UN PONTE DI SOLIDARIETÀ TRA SENEGAL E DELEGAZIONE CARITAS ABRUZZO MOLISE

DALL’EMERGENZA ALLA COOPERAZIONE FRATERNA

“È tragico che questi luoghi, e più in generale il continente africano, soffrano ancora varie forme di sfruttamento. Dopo quello politico, si è scatenato infatti un ‘colonialismo economico’, altrettanto schiavizzante. Così questo Paese, ampiamente depredato, non riesce a beneficiare a sufficienza delle sue immense risorse: si è giunti al paradosso che i frutti della sua terra lo rendono ‘straniero’ ai suoi abitanti… un dramma davanti al quale il mondo economicamente più progredito chiude spesso gli occhi, le orecchie e la bocca”.

Papa Francesco (discorso in Congo 2023)

Dall’emergenza alla cooperazione fraterna

Il Senegal, paese africano del Sahel, deve, spesso, affrontare problemi di siccità e, dunque, gli interventi richiesti alla Caritas sono emergenziali. La perdita dei raccolti ha come conseguenza la crescita della povertà per popolazioni già, ordinariamente, in difficoltà. Metà della popolazione locale vive sotto la soglia di povertà (totale popolazione oltre 17.000.000). Ne consegue che tale difficile situazione socio-economica determini, ormai da diversi anni, un fenomeno migratorio che vede protagonisti, maggiormente, i giovani e le donne. La Caritas si sta adoperando per creare opportunità, per i giovani e le donne, al fine di consentire l’esercizio del diritto di rimanere nella loro terra. Offre, altresì, strumenti di accompagnamento ed ascolto, accogliendo qualsiasi persona migrante, sia in transito sia che decida di rimanere. Il Senegal, peraltro, è paese di partenza, di transito, ma anche di accoglienza dei migranti, anche di ritorno. Alla luce di queste difficoltà Caritas italiana ha strutturato un progetto di accompagnamento e collaborazione fraterna tra il Senegal e la delegazione Abruzzo Molise.

Il progetto “Gemellaggio Senegal – Delegazione Abruzzo Molise”

È stato avviato su sollecitazione di Papa Francesco. Un periodo di formazione ed informazione, sulla situazione geopolitica ed economica del paese, ha fornito al Gruppo Mondialità, una sufficiente conoscenza del Senegal. Il progetto ha visto il suo culmine con l’incontro, a Pescara, il 19 maggio u.s., con Mons. Jeane Pierre Bassène, vescovo della diocesi di Kolda e presidente della Caritas Senegal e con il direttore e vice presiedente della stessa, don Alphonse Seck, accolti per tre giorni dalla Caritas di Pescara Penne. Gli ospiti hanno avuto modo di conoscere e confrontarsi con le opere segno avviate e gestite dalle Caritas. Ciascuno dei presenti ha evidenziato le particolarità e le modalità innovative dei servizi offerti che hanno trovato grande interesse da parte del presidente e del direttore.

Nessuno insegna – Tutti imparano

La dimensione del gemellaggio sarà di ascolto, di condivisione e di arricchimento tra le comunità.  Dunque nessuno insegna, ma tutti imparano insieme. Ha evidenziato padre Seck che “l’azione della Caritas locale è molto importante in quanto forte testimonianza della Chiesa, nella considerazione, peraltro, che i beneficiari dell’azione sono per lo più non cristiani, essendo il Senegal un paese musulmano al 95%, ma avendo attenzione esclusivamente alla persona umana nella sua interezza e nella situazione di fragilità.”  Inoltre, la Caritas è impegnata nelle sue azioni, tra l’altro, sui temi della pace, degli sfollati interni, della stabilità del Paese, delle emergenze climatiche, strettamente connesse alle migrazioni.  La Caritas Senegal ha avuto nel 1966, con un decreto n. 66-877 del Ministero dell’Interno, un riconoscimento in quanto organismo ritenuto di pubblica utilità.  Dal 1995, Caritas Senegal ha ottenuto lo status di ONG. Ciò le consente più ampia operatività che prevede diversi ambiti di intervento: dalla questione ambientale alla siccità alle migrazioni alla salute ai problemi del lavoro, per citarne alcuni. Nella disamina delle criticità, padre Seck ha evidenziato, inoltre, che le azioni messe in atto dalle barche dei cinesi e degli europei, relativamente alla pratica della pesca, consentite da un accordo tra Bruxelles e Dakar, hanno innescato una crisi e spinto molti giovani all’immigrazione clandestina verso l’Europa, quale unica alternativa alla sopravvivenza, non potendo sostenersi con la meno redditizia pratica ittica tradizionale.  Per impedire l’esodo è necessario sviluppare la prosperità, adoperare al meglio le risorse della terra e consentire adeguate condizioni  di vita, anche facendo rivivere metodi antichi rispettosi della natura. Occorre, per esempio, dare nuovo impulso al commercio equo e solidale, valorizzando il lavoro di molte donne associate in cooperative.

Diritto di stare diritto di andare

Afferma mons. Jean Pierre Bassène che l’emigrazione per costrizione è uno scandalo dell’umanità e viola il diritto di stare ed il diritto di andare. Occorre fornire ai giovani le informazioni e la formazione necessarie per consentire di fare scelte consapevoli, anche attraverso l’educazione, che è uno strumento fondamentale per la conquista della libertà, contribuendo in tal modo a far sì che l’Africa sia protagonista del proprio destino. Il cammino sinodale iniziato, che vedrà parte dei componenti del gruppo Mondialità intraprendere, a novembre, un viaggio in Senegal a Dakar, sarà l’occasione per mettersi in ascolto dei bisogni, desideri ed aspirazione della popolazione locale e comprendere quali possano essere i contributi che ciascuno apporterà al progetto (che si svilupperà nel corso dei prossimi tre anni).

Silvana Maglione