Il 18 u.s. la Curia Arcivescovile di Campobasso – Boiano, la Caritas Diocesana, Area Mondialità e Pace, insieme ad associazioni del volontariato sociale, culturale, ed organizzazioni sindacali, hanno effettuato, a Campobasso, una Marcia per la Pace, con il desiderio di cominciare il 2024 manifestando insieme contro la guerra e la sua cultura di morte.
“La terza guerra mondiale a pezzi”, come la definisce papa Francesco, è in atto da troppo tempo tra l’assuefazione e l’indifferenza di molti. La martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, le tante guerre dimenticate che non fanno più notizia e i tanti focolai in atto, ci interrogano e ci impongono comportamenti attivi per invocare la Pace. La guerra si può e si deve fermare. Cessate il fuoco subito: la via della pace è stato il life motive della manifestazione, caratterizzata da un lungo lenzuolo bianco, testimone delle tante vittime di guerra, da tante bandiere della pace e striscioni, preparati anche dai bambini presenti, con l’invito a cessare il fuoco ora. “Basta la Guerra. Viva la pace” lo slogan che i bambini hanno gridato lungo tutto il percorso della marcia effettuato insieme alle famiglie ed ai loro docenti. Attraverso la lettura di poesie e canti i bambini hanno auspicato la fine di tutti i conflitti. Le troppe guerre in atto nel mondo minano la stabilità, la sicurezza e la prospettiva del pianeta e dell’umanità che lo abita. Contro questo scenario che minaccia il mondo intero la società civile locale ha voluto riaffermare la cultura e la forza della pace, invitando la comunità internazionale a far cessare il fuoco, attraverso un’iniziativa diplomatica multilaterale, il dialogo, la mediazione e l’ascolto, mezzi preziosi per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, garantendo la sicurezza mondiale. Il lungo corteo con fiaccolata ha attraversato alcune strade cittadine muovendo da piazza san Francesco, dove sono state lette, dai bambini, alcune poesie sulla pace. Le letture di alcune testimonianze sulle conseguenze delle guerre, da parte di alcuni partecipanti, i canti dei bambini, l’invito di mons. Giancarlo Bregantini e del Sindaco ad adottare comportamenti di pace e fratellanza hanno concluso la manifestazione.
Corsa agli armamenti
Laguerra e i conflitti armati non portano solo morte e distruzione, ma anche devastazione dell’ambiente e distruzione del clima. La guerra è un’offesa ai poveri che più di tutti ne pagano le conseguenze, un crimine contro l’umanità.
Le modalità di offesa oggi sono cambiate nei tempi e nella potenza. Non più due blocchi contrapposti che si affrontano su campi di battaglia in maniera paritaria per risorse. I potenti mezzi di distruzione in possesso dei paesi belligeranti determinano sempre più vittime incolpevoli, civili, in maggioranza donne e bambini che non sono numeri o “danni collaterali”, come qualcuno osa definirli, ma persone, volti, storie di cui non sappiamo nulla e che spesso risultano senza identità. Certo trovare la soluzione non è semplice. Occorre attivare i canali della diplomazia e della comunicazione, anche partendo dalla riduzione delle spese per gli armamenti. Secondo i dati resi disponibili dall’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (Sipri – anno 2023) le spese militari mondiali ammontano a 2.240 miliardi di dollari, pari a 300 dollari pro capite, per i pacifici cittadini che lo ignorano. Papa Francesco ci invita “parlatene, diffondete affinché si sappia”. E noi lo vogliamo diffondere. La spesa per la corsa agli armamenti vede in testa gli Stati Uniti, la Cina, la Russia e l’India, per una percentuale di Pil impegnata, nel 2022, che varia dall’1,6% al 4,06%, rispetto all’Italia che, si fa per dire, ha impegnato solo l’1,68% del Pil, pari a 33.489.705.251 dollari, con prospettiva di aumento al 2% entro il 2025.
Politiche ed educazione
Se l’ammontare complessivo destinato agli armamenti fosse investito in politiche di contrasto alla povertà, nella sanità, nell’istruzione, in una economia disarmata, avremmo un mondo più sostenibile, più giusto, più equo con pari opportunità e le persone non si vedrebbero costrette a forzate migrazioni per sopravvivere, con buona pace delle popolazioni accoglienti, anzi respingenti. Occorre eliminare alla radice le cause della guerra ed affrontare le ingiustizie: fame, povertà, sfruttamento di persone e risorse. La guerra, inutile e criminale strage, che arricchisce pochi a danno di molti, non può essere l’unico modo di risoluzione dei conflitti.
I bambini che hanno risposto all’appello lo sanno bene, attesa la costante ed impegnativa politica di educazione alla pace che quotidianamente i loro insegnanti mettono in atto, per prepararli ad un mondo migliore attraverso il dialogo, la mediazione, l’accoglienza, il rispetto reciproco.
è l’impegno della società civile, istituzioni civili e religiose, associazionismo che, contrastando la cultura della guerra e della morte, deve promuovere la cultura della pace e dell’educazione alla pace. Afferma il cardinale Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme: “Se vi è chi continua a ostinarsi nell’arte della guerra, noi saremo ancora più ostinati nell’arte di mettere pace, rieducando le persone alla pace, alla non violenza, imparando a conoscersi ed incontrarsi”, perché, come afferma papa Francesco “la bontà, insieme all’amore, alla giustizia ed alla solidarietà, non si raggiungono una volta per tutte, ma devono essere realizzate ogni giorno”. Affinché ciò sia possibile è indispensabile dare contenuti, credibilità e concretezza alle parole “verità, riconciliazione, perdono, giustizia”, per costruire un mondo migliore e diverso.
E noi vogliamo impegnarci perché questo sogno possa realizzarsi. “I have a Dream”, come sosteneva Martin Luther King.
Silvana Maglione