Brevi Note Di Psicologia Del "rifiuto a vaccinarsi"

NON SONO UN NO-VAX…HO SOLO “TIMORE”…

Squilla il telefonino..è una mia cara amica: “Ciao, come stai? I tuoi tutti bene?Anche noi..Sai abbiamo deciso  di venire a conoscere il ” tuo” Molise…che pensi ci possiamo incontrare?”

” Ma certo-rispondo sorpresa- è ovvio che se venite in Molise sarete nostri graditi ospiti!”

” Ah bene- riprende- mi sollevi da una grave preoccupazione….sai, sia io che mio marito non siamo vaccinati per questo Covid..e temevo che tu potessi avere delle remore!”

La notizia piomba su di me come una bomba…”ma come – mi chiedo- lei è una maestra e ha il dovere di vaccinarsi per i suoi alunni; il marito è anziano, ha qualche problema di salute, è insomma un soggetto a rischio di sviluppare una forma grave, siamo a luglio e non sono ancora coperti dal vaccino?!? Eppure abitano nell’emancipato e ricco nord-est”. Ingoio, sul momento, il mio disappunto e stoicamente rinnovo l’invito pensando già a come contenere le proteste di mio marito e dei miei figli di fronte alla scelta no-vax dei miei amici.

Nei giorni seguenti, in attesa del loro arrivo, rimugino tra me e me: ” noi siamo tutti vaccinati, per noi non c’è pericolo, inoltre dormiranno a casa di mamma, infine cercheremo di mantenere le distanze…insomma sarà solo per qualche giorno…staremo attenti soprattutto per loro…e comunque sentiranno le mie “catechesi ” pro-vaccino…riuscirò a convincerli a vaccinarsi !!!

Finalmente i due arrivano: nel pieno della calura di agosto hanno deciso per un lungo viaggio in macchina (ha guidato solo lui che ha quasi 80 anni) attraversando l’Italia non in autostrada, come sarebbe logico, ma optando per un percorso alternativo fatto di strade interne attraverso Emilia, Umbria, Abruzzo e finalmente Molise! ” Sai..abbiamo evitato il caos!”.

La mia perplessità aumenta: hanno evitato il caos o avevano timore di qualche difficoltà in viaggio vista la mancanza di Green-pass”.

Comunque inizia la nostra complessa vacanza. Complessa perchè il mio desiderio di far vedere loro paesaggi, monumenti e luoghi significativi della nostra regione si frantuma più volte di fronte alle normative vigenti verso le quali, tra l’altro, la mia amica, pur infuriata, è comunque rispettosa…e quindi niente Green-pass equivale a non accedere a diversi siti ( ad es. il teatro di Pietrabbondante o la Fondazione Marinelli di Agnone; equivale a consumare “pranzi al sacco” perchè non tutti i ristoranti, strapieni in agosto, hanno spazio sufficiente all’aperto; equivale rinunciare a una visita ai luoghi di P. Pio di cui entrambi sono devoti). Alla fine sbotto e l’orazione pro-vaccino che avevo pazientemente conservata, viene fuori con tutta la sua veemenza.

Con caparbietà controbatto i loro  punti di vista sulla questione: non ci siamo vaccinati perchè non accettiamo imposizioni…i vaccini non sono sicuri…a causa delle mie patologie non posso rischiare…e, considerando le loro affermazioni solo scuse, incalzo: ” Perchè non volete vaccinarvi? Ma non avete ancora capito che se su un piatto della bilancia sta il vaccino con le sue problematiche, sull’altro sta un virus mortale che a causa del vostro comportamento irresponsabile non riusciamo a contenere???”.

Strillo… quasi  la colpa degli insuccessi della campagna vaccinale sia solo loro!

Cala il silenzio e, improvvisamente, temo di aver incrinato, irrimediabilmente, una lunga amicizia a cui tengo..così smetto di gridare e finalmente mi fermo ad ascoltare. Pian piano comprendo che strillare porta solo chi ho  di fronte ad arroccarsi su posizioni dettate, scopro, non dall’ignoranza (come malignamente ho sempre ritenuto), ma anche da chi esprimeva preoccupazione per la riuscita della campagna vaccinale. Infatti poichè non è il vaccino a sconfiggere il virus ma i vaccinati, ottenuto il vaccino si diceva allora, per ottenere un buon risultato,” bisognerà convincere la gente a farlo”.

Ma perchè allora c’è chi, pur avendo compreso questo concetto, non si vaccina? Il mondo è fatto da no-vax?

Le statistiche sembrerebbero  dire di no. I no-vax duri e puri sono circa il 2%…per raggiungere l’immunità basta il 95% e quindi, se solo il 2% si rifiuta, comunque l’immunità è ottenuta…

Ma poi ci sono gli altri, gli esitanti, la cui scelta di negazione è maturata a causa di una serie di fattori che li hanno spinti alla scelta di non vaccinarsi per timore.

Due circostanze portano spesso al rifiuto spiega, in una intervista che ho seguito, il dottor Luca Pezzullo, psicologo, che ha a lungo studiato la psicologia del rischio declinata anche alla vaccinazione. Ad attivarsi, secondo lo studioso, è il fattore “old new risk”. Se un evento è relativamente nuovo lo percepiamo come qualcosa di più pericoloso di quanto non sia realmente. Al contrario un problema vecchio, al quale ci siamo abituati, può venire percepito come meno pericoloso di quanto non sia. Una distorsione sistematica questa che porta a sottostimare o sovrastimare il rischio anche nello scenario che riguarda la malattia  da Sars-CoV2 e i vaccini. A marzo 2020 stavamo incollati ai televisori e i 300 morti al giorno ci facevano paura. Ora quasi nessuno segue il numero quotidiano dei caduti e dei malati che comunque ci provoca meno ansia di allora. E’ un rischio vecchio a cui ci siamo abituati, mentre la vaccinazione e i vaccini sono ancora un rischio nuovo…

Inoltre, probabilmente, un grosso problema che ha contribuito allo scenario attuale è legato a errori di comunicazione sui vaccini: abbiamo speso soldi ed energie in quantità enormi per produrre più che presto vaccini adeguati, ma molto di meno ci siamo spesi per far comprendere  a tutti quanto questi siano tra i farmaci più sicuri nella storia dell’umanità. Averli ottenuti in modo rapido non significa averli prodotti in maniera affrettata!!!

E poco, purtroppo, ad oggi, abbiamo speso per far comprendere a tutti che una malattia infettiva si sconfigge solo lavorando di squadra.

Mi spiego: la protezione per il singolo può anche essere leggermente inferiore, ma ha comunque effetto nel  bloccare il virus nel gruppo. Per sconfiggere una malattia infettiva dobbiamo imparare a superare l’interesse individuale e passare a una logica emergenziale di gruppo, che ci coinvolga tutti al di là delle nostre paure perchè, come ho già detto, non dobbiamo dimenticare che ci possiamo salvare solo tutti insieme!.

Agata Salanitro