SPECIALE

L’ADDOLORATA, LA PICCOLA NAZARET E LA LUCANIA

La gratitudine di padre GiancarloMaria Bregantini

“Ora il complesso itinerario della nomina di un mio successore si è concluso ed in data odierna il santo Padre nomina arcivescovo di Campobasso-Bojano S.E. Mons. GianCarlo Maria Bregantini, dal 1994 Vescovo di Locri-Gerace”. Scriveva così monsignor Armando Dini il giorno otto novembre 2007 nel suo saluto di commiato dall’Arcidiocesi del capoluogo regionale, dopo oltre nove anni di comando, in qualità di pastore del gregge, dal 1998. “…Accogliamolo con affetto e disponibilità a quanto il Signore vorrà fargli dire e compiere in mezzo a noi. Perché cresca nella nostra Arcidiocesi il Regno di Dio che è Regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace” – aggiungeva- nel presentare il suo successore. “Maria, la Madre di Gesù, Patrona celeste in terra molisana col titolo di Addolorata, guidi col suo sorriso il mio cammino: sia lei a proteggere i passi di tutti noi, sostenere le nostre trepidazioni, tergere ogni nostra lacrima. E San Bartolomeo Apostolo, mi conceda di attingere alla sapienza dell’amore di Gesù, per seguirlo con fede ed entusiasmo nel ministero episcopale in mezzo a voi” – esordiva il pastore trentino arrivato dalla inquieta Calabria, monsignor GianCarlo Maria Bregantini, da uno scenario completamente diverso, come quello della Cattedrale di Piazza Prefettura, rispetto a quello odierno in scena dalla meravigliosa Basilica Minore dell’Addolorata di Castelpetroso.  Cambia la location, ma non muta la spiritualità, la forte, intensa, ispirazione di un affidamento che mai deluderà: anche monsignor Colaianni, che da questo momento si dona con tutto l’affetto possibile e con tutta la sua carica di grazia al popolo molisano, sin dal suo arrivo, così come ha fatto il suo antesignano,  si pone sotto il manto protettivo dell’Addolorata di Castelpetroso e sotto il vigile sguardo compassionevole  di S. Bartolomeo Apostolo, patroni della Arcidiocesi, affidatagli da Papa Francesco, per dare seguito al servizio pastorale che Bregantini ha dovuto lasciare per raggiunti limiti di età.  La Madre che mai tradisce, la Madre di tutte le madri, la Madre che perdona tutto, la Madre che si fa trafiggere il cuore, la Madre che si priva di tutto per donarlo ai figli, la Madre che mai si degnerebbe di far torto ad alcuno, la Madre che, come un’aquila veglia la sua nidiata, è la Madre tenera e rispettosa alla quale tutti ci rivolgiamo, ci rifugiamo, per avere un sicuro e affidabile paracadute nel volo della nostra vita. Ebbene, l’Addolorata ha rappresentato per Bregantini e rappresenta per Colaianni, il nido nel quale depositare tutte le speranze, le attese, le risposte ai progetti di Dio, sempre imprevedibili e misteriosi, per un ministero episcopale lineare e importante per la propria esistenza.

Siamo arrivati al cambio del pastore per il gregge rappresentato dalla popolazione della diocesi del capoluogo regionale, gregge che si è alimentato per ben sedici anni dei cibi appetitosi del sacerdote trentino Bregantini, che dal profumo piacevole delle mele della propria terra è passato all’altrettanto gradevole profumo del bergamotto  di terra di Calabria, e che ora dovrà sfamarsi, in continuità, con i frutti altrettanto saporiti provenienti dalla terra della Lucania. Da qualsiasi angolazione lo si voglia guardare, l’evento che sta vivendo l’arcidiocesi di Campobasso-Bojano,  con il ministero della successione apostolica, è un momento di profonda gioia, di immensa festa, per la Chiesa locale, per la sua gente, chiamata ad assistere ad una manifestazione nella quale deve depositare tutto il suo amore, la sua cristianità, il suo fervore  spirituale, la sua filiale accoglienza, con l’impegno di essere convinta esecutrice delle prelibatezze che verranno elargite. I Vescovi si chiamano e sono i “successori degli apostoli”.

Dopo la scomparsa degli apostoli, i Vescovi realizzano una presenza del ministero apostolico e, con questo, – del Signore stesso alla testa delle comunità, al posto degli Apostoli ormai assenti. Viviamo con giubilo, con infinita gioia, questa stupenda pagina di vita della nostra Chiesa, incrollabile istituzione che resiste ad ogni intemperia, nella consapevolezza di trovare in essa sempre la sponda alla quale appoggiarsi nei periodi bui della nostra vita.

Salutiamo con genuini sensi di gratitudine padre GianCarlo Maria Bregantini che con zelo e inesauribile carica di fede, impartita in ogni circostanza con amorevole senso paterno, per ben sedici anni ci ha “curati” , donandoci ogni farmaco disponibile nella sua casa di Dio. La sua guida certamente lascia in eredità perle preziose, unitamente, perché no, anche a qualche ruga, come egli stesso ha avuto modo di riferire in occasione dei suoi interventi. Sicuramente però non si è fatto mai desiderare garantendo a tutta la popolazione la sua utilissima presenza, dovunque e comunque. Un pastore che non ha mai lasciate sole le sue pecore e che nel Molise – come ha avuto modo di ripetere lui stesso – si è sentito “come in una piccola Nazaret”.   Come, siamo convinti, se abbiamo capito qualcosa dalle sue prime mosse, farà sicuramente il successore, padre Biagio Colaianni, che ci aiuterà a camminare verso il padrone della vita e fare insieme un percorso di grazia. Ma di lui avremo modo di occuparcene nel corso della sua permanenza tra noi, che prende il via solo adesso.

Michele D’Alessandro