«SARAI BEATO PERCHÉ NON HANNO DA RICAMBIARTI» (LC 14,14)

Nei Vangeli l’inedito è preminente. Ne scopriamo le componenti, le sfumature, lo sprigionamento così misterioso e coinvolgente. Con l’animo contemplativo possiamo penetrare il senso immutabile degli sguardi di Gesù.

Luca ci racconta che un sabato era Gesù entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava lì ad osservarlo. La scena è quasi tangibile: Gesù da subito diventa l’esaminato. Si erano accostati a lui per scrutarlo, per metterlo alla prova e trovare in lui motivi per calunniarlo. Aveva dinnanzi a sé carrieristi e arrivisti. Gesù si rivolge a chi l’aveva invitato. Gli fa domande dirette, recepite però con notevole imbarazzo. Lo osservavano, ma non lo ascoltavano. E proprio per questo motivo fanno fatica a rispondergli. Tacciono. Anzi, Luca dice esplicitamente che non potevano rispondere nulla alle sue parole. D’altra parte come può intendere chi non ha l’animo disposto all’ascolto e al dialogo! La Parola del Maestro Gesù supera le loro credenze, turba le loro ferme convinzioni, travolge i loro calcoli, ribalta i loro piani di potere. Parla con parabole, ma loro non comprendono. Hanno il cuore indurito, talmente sopraffatto dall’orgoglio che non hanno spazio per accogliere le sue parole né per contenere in sé l’alto significato. Troppo vuoti per accogliere Colui che è la Pienezza!

Davanti agli occhi di Gesù c’è un concentrato di miseria. C’è chi cerca i primi posti. C’è chi gonfia il petto, perché si crede più avanti. C’è chi vuole primeggiare.  C’è l’affanno a conseguire privilegi. Qui ritorna quell’antico voler innalzarsi al pari di un dio, o forse persino sopra Dio…E poi c’è lui, uno dei capo dei farisei che lo aveva accolto a casa sua. Gesù è tutto rivolto a lui. Guardandolo, gli avanza un invito radicale, sconvolgente, usando queste parole, tra le più belle che troviamo nei Vangeli: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Il servire determina in modo sostanziale la vita del credente. Nient’altro che questo! È questa la beatitudine delle beatitudini: dare tutto a chi col proprio nulla ti destina ad una ricompensa eterna. Tutti gli imperi del male e della superbia sono destinati a crollare. Chi ama invece è già abbracciato dall’Eternità Beata.

Ylenia Fiorenza