SPECIALE ACCORGERSI Rubrica a cura della Scuola di Cultura e Formazione Socio-Politica “G.Toniolo”

UN CAMMINO DI SPERANZA PER LA NOSTRA REGIONE DEL MOLISE

Priorità da scegliere, per affrontare da cattolici, in vista del Bene comune, le elezioni regionali del 25 giugno 2023

Come Vescovi della Metropolia del Molise, in vista delle prossime Elezioni  regionali,  riteniamo utile presentare con fiducia, all’attenzione dei candidati e delle nostra comunità civili ed ecclesiali, le PRIORITÀ da tenere ben presenti in un cammino di speranza per la nostra Regione del Molise. Sono indicazioni elaborate dallo studio della Dottrina sociale della Chiesa, in ascolto delle fragilità della nostra terra, che si trasformano in autentiche sfide. Le abbiamo raccolte dalla voce viva della nostra gente, dopo aver coinvolto gli Organismi diocesani e i nostri parroci, sparsi su tutto il territorio regionale.

1- I fondamenti valoriali

Con papa Francesco, ci piace ricordare “che le sfide esistono per essere superate, senza perdere l’allegria, l’audacia e la dedizione piena di speranza”(Evangelii Gaudium, n, 109). Raccogliendo poi il suo augurio, “chiediamo al Signore che cresca il numero di persone capaci di entrare in un autentico dialogo che si orienti efficacemente a sanare le radici profonde e non l’apparenza dei mali del nostro territorio. La politica, infatti, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune. Prego – aggiunge il Papa – che il Signore ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri. E’ perciò indispensabile che i governanti e il potere finanziario alzino lo sguardo e allarghino le loro prospettive, che facciano in modo che ci sia un lavoro degno, istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini.

E perché, allora, non ricorrere a Dio affinché ispiri i loro piani? Sono convinto –  conclude – che a partire da un’apertura alla trascendenza, potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed economica che aiuterebbe a superare la dicotomia assoluta tra l’economia e il bene comune sociale”(E.G. n. 205).

Noi Vescovi del Molise, nel dire grazie ai candidati che hanno sentito nel cuore e poi risposto con fiducia a questa vocazione, chiediamo di tener presenti alcune priorità, nella formulazione del progetto che ogni partito presenta all’attenzione dei cittadini Molisani.

2 – Le ferite più dolorose della terra molisana

Siamo perciò partiti da sette fragilità, come sette ferite della nostra terra. Le fragilità sono il nostro punto di partenza. Anzi, sono la ragione del nostro esserci e del nostro impegno. E’ lo spazio da abitare da protagonisti.

Si fanno subito sette sfide, quali cifra fondativa. Richiedono molta umiltà, puntando sul primato del NOI, per camminare insieme, in modo da raccogliere la lezione che ci è giunta dalla pandemia.

  1. Sfida socio-sanitaria
  2. Sfida occupazionale e formativa, nella dinamica del lavoro
  3. Sfida come territorio, che chiede interventi diretti sulle frane e sulle strade
  4. Sfide come visione globale, per una comune e concreta programmazione (PNRR)
  5. Sfida del NOI, per pensare e vivere politicamente
  6. Sfida a livello di pubblica amministrazione e dei servizi regionali, per uno sguardo di prossimità empatica e di concreta lungimiranza
  7. Sfida del cuore, a livello di ogni amministratore, data la perenne insidia del potere.

Partendo da ciascuna di queste fragilità, come Vescovi abbiamo steso alcune linee guida, che mettono in evidenzia le priorità su cui puntare, per poter meglio servire il Molise. Sentiamo perciò di aver bisogno di  una politica, con sette caratteristiche, colori di pace, dalle vette dei monti del Matese fino al mare Adriatico.

3 – Gli obiettivi della politica, in un’ottica di pace e di solidarietà.

Davanti a queste dolorose e storiche ferite, che riscontriamo nella terra Molisana, come Pastori chiediamo di poter realizzare un cammino di pace e di solidarietà, fatto di sette passi.

