Decine di migliaia di pellegrini radunati in una assolatissima Piazza San Pietro per ringraziare Dio del dono di questi giovani che, con le loro brevi ma intense esistenze, hanno lasciato al mondo una grandiosa testimonianza di fede e speranza.
Un’esplosione di canti, di gioia vera, che ti travolge inevitabilmente; una fratellanza improvvisa e sorprendente con chi ti è accanto e, quasi per magia, ti trovi a scambiare un sorriso, un saluto, un gesto di gentilezza che non rappresenta altro che il motivo per cui siamo tutti lì…
Una condivisione di spiritualità che non riesco a spiegare a parole, e forse non ha neanche bisogno di essere specificata fino in fondo, ma che di sicuro ha il volto di Carlo e di Piergiorgio che ci sorridono dalle gigantografie affisse sulla facciata della basilica.
Una luce così scintillante che quasi acceca, non gli occhi ma il cuore.
E ti tiene con lo sguardo fisso in avanti, verso l’altare, dove si sta realizzando un evento storico, fenomenale e miracoloso: due ragazzi comuni, che avremmo potuto incontrare a scuola od al lavoro, da oggi saranno per tutto il mondo, e per l’eternità, nell’albo dei Santi.
La Santità di Carlo, annodato a Cristo dall’amore per l’Eucaristia, e l’impegno sociale e caritativo di Piergiorgio, infaticabile servitore dei poveri, inondano il cielo di Roma in questo straordinario momento di grazia per il cristianesimo moderno: così normali, così speciali!
San Carlo Acutis è il primo Santo millennial: nato il 3 maggio 1991, lascia il mondo a soli 15 anni, dopo aver trascorso la sua pur breve vita dedicandosi alla cura degli altri, dei deboli e di coloro che sono in difficoltà, ma più di ogni cosa vive e si profonde completamente, ancora bambino, per portare il messaggio di Gesù a tutti, attraverso le cose di tutti i giorni, mediante un’evangelizzazione nuova e modernissima.
L’utilizzo, che farà dell’informatica lo porterà a concepire un metodo inesplorato di cristianizzazione, impiegando la tecnologia per diffondere ovunque la fede e la luce della spiritualità, che gli guadagneranno il titolo di “patrono di internet”.
I suoi pomeriggi tra studio e i pochi sport che, invero, praticava erano ricchi di idee e ispirazioni per gli incontri del catechismo per i ragazzi della prima comunione, non tralasciando mai la recita quotidiana del S. Rosario e la devozione per l’Eucaristia, perciò ribattezzata la sua “autostrada verso il Paradiso”. Od ancora il progetto digitalizzato della mostra sui miracoli eucaristici, esposta in tutto il mondo, con foto e descrizioni storiche: “Non io, ma Dio”!
Carlo porta Gesù nel cuore dei suoi numerosi devoti, sparsi già in tutto il mondo, la presenza di quel Cristo che lui incontrava tutti i giorni nell’adorazione eucaristica, nutrendosi della parola di Dio ed aiutando il prossimo; una santità accessibile a tutti, “straordinaria nell’ordinarietà”, come ama ricordare la sua mamma.
Analogamente, San Piergiorgio Frassati, il Santo alpinista, visse la giovinezza colmando le sue giornate di studio, di impegno socio-politico, dell’amore immenso per le sue montagne e, in special modo, col servizio e la disponibilità verso gli altri.
Una carità semplice, essenziale spesso, ma potentissima testimonianza di una santità nella normalità, nutrita da una fede perseverante e profonda, attestazione di un’autentica gioia cristiana ed amore per la vita e la condivisione.
Anch’egli visse nella piena devozione alla Vergine Maria ed alla’Eucaristia, sì da riuscire a congiungere preghiera ed azione concreta in un modo affatto comune; un modello di santità per i tanti devoti che lo venerano, riconoscendo nello svolgimento delle attività della vita sociale di ciascuno le caratteristiche di santità:“Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine”!
Le storie di questi santi, poco più che adolescenti, ci restituiscono modelli luminosi per i ragazzi del nostro tempo; come ci ricorda papa Leone, “la santità non è riservata a pochi eletti, ma può essere raggiunta da tutti” con la preghiera, il servizio ai poveri e la vicinanza a Gesù per mezzo dei sacramenti.
Ed ai giovani, un monito: “Giovani, non sprecate la vita”! Ciascuno resta unico ed irripetibile, nelle sue peculiarità, e può fare della sua vita un capolavoro esclusivo, con gesti semplici ma quotidiani, rimanendo vicini a Gesù, oltre la linea del tempo.
Ma, alla fine di questa giornata speciale, cosa porto a casa?
Oltre l’entusiasmo contagioso e la gioia del cuore, grata per aver condiviso questa esperienza straordinaria con la mia famiglia, sopra ogni cosa, impressa nei ricordi resterà quell’inquadratura stretta sugli occhi di Antonia, la mamma di Carlo… Si , perché, nonostante oggi, nonostante tutto, su quell’altare accompagna e prega le reliquie di suo figlio! Il suo Carlo!
Un ragazzo che, con la sua vita, le ha introdotto la preziosità della maternità, e la ha donato l’immenso, insegnandole l’amore, la consapevolezza della caducità e la provvisorietà della vita, e perché no, anche la crudeltà del dolore lacerante per la perdita di un figlio.
Ma, in verità, lei e la sua famiglia erano destinati ad un bene più grande. A mezzo della santità di Carlo, il Signore ha trasformato il dolore nel miracolo della conversione e dell’amore, nel senso più vero e cristiano. Che gioia, che scintilla in quegli occhi, in quella smorfia piccola, mista tra la fierezza che solo una mamma prova e la consapevolezza di aver donato al mondo un Santo, quel figlio illuminato dalla luce di Cristo, oggi invisibile agli occhi ma che domani… le presenterà il Paradiso!
Mariagrazia Atri



