Mons. Bregantini. La Betatitudine è il ‘grazie’

Leggiamo in questi giorni con molto sconcerto, con un pizzico di scandalo, le speculazioni avvenute intorno agli ecobonus in materia di edilizia. Scrive un quotidiano: “Sulla base degli stessi dati incrociati depositati in commissione, i 110 milioni di euro di frodi individuate a proposito del superbonus rappresentano solo lo 0,8 %  dei 13,4 miliardi di crediti fiscali da superbonus, complessivamente generati al 31 dicembre 2021”.

Evidente lo scandalo per le frodi. Tante le cause. Non sono mancate gravi ingenuità, perché la legge poteva e doveva essere fatta meglio.

La storia delle truffe è antica quanto il mondo e si ripete costantemente: i ricchi non si accontentano mai. Ecco perché appare sempre più chiara la parola profetica di Cristo Gesù, che nei racconti evangelici di questo mese con chiarezza ha tuonato: “Guai ai ricchi..!”.

Lo ha ripetuto anche domenica scorsa, quando sono state pronunciate nelle chiese le Beatitudini, tratte del Vangelo di Luca. Quattro “Beati” e quattro “Guai”. Intrecciati insieme ci danno veramente il volto di Gesù. Perché quelle Beatitudini sono efficaci, perché prima sono state vissute da quell’Uomo di Nazaret. Ma sono anche un chiaro progetto di vita, per indicarci come valorizzare le nostre risorse e talenti. Ogni giorno si profila infatti davanti a noi questo binomio: povertà o ricchezza, fame o abbondanza, pianto o gioia, odio o stima.  Tu devi scegliere. Tutto dipende da come vivi e su quali valori vuoi fondare la tua casa. Se cioè su di te, da solo, in maniera egoistica oppure guardi a Dio e al prossimo.

Ecco allora i 4 punti decisivi

1 Beati i poveri…la povertà si fa beatitudine perché ti dona la dimensione vera delle cose. Diventa sobrietà, dove il ”meno vale di più”. Non cerchi la consolazione, la soddisfazione o la compensazione nelle cose che tu possiedi. Mantieni invece con loro un rapporto di libertà. Ringrazi, benedici, condividi e apprezzi i doni degli altri nello stupore verso il creato che tu ammiri. Lo senti come tua casa e sei chiamato a custodirlo perché nel cuore tuo la sobrietà si fa la legge e non possiedi per avere dalle consolazioni. Anzi, ciò che possiedi diventa strumento di dignità per il tuo cuore e non di dominio sugli altri. Quanto hai, lo condividi, per diventare fratello universale. Questa è anche a linea della nostra rivista, che nelle foto di copertina ha saputo ritrarre lo stupore e la bellezza per le meraviglie che Dio ha dato alla nostra terra del Molise. Ora tocca a noi custodirla e valorizzarla, per la crescita di tutti.

  1. Beati voi che ora avete fame…la fame, anche la fame, che resta uno dei momenti più terribili della storia, è da Gesù fatta promessa di grazia, perché da Dio saremo nutriti e saziati. Nasce proprio dalla fame un insieme di relazioni nuove ed autentiche. Sagge, perché aspetti il dono e non lo divori. Benedici il pane per poi condividerlo e mangiarlo insieme con i tuoi fratelli, insieme e non da solo Così chi ha restituito a Dio i suoi doni con la benedizione è poi capace di condividerli in fraternità. E tu non diventi mai sazio, non mangi da solo, perché il pane mangiato da solo non sazia! Ce lo dicono anche gli anoressici o i malati di bulimia. Hanno tutto ma muoiono di fame, perché hanno bisogno non tanto di pane ma di parola e di cuore. Allora il cibo diventa occasione di incontro, di fraternità, di mensa condivisa. Quanti racconti di condivisione leggiamo sul nostro periodico nella bellezza del volontariato!
  2. Beati voi che ora piangete… il pianto è la misura della vera beatitudine, perché senti che Dio ci darà la vera gioia. Quella gioia vera che nasce dal cuore rispettoso e casto. E non sgorga da un riso osceno, da quel ridacchiare che si fa ironia sugli altri.

