NELL’ANNO DELLA PREGHIERA “PREGARE CON I SALMI”

IL SALTERIO: IL LIBRO DEI SALMI

Nell’Anno della Preghiera che stiamo vivendo, tra i primi sussidi didattici pubblicati dalla Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero dell’Evangelizzazione, troviamo Pregare con I Salmi: un piccolo testo, come tutti gli altri, del grande biblista Cardinale Gianfranco Ravasi.

Piccolo per forma e brevità, ma grande per la risonanza, intellettuale spirituale ed esistenziale, che sprigiona. Lascia una impronta nel cuore di chi si dispone seriamente ad imparare alla sua scuola di preghiera. Non è, infatti, di immediata lettura: più che letto, va ri-letto ponderato ruminato e nell’ultima parte, la più consistente (un Salterio in miniatura con brevi commenti ai Salmi più cari alla tradizione e alla liturgia) ripetutamente consultato.

Nella premessa Ravasi precisa lo scopo del suo volumetto:

Un invito ad entrare nell’Anno giubilare tenendo tra le mani il Salterio, il libro destinato per eccellenza alla sosta orante e al silenzio contemplativo.

La speranza è quella che tutti i fedeli attingono in pienezza a questi “meravigliosi tesori di preghiere”, come il Concilio Vaticano II ha definito i Salmi (Dei Vestum n. 15).

I 150 Salmi raccolti nel Salterio.

Scopo perfettamente raggiunto dalle sue pur limitate paginette: ci rimettono in mano e …nel cuore, anche a chi esercita la pratica quotidiana dei Salmi nella Liturgia della Santa Messa e delle Ore, l’intero Salterio per farci scoprire e godere una più profonda familiarità con i suoi meravigliosi tesori di orazione. Riprendendoli in mano da scolari oranti, tuffandoci nei lori versi con la guida magistrale di Ravasi, i salmi ci suscitano nuovo stupore. Capiamo di più perché sono espressi in forma poetica e cantati da millenni, anche accompagnati da strumenti musicali, come il Psalterium in latino (piccolo ed antico strumento musicale a corde usato dagli Ebrei per accompagnare i Salmi) che dà il nome di Salterio all’intera raccolta dei Salmi. Ci invitano a sostare (esercizio interiore da non sottovalutare in questo nostro tempo “liquido” nel quale tutto si vive in maniera frettolosa e da consumare), a meditare…persino a cantare e suonare le meraviglie divine e umane che contengono.

Sant’Agostino ci ricorda, forse, che chi canta prega due volte? Solo con questa profonda adesione orante (intima silenziosa nella preghiera personale, sonora nelle liturgie ordinarie o musicata in quelle solenni), possiamo esclamare con lui mentre commentava il Salmo 38 di ringraziamento: Psalterium meum, gaudium meun, o mio Salterio, mia gioia! Perciò Ravasi ci insegna che gli aggettivi possessivi e i pronomi personali: mionostro, rivolti a Dio ritornano per 75 volte nei Salmi. Atteggiamenti oranti che, precisa, non ci racchiudono in un’oasi sacrale e misticheggiante, ma ci spingono a percorrere le strade della storia, anche quelle sassose, e a vivere la fede nel giorno della festa, ma anche nella notte tenebrosa della prova. Sempre, però, con una certezza: mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto (Salmo 27,10).

STUTTURA DEL LIBRETTO

Si dipana in soli quattro capitoli. Centrale per capire la loro funzione non certo esegetica (i vari autori del Salterio il lungo periodo storico, quasi millenario, che abbraccia prima della venuta di Cristo) bensì didattica è il terzo.

Pregare con I Salmi guida a cogliere, aprendo e riaprendo il Salterio, l’essenziale: appunto l’essenza, la sostanza di Salmi. Molto eloquente il titolo: I Salmi Parola di Dio e dell’Umanità: l’incontro tra Dio e l’orante.

Il vero orante ispirato e radiato nello Spirito di Dio. Questa sostanza dialogica è tutta contenuta nella parola ebraica hesed: una relazione di amore e fedeltà, un abbraccio tra Dio e l’orante. Un abbraccio tra i due protagonisti della preghiera che genera profonda comunione, intimità e che, perciò, risuona un centinaio di volte nel Salterio. Una comunione d’amore anche nel tempo della prova e della sventura (i numerosi Salmi della lamentazione) sempre proiettati verso un futuro di liberazione. Dio è Amore: non ci ripaga secondo le nostre colpe. (Salmo 103,10). L’Amore che non si incrina neppure alle tante infedeltà del popolo israelita: Si ricordò della Sua alleanza con loro, si mosse a pietà per il suo grande amore (Salmo 106, 45). Perciò Dio va continuamente pregato e lodato per i prodigi che compie: Lodate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua bontà (Salmo 107, 1): la comunione con l’amore di Dio nella preghiera è vittoria, pace e felicità anche terrena.

Perciò nel solo Salmo 136 l’eterna misericordia di Dio, il Signore dei signori, viene lodato per ben 26 volte. L’hesed ebraico, nelle varie edizioni del Salterio, viene tradotto con amore – bontà – misericordia – pietà, ma sempre sta ad indicare una relazione che unisce indissolubilmente Dio il suo fedele e il suo popolo: ieri Dio e il popolo di Israele, oggi “lo Sposo Cristo e la Sua Sposa la Chiesa”. Una alleanza eterna: non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione (Salmo 16, 10). Un’alleanza espressa nelle varie circostanze della vita che Ravasi riassume in una bellissima espressione, ripresa dal poeta francese Claudel: l’arcobaleno della preghiera salmica.

I salmi dal colore cupo della supplica e i salmi dai colori splendenti del ringraziamento e della fiducia e variamente colorati i salmi regali, sapienziali, liturgici: un mare magnum che Ravasi (da espertissimo condottiero) facendo salire tutti sulla sua imbarcazione, fa solcare tutti in maniera nuova. Tutti: i re della Terra e i popoli tutti, i giovani e le fanciulle, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore (Salmo 148, 11-13).

In maniera nuova anche, come me scrivente, per i vecchi, nella vecchiaia daranno ancora frutti (Salmo 92,15).

I Salmi: Preghiera Biblica ispirata per ogni età, ma sopra tutto preghiera perenne per ogni epoca storica. Particolarmente per la nostra deviata nei gorghi del relativismo e dell’individualismo più sfrenato, e ancor più minacciata da focolai di guerra sempre più accesi, estesi e devastanti.

Rosalba Iacobucci