«LUI LO HA RIVELATO» (GV 1,18)

Solo nel mistero dell’Incarnazione possiamo comprendere l’Amore di Dio e trovare la nostra strada come credenti. Il prologo di Giovanni ci presenta Gesù come rivelatore del Padre. E’ questa l’identità di Gesù: Lui è l’esegesi del Padre. Il Figlio mostra il Padre così come Egli è. Davanti alla culla di Betlemme, torniamo ad essere contemplativi di tanta Grazia, perché con Gesù passiamo dall’inconoscibilità alla visibilità di Dio. Lui ci schiude il vocabolario della concretezza e del realismo della fede. Non siamo più superati e irretiti nell’indefinito, nell’anonimato o nell’incredulità. Gesù ha reso tutto carne e sangue, ossia volto e bacio tra l’umano e il divino. Ha la stessa natura del Padre, ecco perché può rivelarlo!

La carne di Gesù è il luogo della rivelazione divina, perché Gesù è l’intimo del Padre fin dal principio. È il Logos divenuto Storia.

La fede in Gesù è per noi il vero dimorare nel cuore di Dio.

Tutto questo come lo chiamiamo se non comunione! Nel prologo del Vangelo di Giovanni è scritta la vera rivoluzione, che è insieme spirituale e culturale. Dio, in se stesso, è comunione di persone (Trinità). Giovanni, nell’inno cristologico, ci fa comprendere che l’essenza di Gesù diventa la sua stessa opera. È la Vita e ridona la vita. È la Luce e vince le tenebre. È la Pienezza e si dona a noi come Pane di eternità.

Sento sempre più vere le parole ispirate del gesuita belga, prete operaio e mistico, Egied Van Broeckhoven, riportate nel libro “L’Amicizia”-Diario di un gesuita in fabbrica (1958-1967): «Nell’essenza di ogni persona c’è Dio…Il centro più concreto, più umano della persona è in comunicazione con Dio, è nato da Dio, è nascosto in Dio, porta a Dio, è un passaggio che culmina in Dio. Gli incontri che non tengono presente Dio, che non hanno legami con Lui, risultano alienanti come l’arrivare fino alle porte di una città e non entrarvi». Chi pensa di fare a meno di Dio, deteriora la propria vita, perché non esistiamo per abitare semplicemente uno spazio. È necessario non saltare mai questo passaggio della nostra fede: il Verbo è diffuso in tutta la creazione, da sempre, e ci chiama alla comunione. La Sua regale bellezza è nel mondo, ma le tenebre tentano di sfregiarla usando le nostre coscienze, piegandole al volere del male. Nel duello cosmico però c’è la certezza assoluta del trionfo di Cristo sulla σκοτία (skotia). Il termine, ricordiamo che indica appunto corruzione, inganno, allontanamento, morte.

Se per noi credere significa amare col cuore di Gesù, allora viviamo dando testimonianza veritiera alla Luce, che non verrà mai sopraffatta dall’oscurità, nonostante la storia sia minata e lacerata dall’ignoranza delle cose divine. Se veramente stiamo seguendo il Maestro Gesù, sappiamo che la nostra forza è reperibile solo nella Sua Parola, che la nostra credibilità è riflesso di quella chiamata che ha preso tessuto dentro di noi. È questa la nostra professione: “ogni spirito che confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non confessa Gesù, non è da Dio” (1 Gv 4, 2-3). Custodisci e alimenta in te, anima, l’amore di Cristo e non solo avrai l’unicità della Sua luce, ma sarai luce!

Ylenia Fiorenza