Così chi è più fragile resta ultimo,  come avviene spesso nelle scuole con il triste fenomeno del bullismo, di cui facciamo cenno in questo numero di Intravedere. Anche le tue lacrime diventano allora scuola per te. Impari a capire le lacrime degli altri alzando gli occhi al cielo, in preghiera. E vivi di speranza e di fiducia. Consoli e asciughi tu le lacrime dei fratelli e delle sorelle, perché fai tue le loro lacrime.

Così come diceva Madre Teresa: “I miei occhi sono belli perché le mie mani, dagli occhi degli altri, asciugano moltissime lacrime!”.

  1. Beati voi quando vi odieranno…l’odio e l’esclusione li senti pesanti. Sono stati durissimi anche per Gesù, il primo giorno in cui ha parlato con chiarezza alla sua gente di Nazareth. Li aveva visti rinchiusi dentro schemi di egoismo. E Gesù ricorda a loro alcuni precisi fatti dell’Antico Testamento, con parole di grave monito. Ed essi reagiscono invece, buttandolo fuori dal loro paese, proprio come dicono le Beatitudini. Guardando a Gesù, sei capace di accettare anche le critiche, perché non vai in cerca del facile consenso, non frequenti le cenette degli amiconi per avere i loro battimani. Non cerchi l’applauso e sai accettare anche la critica. Sopporti anche la solitudine perché spesso è il prezzo da pagare davanti a scelte alternative che non sono gradite né capite da tanta gente. E’ il dramma di tanti vescovi e tanti parroci, che spesso devono dire un no amaro invece che dare un consenso facile. Criticati, vanno avanti con coraggio, certi che il Signore saprà farli sedere alla sua destra. E’ sempre stato così, come dice il testo di Luca. I profeti veri hanno vissuto nel silenzio, per anni, come Padre Pio! E quelli falsi, invece, a caccia di consensi, sono poi rimasti a mani vuote. Perché i Profeti veri sono come alberi piantati che producono frutto anche in tempi di siccità. Gli altri sanno di salsedine, perché hanno confidato nell’uomo, restando vuoti ed amari!

Riassumo questa mia meditazione, che ho pensato di porre come editoriale per il numero di febbraio, con due parole opposte tra loro. C’è chi sa dire “grazie” e vive sempre nella gioia, capace di stima e di luminosità, anche nel buio della vita. C’è invece chi ripete spesso “voglio e resterà sempre nella tristezza.  Vorrà sempre di più, più soldi e è più fondi,  come chi ha truffato sugli Ecobonus dell’edilizia. E’ una lezione amara, che ci lascia tristi. Richiede una politica più saggia, certo, ma richiede soprattutto un cuore pulito, che ricordi bene gli ammonimenti espliciti di Gesù,  quando proclama Guai ai ricchi!”.  Perché, come dice Giacomo, nella sua Lettera così chiara (offerta a voi come meditazione quaresimale in un bel libro, illustrato da dipinti straordinari!), sono proprio i ricchi che ci umiliano, ci trascinano ai tribunali, rovinano il creato, offendono la dignità dei poveri.

Ebbene, questa nostra rivista si pone sempre dalla parte dei poveri, certi che la sobrietà è la strada per  avere un rapporto corretto con le cose, la condivisione la pista per la fraternità, la benedizione la gioia del nostro corpo. E non ci stancheremo mai di indicare nelle lacrime condivise la lezione della storia fatta volontariato.

Perciò questo numero di Febbraio raccoglie e narra con passione le molteplici giornate vissute insieme, a cominciare della giornata della vita il 2 di febbraio, per passare alla giornata dei consacrati il 4 di questo mese, per poi poter ascoltare il grido degli Ammalati nel giorno della Madonna di Lourdes.

Qui, non c’è stato spazio per le truffe. Ma ognuna di queste giornate ci ha permesso invece di accarezzare i piccoli e i poveri, ascoltando anche il grido del creato, lasciando fuori i ricchi e i potenti.

E siamo tanto lieti di vedere che queste linee guida, dal sapore evangelico, sono entrate recentemente anche nella nostra Costituzione Italiana, in cui è stata inserita la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, in riferimento alle future generazioni e si è stabilito che ogni iniziativa economica privata non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute e all’ambiente.

+ padre GianCarlo Bregantini