ACCORGERSI Rubrica a cura della Scuola di Cultura e Formazione Socio-Politica “G.Toniolo”

“DIGNITAS INFINITA”

Una riflessione sulla dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede circa la Dignità umana

A 75 anni dalla Dichiarazione dei diritti umani (10 dicembre 1948) la Chiesa pubblica il documento Dignità infinita per ribadire che la dignità, che spetta ad ogni essere umano, è immensa e inalienabile. Attorno alla centralità e all’inviolabilità della dignità, la Chiesa richiama il mondo intero ad assumersi la responsabilità verso la vita e a difendere ogni persona da tutto ciò che può metterla a rischio.

Perchè infinita

L’aggettivo infinita ci deve portare a comprendere che la Chiesa quando parla di dignità della persona parla della sua sacralità. L’altro nome della “Dignità” è infatti “Sacralità”! La creatura è sacra perchè è amata da Dio. Ecco perchè è da respingere tutto ciò che può sfigurare, offendere, violare questa sua sacralità. Penso, a tal proposito, che è necessario recuperare la voce del Concilio Vaticano II e in particolare la cosa più bella che sia mai stata scritta e detta al mondo mediante la Gaudium et Spes, la Costituzione pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo: “l’uomo in terra è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stesso” (cfr n.24). E’ proprio questo suo amore, così carico di senso, così viscerale che nobilita la persona. La sua dignità è perciò inseparabile dall’amore del suo Creatore. Ancora più esplicitamente, si può dire che la dignità dell’essere umano risiede nell’amore del suo Creatore. E’ la sua identità! La trama divina, di cui è protagonista la persona creata, ha un valore infinito, intrasgredibile. In una parola, sacro! Questo concetto fa venire alla luce la verità fondante che nella creatura umana dimora l’immagine e la somiglianza divina. Ed è questo sigillo l’identificativo che avvalora tutto ciò che la riguarda. In virtù di questo, la persona è ontologicamente degna di amore, perchè nata da Colui che è Amore. Mossi da questa convinzione, solo allora, come credenti, possiamo essere il prolungamento di questa universalità della sollecitudine divina e infondere nella società la declinazione di questo amore concretamente vissuto come cura, come accoglienza, come prossimità.

La dignità umana non può essere perduta

Nella presentazione della dichiarazione il Cardinale Prefetto, Víctor Manuel Fernández scrive che “La Chiesa nutre la profonda convinzione che non si può separare la fede dalla difesa della dignità umana, l’evangelizzazione dalla promozione di una vita dignitosa, e la spiritualità dall’impegno per la dignità di tutti gli esseri umani”.

La più grande missione ecclesiale è comunicare e testimoniare alla storia che la creatura umana è intrisa di dignità, specie quando è esposta a minacce ideologiche o inganni morali. Nel testo si legge chiaramente che “la storia ci attesta che l’esercizio della libertà contro la legge dell’amore rivelata dal Vangelo può raggiungere vette incalcolabili di male inferto agli altri.

Quando questo accade, ci si trova davanti a persone che sembrano aver perduto ogni traccia di umanità, ogni traccia di dignità” (n. 7). Il male cioè insorge lì dove la persona tende a voltare le spalle al suo valore assoluto e cede alla tentazione di opporsi e contrapporsi a Dio e ai fratelli. Il male è la visione corrotta di tutto ciò che esiste.

Si può riassumere l’argomento con questa unica frase: il male è l’uomo che ripudia se stesso, abitando il tragico insediarsi della morte in lui. L’autentica vocazione è, invece, raggiungere la pienezza del suo “essere degno”, sapendo che agli occhi di Dio non ci sarà mai nessuno tra i suoi figli che possa considerarsi “indegno”. E’ affermare che “la dignità della vita umana non è legata solo alle sue origini, al suo venire da Dio, ma anche al suo fine, al suo destino di comunione con Dio nella conoscenza e nell’amore di Lui” (n. 20). Un conto è, allora, sentirsi d’essere chissà chi…, altro è sentirsi d’essere soltanto! Ed è quest’ultimo che basterebbe per assumere tutta la grandezza della propria dignità. Ora, se tutti gli esseri umani, sono ricreati nel Figlio Gesù, tutti – e non potrebbe essere diversamente – sono chiamati, come Lui, a vivere le tre unità cristologiche, che sono: crescere sotto l’azione dello Spirito Santo, riflettere la gloria del Padre, partecipare la vita eterna costruendo il Regno il Dio.

