BORGHI MOLISANI

SANT’ANGELO IN GROTTE L’ARMONIA DELLA BELLEZZA TRA ARTE E NATURA

In un mondo frenetico dominato sempre più da discordia e conflitti i piccoli borghi rappresentano un rifugio per l’anima, dove il tempo scorre lentamente e la bellezza si manifesta in ogni sua forma. Qui, tra arte, natura e tradizione possiamo ritrovare il senso di meraviglia e di stupore, che spesso perdiamo nella vita di tutti i giorni.

La bellezza di un tramonto, le delicate sfumature di un fiore, la gentilezza di un gesto, i vicoli che profumano di storia e umanità, l’incanto di un’opera d’arte o di un antico castello hanno il potere di nutrire l’anima e di farci sperare in un mondo migliore. è  proprio questa ricerca della bellezza che mi porta a scoprire gioielli nascosti tra le pieghe del paesaggio molisano.

Il piccolo borgo che ho visitato questo mese è Sant’Angelo in Grotte (Is) frazione di Santa Maria del Molise.

Il paese è arroccato su di un colle a 980 metri di altitudine e si trova sulla strada che collega Castelpetroso e Macchiagodena a circa 43 Km da Campobasso. La sua posizione panoramica offre una nitida visuale della pianura di Bojano e della catena montuosa del Matese.

La bellezza naturale è una caratteristica distintiva di Sant’Angelo in Grotte, in quanto è circondato da una natura incontaminata con 400 ettari di bosco ad alto fusto solcato dal torrente Rio Paradiso.

Conoscevo già il paesaggio spettacolare che avvolge questo borgo in ogni stagione, ma non avevo mai visto gli affreschi della Cripta incastonata nella chiesa di San Pietro in Vincoli. Quindi prima tappa della visita è proprio la cripta con i suoi affreschi della scuola senese: vero gioiello di arte, storia e fede.

La Cripta si raggiunge attraverso una scala collocata all’interno della chiesa, alla destra dell’entrata. Gli affreschi del 1300 sono disposti lungo le pareti e rappresentano le sette opere di misericordia corporale:

  1. DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI;
  2. DAR DA BERE AGLI ASSETATI;
  3. VESTIRE GLI IGNUDI;
  4. OSPITARE I PELLEGRINI;
  5. VISITARE GLI INFERMI;
  6. VISITARE I CARCERATI;
  7. SEPPELLIRE I MORTI.

Il ciclo termina con la visione della città di Betlemme, la città di Gesù che rappresenta l’umanizzazione della divinità e questo significato escatologico, che riguarda i destini dell’uomo e dell’universo, è confermato dall’immagine di un sole antropomorfo: infatti al lato di quest’ultimo affresco è rappresentato un sole con un volto umano, che secondo molti rappresenta la luce, la redenzione, la resurrezione e quindi  l’immortalità.

I dipinti furono commissionati dalla famiglia Santangelo, all’epoca feudataria del paese. La testa d’angelo sotto la rappresentazione della città di Betlemme sarebbe un indizio che potrebbe riferirsi al significato onomastico della casata.

In fondo alla Cripta c’è un piccolo altare in pietra. Il percorso di fede ci porta alla grotta di San Michele scavata nella roccia su cui sorge il borgo. Qui si dice che sia passato San Michele. La leggenda narra che San Michele inseguì il demonio attraverso un foro nella grotta che attraversa tutta la montagna fino a raggiungere il Gargano. Questo luogo è inserito nel percorso turistico che va dalla Normandia Mont Saint Michel, fino in Puglia. E’ una tappa obbligatoria per i pellegrini che chiedono anche un timbro che attesta il passaggio in questo sito.

Nella grotta vi è anche la presenza di una sorgente miracolosa contenuta all’interno di una cavità naturale. Inoltre possiamo ammirare un trono arricchito da formelle di bronzo e la statua di San Michele Arcangelo, raffigurato con la spada in una mano e un globo nell’altra.

Dalla Grotta si prende la Scala Santa sul suo lato destro, che conduce alle porte del centro storico ed ha la particolarità di avere scolpito, sull’alzata di ogni scalino, il nome delle persone che contribuirono alla sua costruzione. Gli scalini sono in tutto 148 e conducono al campanile della Chiesa, che è una torre in pietra staccata dalla sua struttura principale ed è anche la porta di accesso al borgo medievale. Passeggiando lungo la strada principale si arriva al belvedere, dove anticamente c’era un palazzo feudale del quale rimangono, purtroppo, soltanto dei ruderi. Da qui è possibile ammirare le cime circostanti, la valle di Bojano e nelle giornate particolarmente limpide si riesce a vedere anche il Castello Monforte di Campobasso. Questa peculiarità gli ha dato il nome di balcone del Molise.

Tradizioni ed eventi

L’appuntamento più suggestivo dell’anno è rappresentato dall’ incendio del campanile, che si svolge durante la tradizionale fiaccolata in onore di San Michele Arcangelo, festa religiosa che è fissata al secondo sabato e seconda domenica di maggio.

Da ricordare anche il “Ferragosto Santangiolese” che prevede manifestazioni culturali, naturalistiche e gastronomiche.

Nel periodo natalizio nel borgo viene rappresentato un suggestivo presepe vivente. Tutte queste iniziative sono curate con amore e dedizione dalla Pro Loco, che con tanta buona volontà promuove il territorio e tiene viva la memoria storica delle tradizioni locali.

Concludo questa mia visita con il pensiero che la bellezza di questi piccoli angoli di paradiso ci offre un rifugio di serenità. Coltivare la bellezza nelle nostre vite ci ispira un senso di meraviglia e gratitudine per il mondo che ci circonda.

L’auspicio è che questo amore per il Creato prevalga su ogni sentimento negativo e illumini le popolazioni verso un futuro di pace e concordia.

Francesca Valente