  1. Una Politica fortemente identitaria, che raccolga le tipicità della nostra Regione, dando priorità alle aree interne, nella valorizzazione della storia e delle ricchezze culturali molisane.
  2. Una politica appassionata, fatta con un cuore che vede, per asciugare le tante lacrime della nostra gente, anche mediante l’inserimento di volti nuovi nelle liste dei partiti.
  3. Una politica competente, che sappia rispondere con concretezza e rapidità alle molteplici novità di questo momento storico, carico di feconde opportunità, come il P.N.R.R.
  4. Una politica lungimirante, capace di guardare lontano, oltre le emergenze immediate.
  5. Una politica attrattiva, per dare un volto di colore e di bellezza alla Regione, nella custodia del paesaggio e dei centri culturali, in un turismo lento e attento.
  6. Una politica umile e gratuita, che si pieghi sulle attese del nostro popolo, con risposte costruite insieme, nella logica del NOI.
  7. Una politica solidale, che valorizzi e ponga al centro i poveri, i giovani, le donne e gli anziani.

4 – Linee concrete di progettualità regionale molisana.

  1. Ogni politico dia il meglio di sé, con grande passione per la propria terra. Abbia cioè quell’amore empatico che fa cogliere subito le necessità e i bisogni, oltre che le risorse e le potenzialità. Sia fiero della appartenenza a questa terra. Allora il Molise sarà una terra Alleata, per poter sviluppare e valorizzare le tante tipicità del territorio, in una coscientizzazione culturale e sociale crescente.
  2. La SUSSIDIARIETA’. I partiti diano speranza, per asciugare le lacrime delle nostra gente, in una prossimità politica capace di ascolto attento delle necessità e delle attese locali. Per questo, sia tenuta in grande considerazione la sussidiarietà locale, per star vicino concretamente alle singole realtà territoriali, che sono diverse ed insieme unitarie. In quest’ottica, va rivalutato lo spazio amministrativo e finanziario da restituire alle Province, come efficace organo sussidiario, a sostegno delle finalità più ampie della Regione stessa.
  3. LA SANITA’. – Un tema centrale, tanto caro a tutti, è la fragilità socio-sanitaria. Di fronte ad essa, riteniamo che sia indispensabile INTEGRARE la sanità pubblica con quella privata, per non creare inutili e dannose concorrenzialità, dando così ad ogni Ospedale una sua specifica caratterizzazione locale, in un’ottica unitaria, per l’utilità regionale comune e non per il particolarismo locale. Riteniamo che si possa realizzare, nei prossimi anni, il superamento del commissariamento per la sanità molisana. Una speciale attenzione va data, PER I PICCOLI, alla fragilità dell’autismo (nelle scuole e nelle famiglie) e della ANZIANITÀ, in un Molise che invecchia. Venga poi potenziato il servizio per i Malati oncologici, rafforzando l’Hospice di Larino e la cura nelle loro case, luogo naturale di attenzione, attuando così la medicina territoriale e domiciliare, base di ogni intervento sanitario, come ci ha insegnato la pandemia.
  4. LE AREE INTERNE. In particolare, puntando su questa impostazione di collaborazione, vanno compiute scelte precise a sostegno delle AREE INTERNE, per frenare lo spopolamento, proprio puntando sulle potenzialità locali e sulle tipicità che ogni BORGO sa esprimere in bellezza e fierezza. Il Borgo, ben seguito, è infatti come un fiore, di cui la corolla è il cuore, con attorno idealmente i dieci petali, cioè tutte le risorse del territorio: chiesa, strade, agricoltura, industria, scuola, immigrati, salute, turismo, famiglia e giovani. Questa armonizzazione culturale, dove i Borghi sono un po’ la nostra piccola Nazaret, resta il primo grande obiettivo decisivo per la politica, oggi. Solo così le aree interne si sentiranno valorizzate e non dimenticate, puntando sul fatto che ogni figlio di questa terra sia fiero di essa, di essere nato qui e di poterla migliorare, restandovi fedele, con creatività. Anche l’Università si innesti in questo sviluppo culturale di appartenenza generativa, con legami crescenti tra l’ateneo e il territorio. Il criterio nelle decisioni importanti non sia il numero di abitanti, ma la preziosità di ogni realtà locale, memori di quanto diceva il priore di Barbiana: “la peggiore ingiustizia è fare parti uguali, tra disuguali”, memori della Costituzione della Repubblica, che al numero 3 ci chiede dirimuovere le difficoltà che impediscono la reale uguaglianza tra i cittadini e tra i territori.
