FESTA PATRONALE DELLA CITTÀ DI CAMPOBASSO

SAN GIORGIO, UN PROTETTORE DA VENERARE CON PIÙ AMORE

Se non fosse stato per un “forestiero”, la statua del santo protettore della città, San Giorgio, probabilmente, si troverebbe ancora adesso posizionata nel sottoscala della sede del palazzo comunale di Corso Vittorio Emanuele, dopo un continuo peregrinare per elemosinare una collocazione dignitosa. Ebbene ci sono volute la caparbietà, la lungimiranza e la forte carica di religiosità di un Vescovo, Giancarlo Maria Bregantini, venuto dalla Calabria dopo aver lasciata la terra natìa del Trentino, per prendere in pugno una situazione che nessuna autorità civile ha saputo o voluto affrontare con determinazione per dare una sistemazione decorosa, oltre che una opportuna visibilità alla struttura che vede il Santo protettore del capoluogo regionale in groppa ad un cavallo.

Questo combattente della milizia celeste, ammirato ed imitato in ogni angolo del mondo, nel nostro territorio, evidentemente, non ha trovato molti estimatori, se è vero, come è vero, che la statua che lo raffigura ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, prima di approdare nella piazza più importante della città, proprio dinanzi alla casa comunale, così come indicato da padre Bregantini, da poco collocato a riposo dalla Chiesa per raggiunti limiti di età.  Amministratori anticlericali, evidentemente, non hanno riservato la giusta attenzione per il Santo Patrono che, se vogliamo, ancora oggi, non gode di ottima salute, in fatto di considerazione.

La festività patronale dovrebbe rappresentare l’evento religioso più amato da chi amministra la città e dagli stessi cittadini che al santo si rivolgono per chiedere aiuti specie per essere protetti nella cattiva sorte. Né i primi né la popolazione, diversamente da quanto avviene in altre realtà ove il santo patrono viene ossequiato e rispettato, qui da noi hanno una particolare predilezione per il santo venerato in Palestina sin dal IV secolo, dove venne costruita una chiesa in suo onore, prima che il culto si diffondesse in oriente e in occidente.

Per tanto tempo l’altorilievo in marmo, raffigurante S. Giorgio a cavallo che calpesta il drago, trafugato da ignoti nel 1975 e ritrovato successivamente dai Carabinieri nel Lazio e restituito alla città, è stato ospite dell’antica omonima Chiesa romanica risalente al decimo, undicesimo secolo, sotto la Collina Monforte, da dove annualmente prende avvio la tradizionale processione nel giorno a lui dedicato, il 23 aprile.

La statua equestre di S. Giorgio, ridotta quasi a niente col tempo, è stata oggetto di rifacimento nella attuale versione, particolarmente apprezzata dal Vescovo Ettore De Filippo che ne promosse la collocazione nella Cattedrale, ove è rimasta per alcuni anni, prima, appunto, che il vescovo Bregantini caldeggiasse e ottenesse la sistemazione davanti al Comune. Bregantini, per la verità, ha inculcato nella mentalità dei campobassani anche e soprattutto la devozione verso il Santo Patrono, ad amarlo e rispettarlo tutti i giorni e non solo nella circostanza della ricorrenza. I fedeli hanno iniziato a partecipare più convintamente al rito della processione e, in generale, a tutte le iniziative, civili e religiose, messe in campo per dare risalto al Patrono.

Protettore antichissimo di Campobasso, unitamente a San Michele Arcangelo, per via della vicinanza del Gargano in cui trovasi la grotta dell’Apparizione e dove spesso accorrono i molisani, S. Giorgio è diventato col tempo unico titolare, proclamato dopo una apparizione del Santo guerriero, durante un terribile assedio alla città per la cui intercessione ne rimane liberata. Non si hanno notizie certe però sul periodo e su quale assedio. Sembra più probabile, invece, sostenere il culto di S. Giorgio essere stato introdotto da quando a Campobasso vi si insediarono gli slavi, essendo risaputo il Santo essere l’universale protettore di tutta la gente slava. Attualmente la Chiesa di San Giorgio, da dove continua ad uscire la processione, che quest’anno vede la presenza, per la prima volta, del nuovo pastore della diocesi, don Biagio Colaianni, dipende dalla Parrocchia di San Leonardo.

Nel solco tracciato da monsignor Bregantini, siamo convinti che il nuovo condottiero della Curia saprà proseguire nel percorso iniziato e dare ulteriore impulso affinché i cittadini del capoluogo regionale possano amare ulteriormente il loro caro protettore.

Michele d’Alessandro