quali con regolarità si recava nella casa dove viveva col figlio Amodio, per recitare insieme il rosario. Dopo la messa sono cominciati i festeggiamenti accompagnati dalla musica sapientemente eseguita  dal maestro Rino Tartaglia al pianoforte e dalla splendida voce della maestra Giovanna Mariano e allietati dalle squisite produzioni del forno artigianale dei fratelli Pasquale e Umberto Passarelli. Il taglio della torta e un brindisi finale hanno chiuso una serata memorabile, perché non è cosa comune e ordinaria festeggiare il secolo d’età di una persona, soprattutto se ha vissuto con coraggio, onestà e semplicità generosissima.

Auguri Maria Giuseppa.

A cura della redazione del Bene Comune