VANGELOSCOPIO

“MI RENDERETE TESTIMONIANZA” (GV 15,27)

C’è una sostanziale differenza tra il dare dimostrazione e il dare testimonianza. La prima ha bisogno di pubblico. La seconda ha bisogno solo di cuore, che sia presente il cuore al cuore stesso. Chi testimonia non ha bisogno di dimostrare. Bensì di donarsi in quello che compie. Chi testimonia avvalora quanto gli è stato affidato. Chi dimostra, invece, sente mordere al calcagno l’ansia dell’esibizione, è oppresso dall’affanno della prestazione, è schiacciato l’angoscia dell’ostentazione. E questo perché chi dimostra ha posto al centro l’io. Dare testimonianza è piuttosto dichiarazione incondizionata davanti agli altri dell’amore per Colui che si testimonia con la propria vita. E ancora più semplicemente rendergli testimonianza significa confermare che è degno di amore. Gesù ci chiama a questo, perché fin dall’inizio come dotazione di partenza, col nostro battesimo, abbiamo il Suo amore. E l’amore consiste in un potere sovrumano, cioè divino, di cui Lui stesso ci ha reso capaci.  Da ciò l’intero esistere del cristiano è un atto d’amore incessante. Non siamo più sottomessi! Ma siamo una sintesi della Sua glorificazione.

La testimonianza evangelica è cifra fondamentale della forza vittoriosa sull’influsso mondano. E’ atto di sovranità sulle categorie traviate che alimentano l’apparire, la sindrome del perfezionismo esteriore che porta a porsi le penose domande: “Come devo mostrami? Come devo diventare? Mi accetteranno?”. La testimonianza non porta ad abbandonare la propria anima, ma a metterci l’anima, a spargerla come olio di trasfigurazione nella fragile natura umana, nei bui vicoli della storia, dove grondano le ferite di chi non si accetta o peggio non è accettato, di chi è scartato dal grande mostruoso catalogo di un mondo senza volto. Chi testimonia sa che solo davanti a Dio tutto ha consistenza. Quando si è con Lui, le parole, i gesti, il sentire, il capire vengono da soli, sgorgano, senza ostacolo. La fede attraversa la Sorgente e poi, senza fatica, fa giungere la sua musica fino alla soglia del bisogno vitale di farsi preghiera, più che di pregare! La testimonianza è irradiazione della luce ricevuta dallo Spirito di verità che procede dal Padre. Lui è la fonte. Ecco perché rendendogli testimonianza diveniamo annuncio di Pasqua.

Dalla seconda strofa dell’Inno Akathistos alla Resurrezione del Signore:

La mente non può comprendere il mistero divino, cioè come la Fonte della vita può risorgere sconfiggendo la morte. Per questo, sperimentando solo con il cuore la gioia della Risurrezione e da essa illuminati, con voce di felicità spirituale Ti cantiamo così:

Gesù, Tu che sei entrato a porte chiuse, vieni nella dimora della mia anima.

Gesù, Tu che hai incontrato i discepoli sulla via, vieni incontro anche a me nel cammino di questa vita.

Gesù, Tu che hai infiammato i cuori dei discepoli con le Tue parole, infiamma anche il mio cuore glaciale.

Gesù, Tu che Ti sei fatto conoscere allo spezzare del pane, fatti riconoscere nella divina Eucaristia. 

Gesù, Tu che hai promesso lo Spirito Santo ai Tuoi discepoli, manda anche a me questo Spirito Consolatore dal Padre.

O Gesù risorto, fa’ risorgere le nostre anime!

Ylenia Fiorenza