IN DIALOGO CON IL CLERO

«CHE COSA CHIEDONO I GIOVANI DEL NOSTRO TEMPO PER SENTIRSI A CASA NELLA CHIESA?»

Questo mese è un mese di grazia per la nostra Diocesi in quanto ci ha spinto a riflettere ancor più su quanto è accaduto in questi due anni della Fase Narrativa del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia. Con grande gioia siamo stati invitati da S.E. p. Giancarlo a dialogare con il clero della Diocesi al fine di poter tracciare un bilancio e gettare le basi per il prosieguo del Cammino.

E’ stato un bellissimo momento di sinodalità dove tutti hanno fornito preziosi contributi per la Fase successiva del Sinodo, quella del discernimento, sulla base di quanto emerso dai laboratori espressi dai Cantieri di Betania inaugurati all’inizio dell’anno  che hanno coinvolto tante persone attraverso l’affermato metodo della conversazione spirituale. Grande interesse è stato manifestato dai presbiteri e dai diaconi per il IV Cantiere dedicato esclusivamente ai giovani. Focalizzando l’attenzione proprio su di essi, i giovani hanno potuto esprimere liberamente cosa chiedono alla Chiesa per sentirsi parte attiva all’interno della comunità parrocchiale. Attraverso la scuola, siamo riusciti a coinvolgere un numero maggiore di giovani che abitualmente non ruotano nel perimetro della Chiesa e che non partecipano alla vita della comunità perché, magari, non si sentono accolti. Il contesto istituzionale della scuola è risultato essere vincente in quanto una consultazione all’interno delle aule scolastiche con dei facilitatori di eccezione quali gli insegnanti di religione ha permesso ai giovani di sentirsi liberi di aprirsi al confronto senza il condizionamento di parroci e operatori pastorali.

La domanda rivolta loro: “Che cosa chiedono i ragazzi e i giovani del nostro tempo per sentirsi “a casa” nella Chiesa?” ha fatto emergere un profondo amore nei confronti della Chiesa, pur evidenziando delle criticità che esigono una risposta indispensabile per continuare a camminare insieme.

Dalla sintesi di una scuola ci ha particolarmente colpito l’espressione “il caldo abbraccio della Chiesa”. È bello che i giovani riconoscano alla Chiesa il ruolo di una madre che è sempre pronta ad aprire le braccia per farli sentire figli. Ma i giovani sono andati oltre nelle loro richieste, in quanto chiedono alla Chiesa una maggiore disponibilità all’ascolto di tutte le fragilità esistenti all’interno della società. Per poter ascoltare, però, è necessario che le comunità siano disposte a rendere ancor più esplicito quel “caldo abbraccio” da loro richiesto attraverso una più attenta accoglienza. Da un’altra sintesi è stata ribadita l’importanza che Gesù attribuiva all’amore verso Dio e verso il prossimo per cui “l’inclusione deve rappresentare un segno distintivo di questo amore e la Chiesa deve accogliere le persone sottraendosi al giudizio e accompagnandole con comprensione ed indulgenza.”  Nello scorso mese di maggio, siamo stati contattati dalla redazione di “AVVENIRE” per un colloquio riguardante il IV Cantiere.

Dalla conversazione è scaturito un articolo pubblicato sul quotidiano il giorno 23 maggio. Particolarmente apprezzato è stato il lavoro svolto con i giovani anche in funzione delle proposte scaturite in risposta alle richieste come l’istituzione di un Ministero dell’Accoglienza e della Prossimità, un ministero intergenerazionale ed interparrocchiale che abbia il compito di ridurre le distanze che si possono creare tra la comunità parrocchiale e quelle persone che non si sentono accolte da essa. Con grande gioia riportiamo, di seguito, l’articolo dal titolo “Gli adolescenti cercano una “casa” capace di accoglienza e ascolto”.

Discernimento. Un processo spesso riferito alla delicata fase dell’adolescenza. E proprio dagli adolescenti mette radice il discernimento ecclesiale avviato dall’arcidiocesi di Campobasso-Bojano, da cui sono nati i laboratori-cantieri, fase di ascolto e raccolta di narrazioni utili a proseguire il cammino sinodale.

Questa chiesa molisana ha dato spazio di ascolto primario ai ragazzi, chiedendo loro di esprimersi partendo da un interrogativo perentorio: che cosa chiedi per sentirti a casa nella chiesa? Una domanda generale, per cui però la risposta del singolo si è rivelata preziosa.