  5. Cresca allora la stima per il LAVORO RURALE, che custodisce in modo diretto le aree interne, con l’assegnazione di adeguati fondi strategici, preziosi per lo sviluppo. Va contenuta la presenza dannosa dei cinghiali, sviluppando invece forme innovative e incarnate di cooperazione rurale, nella logica della ecologia integrale. Infatti, se il borgo resiste, anche la città cresce. Non il contrario!.
  6. Uno strumento atteso, che raccomandiamo alla Politica per lo sviluppo delle aree montane, è l’impostazione economica che viene chiamata “E.S.”. Cioè la crescita delle Zone economiche speciali montane”, primo livello di costruzione della programmazione. Prevede la delimitazione di zone diversificate di tassazione commerciale. I piccoli negozi sotto casa sono infatti un fattore decisivo per la socializzazione dei nostri piccoli paesi. Questo chiede però una sana regolamentazione delle aperture festive dei negozi e centri commerciali in città, per armonizzare il centro con le periferie. Così il presidio umano conserva e valorizza il contesto economico ed ecologico, raccogliendo il grido della persona come del territorio. E le alluvioni recenti dell’Emilia sono l’ultimo disperato appello, perché i fiumi interni siano, a monte, regolamentati con intelligenza e saggezza, così da non dover scaricare sulle zone sottostanti una massa di fango incontenibile. Infatti, “se il bosco è verde, il mare è blu! Per tutto questo, sentiamo che la Politica è chiamata a varare leggi buone sulla Montagna, utilizzando anche l’Osservatorio, già avviato, all’interno dell’UNIMOL. Anche sulla valorizzazione delle aree interne ci sono ottimi esempi da emulare in Regione, sulla scorta del messaggio positivo di Barbiana, zona montana come tante nostre, ma resa feconda da una nuova visione culturale e sociale.
  7. I TRASPORTI. Lo sviluppo delle aree interne richiede perciò la costruzione di una efficace rete di STRADE agevoli e sicure e custodite, che permettano una reale vicinanza e prossimità tra un borgo ed un altro, facilitando inoltre i contatti con la costa ed il capoluogo. Decisiva per questo obiettivo è la costruzione di una strada a quattro corsie tra Termoli e Campobasso, fino alla Autostrada, valorizzando i miglioramenti già in atto su questo tratto.
  8. La stessa prospettiva di slancio va compiuta nella valorizzazione della RETE FERROVIARIA, volano di sviluppo locale, sempre più prezioso in un sistema di trasporto integrato, anche tramite una paziente formazione dei cittadini molisani, per renderli realmente collaborativi.
  9. Un volano di sviluppo locale resta il TURISMO, in Regione. Va sostenuto e rafforzato. E come Chiesa, poiché tanti beni culturali si trovano nelle nostre realtà, ci impegniamo a metterli in piena disponibilità per tutti, anche in termini di archivi e custodia, chiedendo però un maggior spirito di collaborazione alla stessa Sovrintendenza Regionale. Sarà inoltre sempre più utile la frequente collaborazione tra l’arte e la scuola, per formare i ragazzi e i giovani al gusto del bello, antidoto vero ad ogni forma di male.
  10. Di grande ricchezza, specie ora, si dimostra l’abbondanza della RISORSA IDRICA. Va perciò fatto un piano aggiornato di tali risorse per meglio valorizzarle, con una revisione delle reti distributive dell’acqua, evitando le numerose perdite locali, anche utilizzando le disponibilità finanziarie del P.N.R.R.
  11. Ogni candidato non operi da solo, ma sia appoggiato da una rete di operatori tecnici, efficaci e sensibili, per affrontare, in stile unitario e partecipativo, le grosse opportunità del PNRR. Solo insieme, con gruppi unitari di lavoro e di programmazione, sarà realmente possibile valorizzare, nella complessità del territorio molisano, le tante potenzialità che questo provvedimento europeo ci offre, nella logica dell’ecologia integrale.