In Gesù l’espressione massima della dignità umana

Cristo eleva, infatti, la dignità dell’uomo. E l’uomo è chiamato ad educarsi ai suoi sentimenti, al suo sguardo, ai suoi atti di misericordia. Dinnanzi a Lui, nessuno è mai escluso, ma tutti sono raggiunti dall’inaudito accaduto: l’uomo è più della sua fragilità, della sua piccolezza, addirittura vale più del suo peccato! Quando il vuoto o la confusione si diffondono, bisogna sempre soffiare sulla cenere, alla ricerca della brace e ravvivare così la fiamma del valore della persona.

Là dove l’uomo fallisce, lì la misericordia guarisce! La modalità con cui Gesù chiama la nostra libertà a coinvolgerci col disegno di Dio consiste nel riconoscimento incondizionato della dignità di ogni persona. Questo principio nuovo rivelato e incarnato da Gesù nella storia umana consiste realisticamente nel giudicare più “degno” di rispetto e di amore il più debole, il misero e il sofferente. E’ sempre la dignità il fondamento dei diritti e dei doveri umani.

Si tratta di “una liberazione che dal cuore delle singole persone è chiamata a diffondersi e a manifestare la sua forza umanizzante in tutte le relazioni” ( n. 29).

Il rispetto infinito della dignità della persona, insegnatoci da Gesù, è la risposta più vera che l’Umanità attende da noi che diciamo di conoscere Dio e di riconoscere Gesù nei poveri e negli esclusi.

L’acquisizione di questa responsabilità ci orienta in maniera certa e gioiosa verso la coerenza con la logica del Vangelo.

Gli ultimi sono presenza di Cristo (Mt 25, 31-46). Nell’evento pasquale, bisogna ben intendere che ha origine la comunità dei salvati, intesa come coloro che portano ai fratelli gli effetti della salvezza, la schiudono perchè l’hanno creduta e assunta come potenza e compassione. Capiamo, inoltre, che senza l’incontro con Gesù, mistero storico, l’uomo non potrà mai cogliere il valore della sua libertà e capire le implicazioni decisive del suo esercizio, perchè la sua esistenza mancherà di un fine certo di beatitudine. Mancherà di quella ostinazione cristica, che riscatta l’umano dalle sue cadute.

Uno sguardo alle gravi  violazioni della dignità umana del nostro tempo

In questo quadro si inseriscono la denuncia di ciò che deturpa la fibra invisibile che rende meravigliosi gli esseri umani, e anche l’urgenza di consolidare l’insuperabilità della loro dignità, tramite quella nostalgia di bene che si riflette nel loro pianto e nel loro gemito, davanti all’oppressione del mondo. L’epocale mutamento di paradigmi cui stiamo assistendo, ci chiede di mettere al riparo le vittime di questi sistemi perversi, che fanno passare per bene ciò che è male!

La fraternità è la “sapienza nuova”, l’unico potere che le persone hanno per determinare la condizione irrinunciabile del loro esistere. La fraternità, come antidoto ai veleni e alle forme di male esistenti nell’uomo e nei suoi esodi interiori, è futuro di pace. Nel documento sono denunciate, con una sintesi efficace, tredici forme e strutture di morte ingannevoli, inflitte agli innocenti, per individuarne la matrice e debellarla con l’assalto dell’Amore, che, ripeto, è la sola dimensione originaria della sacralità della creatura umana. E sono: Il dramma della povertà, la guerra, il travaglio dei migranti, la tratta delle persone, gli abusi sessuali, le violenze contro le donne, l’aborto, la maternità surrogata, l’eutanasia ed il suicidio assistito, lo scarto dei diversamente abili, la teoria del gender, il cambio di sesso, la violenza digitale.

Per non dare una riflessione approssimativa su questi drammi e per entrare nella problematica di ogni singolo male, è necessario un ulteriore approfondimento e magari un ciclo di dibattiti aperti a tutti, perchè convinti, come Papa Francesco, che è necessario aprire la mente al nostro cuore e  sentire che Gesù ci aspetta nel cuore ferito del fratello, nella sua notte, perché la rischiari con la Sua Risurrezione.

Ylenia Fiorenza