
Grande emozione unita a sincera commozione per la ricollocazione del Crocifisso nell’abbazia di Santa Maria della Strada a Matrice. Un tempio che costituisce un monumento tra i più suggestivi del Molise, anche in virtù della sua naturale posizione. “Immersa nel verde, la chiesa sorge su un poggio tra ampie vallate e coronata dall’Appennino per tutto il giro dell’orizzonte”. (Cfr A. Trombetta, Arte nel Molise attraverso il Medioevo, pag. 49).
Il Crocifisso e la statua della Madonna della Strada, simboli fondamentali della cristianità, hanno abitato nella chiesa fino al 1980, anno in cui alcuni balordi hanno trafugato entrambi. La Madonna col Bambino risulta ancora dispersa, il Crocifisso è stato restituito all’allora sindaco pro tempore di Matrice Michele Cirino a Roma nel 2009, grazie all’intervento dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale.
Nel pomeriggio del 25 giugno 2025 finalmente la preziosa opera è tornata nella sua dimora. Per l’occasione, è stata celebrata una messa solenne presieduta da monsignor Biagio Colaianni, arcivescovo metropolita di Campobasso-Bojano. La funzione ha visto la presenza del parroco di Matrice, don Michele Bartolomeo Pellegrino, affiancato dal diacono Andrea Russo, da don Mario Petrucci e don Giulio Corsetti. Hanno partecipato le autorità civili e militari, oltre a un gran numero di fedeli. Il parroco ha espresso la sua gioia e quella dipinta sui volti del popolo matriciano che, dopo tanta attesa, ha visto realizzato il desiderio di ridare al Crocifisso la sua naturale collocazione. Esso rappresenta un dono prezioso per la comunità perché abbraccia fede e tradizione.

Il vescovo Colaianni, richiamando le parole della Scrittura, ha posto l’attenzione sui falsi profeti, cioè coloro che non sono coerenti, non portano conseguenza concreta al loro predicare. Costoro possono ritrovarsi in tutti gli ambienti: ecclesiastici, amministrativi, sociali. Un cristiano fedele alla parola di Dio deve avere fiducia in Lui e quindi allontanarsi dai falsi profeti, da chi agisce solo per ingannare e per il proprio interesse. La comunità di Matrice, seppur piccola, ha saputo essere collaborante, ha mostrato unità. Il presule esorta a mantenere questo stile di vita perché i buoni frutti (popolo) vengono prodotti da un albero buono (Dio).
Il sindaco Arcangelo Lariccia emozionato e soddisfatto accoglie il ritorno del Crocifisso dopo quarantacinque anni. Un lavoro lungo esplicato con la collaborazione della soprintendenza ai beni culturali di Campobasso. Non si hanno molte notizie sulla storia dell’opera sacra. Il prezioso Crocifisso, collocabile tra il XIII e il XIV secolo, era una delle sculture lignee custodite all’interno della chiesa, insieme alla bellissima statua della Madonna della Strada. Altri beni di pregio sono il sarcofago che accoglie le spoglie di Bernardo d’Aquino e l’acquasantiera dei Monforte. Il Crocifisso è opera di notevole fattura tecnica e artistica mostra, come sapientemente descritto dall’architetto Franco Valente, “un volto di Cristo allungato e spigoloso, che segna la morte confermata dallo squarcio del costato e dagli occhi chiusi. I capelli formano un casco ondulato su un capo piegato a destra e mantenuto sulla croce da tre chiodi. Le braccia sono allungate e assottigliate per effetto della trazione che la figura è costretta a subire. Un lungo sublicaculum è annodato sul fianco destro e mostra le ginocchia del Cristo morto”. (Cfr Franco Valente, S. Maria della Strada, pag. 218).
Nel 1977 il restauratore Gianfranco Pizzinelli, con fondi ministeriali, ha effettuato interventi al consolidamento del prezioso manufatto. Quando venne trafugato, gli furono spezzate le braccia, probabilmente per meglio trasportarlo. Durante la sua dispersione, è stato sottoposto a interventi di restauro, come riportato da Valentina Marino. È stato ripulito da tutte le ridipinture, eliminando la sua colorazione originale e sono state ripristinate le braccia. Il riconoscimento è stato effettuato dalla storica dell’arte Dora Catalano, che allora prestava servizio alla soprintendenza del Lazio. Due anni dopo il trafugamento, il parroco della chiesa di san Silvestro papa chiese alla soprintendenza il permesso di poter fare realizzare una copia del Crocifisso. L’opera venne realizzata dall’Istituto di Arte sacra Moroder di Ortisei e poi collocata nell’abbazia. Ora si trova nella chiesa di sant’Antonio a Matrice.
Uno degli ultimi interventi sul Crocifisso originale è stato eseguito dalla restauratrice Francesca Di Giandomenico, la quale ha provveduto al sollevamento della pellicola pittorica e si è occupata della supervisione durante le delicate fasi di trasporto e di ricollocamento nella chiesa.
Con i fondi del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) Molise il Crocifisso è tornato nel tempio. È prevista la sostituzione delle sedie con più consoni banchi. Sono pure in programma lavori di sistemazione della parte esterna, posizionamento di sedute, per rendere il luogo ancora più accogliente per i pellegrini e i turisti e per chi deciderà di celebrarvi le nozze. Sarebbe inoltre prevista la realizzazione di pannelli informativi con didascalie riportanti informazioni storiche e architettoniche sulla chiesa e sulle opere in essa custodite. Questi interventi, realizzati nell’anno giubilare, sono motivo di grande soddisfazione per il primo cittadino. Erano, infatti, obiettivi che egli intendeva realizzare fin dal suo insediamento.
L’auspicio è che anche la statua della Madonna venga ritrovata e possa essere restituita alla venerazione dei fedeli. Queste sono opere preziose che, sottoposte all’analisi di studiosi e competenti, possono fornire utili elementi e informazioni e contribuire a conoscere sempre più approfonditamente la storia del Molise.
Mariarosaria Di Renzo



