VANGELOSCOPIO

«CONSEGNATO NELLE MANI DEI PECCATORI» (MC 14,41)

Chi ama ha il potere di scrutare più di tutti il soffrire di Cristo, perchè l’Amore che arde in noi è il modo di respirare di Dio stesso. Se pensiamo a cosa è successo a Gesù prima davanti a Giuda e poi davanti ad una folla armata di spade e bastoni, inviata da coloro che, da lì a breve, lo avrebbero condannato come reo di morte, davvero possiamo passare dall’esperienza alla sapienza, perchè apprendiamo come portare dentro i dolori, i tradimenti, il patire, senza temere più la croce, senza perdere la dolcezza d’animo.

Il tradimento di Giuda è sullo sfondo, ma a riempire di strazio la tragica scena sono i sacerdoti, gli scribi e gli anziani, la loro prepotenza, il loro delirio di onnipotenza, che li porterà a condurre il Figlio di Dio davanti al sommo sacerdote, come un criminale. Anche oggi ci sono i delatori, gli accusatori che trafiggono senza scrupoli persone innocenti, che raccontano quel male che hanno covato segretamente dentro, ma che poi attribuiscono agli altri, mentendo sfacciatamente. Costoro, purtroppo, sono presenti anche oggi in quegli ambienti fatti di stanze anche ‘sacre’. Non si fanno alcun problema di coscienza a riferire come serpenti il fetore del loro interno veleno.

Per tutta la notte il sinedrio riunito sentenziava contro Gesù. Lo accerchiarono. L’evangelista riporta che i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.  Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. Ma si può arrivare a questo? Testimoniare il falso nei confronti di Colui che è la Verità! Una scena ridicola e pericolosa insieme. è così l’agire del male e dei malefici! Sempre ridicolo e pericoloso! Al vertice di questo perfido teatrino c’era il sommo sacerdote che si  mise ad interrogare il Cristo e Gesù, poichè non aveva nulla da rispondere a chi già in cuor suo lo aveva condannato, preferiva tacere! Gesù aprirà la bocca solo quando il sommo sacerdote, senza sapere che stava asserendo finalmente il vero, lo chiamerà per nome, col suo vero nome: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». E Gesù rispose: «Io lo sono!». Davanti alle falsità si fa silenzio, perchè la falsità è vana, è vuota, è di per sè morta, mentre si parla solo per dire la verità, forza vivente!

La verità risposta da Gesù fu concepita dagli stolti e duri di cuore come una bestemmia e lo mandarono a morire. Nel Vangelo, subito dopo, troviamo un altro particolare drammatico. Alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo, a percuoterlo. I quattro verbi della violenza più diabolica. Per tutta la notte Gesù subí tutto questo! Ciò ci fa capire che a Gesù non fu concesso nemmeno un attimo di riposo. Quando finì il consiglio, Gesù fu messo in catene e consegnato a Pilato. Ormai sfinito dall’orrore di cui sono capaci gli uomini lontani dal cuore di Dio. Anche  Pilato prese a interrogarlo e intanto i sommi sacerdoti gli muovevano molte accuse. Pilato, ricordiamo, rilasciò Barabba, “volendo dar soddisfazione alla moltitudine” (Mc 15, 15) e  dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Ecco cosa intendeva Gesù con quelle parole pronunciate nel Getsemani, tornando per la terza volta dai discepoli che trovò ancora addormentati: «Ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori». I peccatori che portavano dentro il peso atroce delle tenebre più fitte, seduti sui troni del potere più oscuro. Eppure Gesù, il Salvatore condannato a morte da costoro, è il Bene che non finisce mai di fiorire e di mettere a tacere il male risorgendo!

Ylenia Fiorenza