Gesù ha sopportato fino alla fine. Ha subito di tutto. Anche da Risorto ha dovuto sopportare l’incredulità dei suoi discepoli. Quando Gesù apparve a Maria di Màgdala – lo ricordiamo – ella si affrettò a raggiungerli, annunciando loro che il Maestro era risorto, ma i discepoli rimasero chiusi nel lutto e nel pianto. Increduli di quanto ella aveva comunicato con tutta la gioia. E qui, lo vediamo, non si tratta di un difetto di udito, di orecchie otturate, bensì di cuore bloccato, di chiusure interiori. Mentre l’anima della Maddalena sgorga di esultanza davanti alla grandezza del Risorto, loro non alzano lo sguardo!
I discepoli non fanno memoria di quanto aveva promesso Gesù. Maria di Màgdala diceva loro che Gesù era vivo, che lei lo aveva davvero incontrato, che era risuscitato dalla morte, ma loro non credettero. Lei non vaneggiava! Succede allora che Gesù apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna e anch’essi, una volta che ritornarono ad annunziarlo agli altri, sì, neanche loro furono creduti! Che delusione sono questi discepoli! Per istinto, verrebbe proprio di lasciarli perdere…Non credono ai testimoni diretti, all’annuncio!
La sopportazione del dolore, però, in amore, è sempre pazienza. Infinita. L’incredulità dei discepoli, dopo la fuga davanti alla crocifissione, è di per sé un affronto ulteriore: sono incapaci di riconoscere i segni, la certezza del Maestro.
Gesù è abbandonato da molti di loro, ma non si arrende.
Alla fine Gesù li raggiunge, mentre stavano a mensa, semina in loro la verità della sua risurrezione e lo fa rimproverandoli tutti e undici per la loro incredulità e per quella tremenda durezza di cuore, dalla quale non riescono ancora a liberarsi. L’incredulità li aveva risucchiati come le sabbie mobili.
è grave che non hanno creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato. Gesù, dopo aver distrutto la pietra tombale del sepolcro, con la forza del suo amore, ora rotola via quest’altro macigno: l’incredulità mista ad angoscia di chi aveva camminato con Lui, tutti i giorni!
Il masso della morte rappresentava la ferocia della violenza, della corruzione di chi aveva condannato Gesù. Mentre il masso della durezza di cuore dei discepoli simboleggia tutto ciò che soffoca la speranza e rende inoperosi, spenti. Gesù, allora, li scuote, li purifica da ogni dubbio, li guarisce dall’assedio dello scoraggiamento e li manda in tutto il mondo a predicare il Vangelo ad ogni creatura. E quell’andare diverrà un cantare insieme, come Chiesa, la gloria del Signore. Da quel momento, a chi aderisce al mandato del Maestro, non è permesso soccombere nell’ombra della paura o avere ancora sul volto la piaga della tristezza. Non è concesso dimenticare le Parole vive di Gesù, nemmeno quando il male alzerà la voce contro i giusti. Ogni credente è chiamato ad amare e a testimoniare che vive tutto in Cristo e che Cristo vive tutto con chi crede in Lui.
Ylenia Fiorenza