20 ANNI CON LA GIOIA DELLA VITA CONSACRATA

CAMMINANDO SULLE ORME DI CRISTO,TESTIMONIANDO IL SUO AMORE

Quando Dio vuole chiamare a seguirlo per una strada particolare, va sempre “in punta di piedi”, come si suol dire non impone ma propone. Venti anni non sono pochi della mia vita consacrata nella realtà dell’Ordo Virginum della quale ringrazio vivamente il mio Signore che per la sua bontà mi ha chiamata a seguirlo, per quello che ha operato e opera continuamente nella mia vita. Sono consapevole che non è il numero degli anni ciò che conti davanti a Dio quanto la risposta alla chiamata, fatta con generosità, con disponibilità, apertura, fiducia. La certezza di avere chi si preoccupi e si prenda cura in ogni momento del cammino di una figlia chiamata a seguirlo più da vicino è sempre di grande conforto. Una vocazione non nasce all’improvviso, senza ostacoli o problemi, ma come in un crescendo, si fa strada la possibilità di capire con esattezza quella determinata strada indicata dal Buon Dio, attraversando momenti belli, non belli e dolorosi.

Come già ho fatto presente in altre circostanze, ho sentito sin da piccola una certa predisposizione a percorrere una strada diversa da quella che mi proponeva il mondo, nel quale molti scelgono la strada del matrimonio. Pur amando la famiglia, i bambini da cui mi sono sempre circondata, dentro di me avvertivo di percorrere una strada del tutto diversa. Sembravano destinate proprio a me quando un giorno ascoltai le parole del Profeta Isaia 49,1: “Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome”. Ho capito che all’origine di ogni chiamata vera e autentica, c’è il Signore che sceglie, che chiama a seguirlo. È un dono questo per ciascuno, quindi per me, che non contempla meriti speciali, difatti dico sempre che tra tanti, sia in famiglia che tra gli amici, il Signore ha scelto la meno adatta, ma di sicuro sempre presente nella mente e nel cuore di Dio. Visto che Lui ci ha creati e ci conosce per nome, chi meglio del Signore sa come far sbocciare una vocazione?

Dopo diverse strade di consacrazione che pensavo di intraprendere, finalmente una in particolare mi si è presentata in un determinato periodo della mia vita, anche se in un’età abbastanza matura, pur avendo avuto già la gioia di consacrarmi a Dio in forma privata, fin da ragazza, mantenendo nel cuore il segreto del Re. È stata davvero una chiamata singolare, fatta con discernimento dal padre spirituale di quel periodo, un predicatore romagnolo, Padre Paolo Berti, e proposta, durante un viaggio per Lourdes, come dama unitalsiana, dall’allora Vescovo di Termoli Larino Tommaso Valentinetti. Non avevo alcun dubbio, soprattutto perché quella vocazione nasceva ai piedi della Vergine presso la grotta di Massabielle. Posso dire di quanto Dio mi abbia riempita dei suoi doni, per suo amore, rendendomi capace, a mia volta, di amare nel modo giusto.

Tanti sono stati i momenti di preghiera, ritiri spirituali che andavano ad arricchire la mia vita, consapevole che solo nel rapporto con Dio potevo scoprire la vera vocazione, sapendo che il primo interessato alla mia vita era proprio Lui che faceva di tutto affinché la chiamata, seminata un giorno, per amore si fosse attecchita nel cuore, fosse maturata fino a portare frutti. Ho voluto sperare in Dio, affinché anche in me compisse grandi cose, nella certezza che Lui è sempre dalla mia parte, ed è stato il primo a credere e a “scommettere” su di me.

Venti anni sono passati così in fretta, da quel giorno solenne del 28 Giugno 2003, allorquando nella bella Cattedrale di Campobasso venivo consacrata dalle mani dell’allora Vescovo Armando Dini. Una pioggia torrenziale sembrava coronare quel momento particolare, circondata da parenti e amici, frati e una schiera immensa di sacerdoti concelebranti che andavano ad arricchire quel giorno di grande gioia, completata con una festa che sembrava non voler aver fine. Davvero posso dire che “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!”. Così come posso constatare che Dio nello scegliere le persone a seguirlo, non sceglie i migliori, i più buoni, o i più capaci, ma quelli che sanno rispondere e che si affidano nelle mani di quel Maestro di Nazareth, poiché Lui guarda una cosa sola: il cuore.

Una volta mi fu rivolta la domanda se avessi avuto rimpianti, nostalgie per aver scelto questa strada e non un’altra, ho risposto che questa era la strada per me e non ce n’erano altre, questa era la strada che mi avrebbe portata alla crescita spirituale, alla santificazione. Per questo provo nel cuore la stessa gioia del primo giorno, lo stesso slancio del “primo amore”. Tante sono state le esperienze vissute in questi anni, incontri con tante belle persone altrettanto consacrate che con la loro parola catechetica hanno arricchito non solo le mie conoscenze, ma anche la mia spiritualità sempre in ricerca. Tutto ciò che andavo vivendo era accompagnato dal sigillo di Dio che mi segnava tutti i giorni con il nutrimento della sua Parola e del suo Corpo, canali indispensabili per una consacrata di Dio.

Diceva il compianto Papa Benedetto XVI che “la fede si trasmette, ma per attrazione, cioè per testimonianza” così come dice il nostro Papa Francesco che “Cristo si rivela per attrazione”, in riferimento alla Parola di Dio in Gv.6,44 “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato”. Io non avrei mai potuto mettermi a cercare Dio se Egli per primo non avesse messo dentro di me la nostalgia di Lui. Il mio cruccio di questi anni è proprio quello di non essere stata capace di fare attirare a Cristo Gesù altre giovani, così come il Signore ha chiamato me e mi ha attratta a Lui, cosa di cui vado profondamente gioiosa, pur senza meriti.

Spesso mi son trovata a conversare di cose anche religiose con delle persone che si professavano atee e durante il dibattito una persona mi disse che invidiava la mia fede che non sentiva di avere. Ho risposto che due elementi restano essenziali, da considerare o riconoscere: il dono e l’incontro con una Persona. Si tratta di riconoscere ogni cosa ricevuta come dono dall’alto e di aver sperimentato l’incontro con Gesù di Nazareth. Posso dire a voce alta di aver avuto il privilegio di essere stata graziata di tanti doni e di aver avuto la gioia di pronunciare quel SI’ in un pomeriggio alle ore 17,00 alla vigilia della solennità dei Santi Pietro e Paolo. Di questo rendo lode e gloria a Dio che fa sempre meraviglie.

Pina Spicciato o.v.