CREARE UN CIRCOLO VIRTUOSO A BENEFICIO DI TUTTA LA COMUNITÀ

Il progetto: «Anziani e giovani: insieme si può»

Il primo giorno di maggio, da molto tempo, si celebra la festa del lavoro e dei lavoratori e anche quest’anno si sono messe in campo una serie di iniziative, in sinergia con la Diocesi di Campobasso-Bojano e la Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, per porre l’accento su diversi aspetti che emergono nella nostra società. Il primo evento si è svolto presso la sala convegni della Parrocchia San Giuseppe Artigiano, il giorno 29 aprile, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Giancarlo Bregantini, delle consigliere regionali Micaela Fanelli e Mena Calenda e Gustavo de Angelis diacono, il responsabile della Pastorale sociale e del Lavoro.

L’incontro era focalizzato sulla presentazione del progetto “Anziani e giovani: insieme si può”. Un tema di grande attualità soprattutto in Molise, regione che, se da un lato soffre dello spopolamento soprattutto tra i giovani, dall’altro ha una popolazione sempre più anziana. Un territorio, dunque, dove è di vitale importanza operare per far in modo che questi due temi possano incontrarsi e provare, insieme, a invertire la rotta. Ecco perché nel corso dell’evento è stato presentato il progetto che mira a promuovere la nascita di un intervento rivolto ad anziani fragili attraverso attività di animazione. Sostenere le persone anziane nella loro quotidianità, migliorando qualitativamente il loro livello di vita, prevenire e contrastare il disagio, la solitudine, l’isolamento senile, promuovere lo scambio intergenerazionale, salvaguardare la loro memoria storica, informarli sui servizi offerti dal territorio e al contempo sensibilizzare la popolazione sulle problematiche connesse alla “terza età” sono gli obiettivi che tale intervento si pone, nella consapevolezza dell’importante ruolo che i nostri anziani rivestono all’interno delle famiglie e di tutta la società. Vere e proprie risorse da valorizzare grazie all’incontro con i più giovani, al fine di creare un circolo virtuoso a beneficio di tutta la comunità.

Tale progetto mira, infatti, sulla presenza qualificata di giovani che, per capacità e motivazione, possono divenire portatori di un valore aggiunto grazie alle loro competenze comunicative e innovative.

L’intervento, inoltre, non vuole solo offrire un supporto fattivo agli anziani, ma intende metterli davvero al centro di tutto: con il loro “sapere” e con i loro “valori” per una piena integrazione sociale ed una attiva valorizzazione del loro tempo libero. Tutte le attività previste andranno, infatti, a consolidare il presupposto alla base del progetto, secondo il quale l’età che avanza non è vuota, ma è invece ricca di relazioni, di ruoli e di un protagonismo che dà valore alla vita e agli anni come “età libera” vissuta nella sua complessità sino all’ultimo giorno.

A conferma di quanto sopra esposto, alla fine del convegno sono state promosse le affermazioni di due Papi, Benedetto XVI e Francesco: •Benedetto XVI ha pronunciato parole chiare e profetiche: “La qualità della civiltà di una società si giudica da come sono trattati gli anziani e dal posto loro riservato nel vivere comune”. •Francesco le ha commentate: “Se in una civiltà c’è attenzione e posto per l’anziano, quella civiltà andrà avanti, perché sa rispettare la saggezza, la sapienza; ma se gli anziani sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte”. Il secondo incontro è stata una veglia di preghiera, tenutasi presso la chiesetta della Carità, in via Garibaldi, il giorno 30 aprile, avente come tema quello suggerito dalla CEI: “Giovani e lavoro, per nutrire la speranza”. “Si tratta di mettere al centro della preghiera il dramma dei nostri giovani che con fatica cercano di entrare nel mondo del lavoro. Tocca a noi adulti, come ci chiedono i Vescovi, di accompagnare i passi dei giovani, poiché la disoccupazione non è solo un danno economico, ma soprattutto mina la dignità dei nostri ragazzi, togliendo loro le speranze, accorciando i loro sogni e limitando le loro prospettive”.

Questo disagio viene evidenziato nel “Liber Sinodalis” in cui si sottolinea come i giovani molisani vanno via dalla loro terra, per formarsi e lavorare, quasi sempre senza tornare e, quando emigrano, occorre dirlo, portano sempre con loro un pezzo di futuro di una intera comunità. Quanto soffre la nostra terra, quanto ne soffre la nostra cultura, quanto ne soffrono le nostre aree interne. Quanto ci impegniamo per prevenire questa fuga dei giovani? Le parrocchie nel sentire i loro giovani si sentono compartecipi del dolore che provano, ed insieme sposano il progetto Policoro il quale accompagna i giovani nel loro percorso di formazione al lavoro. Il progetto fa suo lo sprono a “camminare la vita” e non a girarla, non promettendo risposte veloci e risolutive ma sostenendo, passo dopo passo, il non facile percorso dall’idea alla realizzazione, quel sogno che il giovane condivide con l’equipe. Il terzo incontro del 1° maggio, in occasione della SOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPE ARTIGIANO Patrono della Parrocchia San Giuseppe Artigiano, è stata celebrata la Santa Messa presieduta da Monsignor Carlo Maria Bregantini con la partecipazione e la benedizione degli Artigiani del Quartiere.

Nutrita la presenza, con un momento di forte identificazione, quando in occasione dell’offertorio i vari artigiani hanno donato il segno del loro lavoro. Il quarto incontro si è svolto con la celebrazione della Santa Messa, presieduta sempre da Sua Eccellenza, il giorno 10 maggio, presso l’officina dei fratelli Cordisco, in zona industriale della città. Gli invitati erano i titolari ed i loro dipendenti delle numerose attività che trovano la loro realtà nella zona industriale di Campobasso.

Gustavo de Angelis diacono