  12. Riflettere bene sui rischi che la Regione Molise corre di fronte alla proposta governativa della “autonomia differenziata”. Pensiamo che potrebbe essere poco propositiva, oltre che limitante per la nostra Terra, come per altre regioni nel Sud.
  13. Dare alla FAMIGLIA la giusta priorità etica che deve avere, facilitando in tutti i modi le risorse necessarie per il sostegno alla natalità nelle nostre case, scegliendo la detassazione nelle famiglie numerose, per la crescita dei figli. Lo spopolamento si vince, in primis, nel calore delle nostre case!
  14. I GIOVANI siano una priorità decisiva per tutti, con iniziative ben pensate e una serie di provvedimenti facilitanti l’occupazione lavorativa e il loro cammino futuro, soprattutto tramite la valorizzazione delle iniziative cooperativistiche in agricoltura.
  15. Fondamentale allora è la crescita del LAVORO, valorizzando tutte le opportunità amministrative e le risorse offerte, educando i giovani alla capacità promozionale di se stessi, nella accettazione dei tempi lunghi su piccoli passi, con cammini crescenti di dignità professionale, sostenuti e accompagnati dalle nostre Comunità.
  16. Preparare il cuore delle nostre comunità all’accoglienza dei FRATELLI MIGRANTI che bussano alla nostra terra, anche in relazione alle necessità lavorative del nostro territorio, che ha bisogno del loro lavoro e ancor più del loro sorriso.
  17. Dare ALLA SCUOLA nei borghi interni e nelle città una fondamentale attenzione, per costruire su solide fondamenta culturali e valoriali il futuro delle nostre comunità. Nei piccoli borghi, ci pare vincente la scelta di spalmare il numero ridotto di ragazzi su plessi diversi, tra centri vicini, evitando così le pluriclassi.
  18. Da più parti, raccogliamo la proposta di custodire, come un tesoro, la diversità di lingue in alcuni Borghi antichi, rafforzando gli storici legami con la Croazia e l’Albania, creando anche corsi di docenza linguistica  nelle scuole elementari dei rispettivi Borghi.
  19. La COSTRUZIONE DEL NOI. Avere sempre presente la Dottrina sociale della Chiesa, che ci dona questo principio fondativo: “Il nostro viene prima del mio”, come attuazione concreta della legge della solidarietà, per costruire il Bene Comune. Il NOI, infatti, è la condizione per costruire il MIO, memori di quanto diceva don Lorenzo Milani: “uscire da soli dai problemi è avarizia; uscire insieme è Politica”. Perciò, è opportuno non dimenticare il suo appello a difesa della gente che vive nei piccoli borghi.
  20. E poiché esiste una fragilità di visione globale, in un Molise faticoso nella programmazione, occorre che dal basso siano attivate tutte le reti formative di partecipazione, nelle scuole, nelle nostre parrocchie e nei circoli politici, tramite giornali, dibattiti e incontri culturali, per superare la logica clientelare dell’immediato e del localistico, tenendo presente l’antico adagio: “TU solo puoi farcela, ma non puoi farcela da solo!”.
  21. Saper sempre affrontare le insidie del potere, che si annida NEL CUORE DI OGNI POLITICO, come narra e insegna la storia di Davide e di Saul, meditata con profitto nelle attività delle nostre Scuole sociali. Per questo, è nostro desiderio poter offrire un accompagnamento fraterno, come comunità cristiane, ai singoli politici, evitando giudizi superficiali e percorrendo invece la strada del leale e costante confronto che permetta di vincere la loro solitudine.
  22. Concludiamo con un ulteriore monito di valorizzazione della Politica, tramite le parole appassionate di don Lorenzo: “conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt’uno. Non si può amare creature segnate da leggi ingiuste e non volere leggi migliori, perché chi ama le creature che stanno bene resta apolitico. Non vuole cambiare nulla”.

La imminente sfida amministrativa, nella speranza di una larga partecipazione da parte della nostra gente, sarà allora una vera occasione di Bene comune, reale e fattivo, costruito da tutti e con tutti, per rendere più giusta e bella la nostra terra del Molise.

Campobasso, 27 maggio 2023.           

I vescovi Giancarlo, Camillo, Claudio e GianFranco