Un approccio originale è stato il luogo aperto del confronto: non la parrocchia, ma la scuola. Sono stati infatti gli insegnanti di religione delle scuole medie e superiori a rendere i ragazzi protagonisti del iv cantiere sinodale. Non i saloni dell’oratorio, ma le aule scolastiche: in questo modo si sono sentiti partecipi anche gli adolescenti che non frequentano l’ambiente ecclesiale, apprezzando con stupore la cura della chiesa verso di loro. L’approccio innovativo si è rivelato vincente anche per chi è un habitué della parrocchia: i ragazzi si sono sentiti liberi di aprirsi senza il condizionamento di parroci e operatori pastorali. “l’esito della fase di ascolto ci ha positivamente stupiti – afferma il referente diocesano del cammino sinodale Antonino Mendozzi- . Dagli under 20 è emerso un diffuso sentimento di amore e attaccamento alla chiesa”. Proprio perché i ragazzi sentono la comunità ecclesiale presente nella loro vita, per “sentirsi a casa” hanno evidenziato la necessità di trovare un luogo abitato da persone pronte all’ascolto, ma anche di più all’accoglienza, un’aspettativa simile a quella che ogni adolescente spera di vivere nella propria casa familiare. “e se la chiesa vuole essere casa per i giovani, deve accoglierli come farebbe una mamma attenta e comprensiva” prosegue Mendozzi. Gli studenti non si sono fermati a condividere i loro desiderata. Hanno lanciato proposte concrete, dai suggerimenti per i sacerdoti, nell’ottica di un cambio di passo che li renda interlocutori attuali e credibili, a proposte per una evangelizzazione efficace che passi anche attraverso la realtà digitale. La diocesi vuole mostrare considerazione e prontezza. Si è ipotizzato quindi di creare un “ministero dell’accoglienza”, capace di approfondire questo desiderio nato dal cuore dei giovani, perché la chiesa sia davvero la loro casa.

Inoltre, lo scorso mese di giugno siamo stati invitati da Enrico Selleri della trasmissione “IN CAMMINO” di TV 2000 e RADIO IN BLU. Il lavoro svolto dalla nostra Diocesi è stato particolarmente apprezzato da S.E. Luis Marin de San Martin, sottosegretario del Sinodo Universale. E’ stata ribadita la legittimità delle richieste dei giovani, ma è pur vero che attraverso i parroci e gli operatori pastorali la Chiesa può svolgere la sua funzione di madre.

Ogni padre che ha un cuore di padre deve far di tutto per riuscire ad entrare nel cuore dei suoi figli.

Deve essere disposto anche a cambiare il suo modo di pensare, il suo modo di parlare, le sue abitudini, i suoi schemi. D’altra parte sono i figli a rendere padri i padri.

Se ci sono dei padri che fanno fatica a sentirsi padri, che fanno fatica ad avere un confronto, che fanno fatica ad avere un rapporto di paternità, è importante che i figli della generazione zeta compiano un passo per aiutarli ad essere operatori credibili.

Ed ora, con tanta gratitudine allo Spirito Santo che ci guida nel Cammino Sinodale, pur con sviluppi diversi nelle varie Diocesi, iniziamo la Seconda Tappa, la “Tappa Sapienziale”. Il lavoro svolto nei “Cantieri di Betania” nelle Diocesi in Italia… “ha confermato, arricchito e rilanciato le mete sognate nel primo anno dai gruppi sinodali: una Chiesa che ascolta, che accoglie, che mette al centro le relazioni come in una casa, che celebra in modo coinvolgente, che sa condividere e dialogare, che è prossima ai passaggi di vita: in una parola, una Chiesa più snella, evangelica, libera. Ora si apre la questione decisiva nella fase che inizia: come collegare la partenza e la meta, quali ponti costruire perché il sogno di Chiesa non rimanga un sogno?” (E. Castellucci, gruppo coordinamento nazionale del Sinodo)

Il Consiglio permanente della CEI e il Comitato del Cammino Sinodale, dunque, propongono per la Fase Sapienziale cinque macro-temi che saranno la base delle Linee Guida che le nostre Chiese locali riceveranno entro il mese di luglio.

Questi macro-temi o “Costellazioni”, come saranno denominati, contengono gli snodi fondamentali emersi nel biennio del Cammino Sinodale nella Tappa Narrativa.

I macro-temi o “costellazioni” sono:

1) la Missione secondo lo stile di prossimità;

2) i linguaggi, la cultura, la proposta cristiana;

3) la formazione alla fede e alla vita;

4) la corresponsabilità;

5) le strutture.

L’Icona che accompagnerà la Fase Sapienziale sarà l’incontro dei due discepoli di Emmaus con il Risorto.

Ogni Diocesi, attraverso i Referenti Diocesani per il Sinodo e l’Equipe Sinodale Diocesana, prenderanno a cuore una “costellazione tematica” per offrirla al confronto e alla riflessione di tutti.

In conclusione, la Tappa Sapienziale che attraverserà l’anno 2023-24 vedrà le comunità, insieme ai loro pastori, impegnate in una lettura spirituale delle narrazioni delle Diocesi in cammino sinodale emerse nel biennio precedente, cercando di riconoscere e accogliere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese”.

Antonino Mendozzi ed Emilia Di Biase (Referenti Diocesani per il Sinodo)