IL GESTO SIMBOLO DELL’AMORE DI DIO

LA LAVANDA DEI PIEDI PER LA CHIESA DI OGGI

IL GESTO NELLA STORIA DELLA CHIESA

La Chiesa cattolica ha praticato il rito della lavanda dei piedi in molte occasioni e con variazioni nel corso dei secoli.

Praticato nei monasteri la sera del Giovedì Santo quando giungeva un ospite, come segno di umiltà e di emulazione di Gesù, divenne poi un rito compiuto dal Vescovo, che in occasione di quel giorno santo, lavava i piedi prima ai canonici e poi ai poveri.

Successivamente, il rito si trasformò di nuovo: il Vescovo doveva lavare i piedi a tredici poveri.

Cosa è e cosa significa la lavanda dei piedi oggi?

IL GESTO EVANGELICO

Come scrive Giovanni nel Vangelo, Gesù nell’ultima cena si alzò da tavola e, con un gesto inaudito, si mise a lavare i piedi agli Apostoli. Bisogna sottolineare che a quell’epoca si camminava a piedi su strade polverose e fangose, che rendevano i piedi, calzati dai soli sandali, in condizioni pietose a fine giornata. La lavanda dei piedi era una caratteristica dell’ospitalità del mondo antico, ma anche uno dei doveri dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre.

“VI HO DATO L’ESEMPIO”

La lavanda dei piedi compiuta da Gesù è una delle grandi lezioni che dà ai suoi discepoli, perché dovranno seguirlo sulla via della generosità totale nel donarsi verso tutti i fratelli. “Se dunque io, il Signore e Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv 13,14). La Chiesa vede in questo gesto un simbolo dell’amore di Dio e che riassume tutta la vita di Gesù, il quale “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 4-5). La Chiesa è chiamata a perpetuare questo stesso amore come imperativo inequivocabile. “Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me”, dice Gesù a Pietro (Gv 13, 8). E così, se anche noi non ci laviamo i piedi gli uni gli altri, non avremo parte con Gesù nel suo Regno. È questo il comandamento nuovo “come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli.” (Gv 13, 35)

“E VOI SIETE MONDI, MA NON TUTTI”

Gesù ha lavato i piedi di tutti i discepoli senza esclusione. I piedi di Giovanni, il discepolo amato; i piedi di Pietro, che poco dopo lo avrebbe rinnegato per tre volte, ma al quale avrebbe affidato la Chiesa intera; i piedi di Giuda, che lo avrebbe tradito. E così noi Chiesa di oggi non dobbiamo lavare i piedi solo di chi consideriamo meritevole: “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro che è nei cieli […] infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete?” (Mt 5, 44-46)

“NON SIETE DEL MONDO, MA IO VI HO SCELTI DAL MONDO”

Il gesto del lavare i piedi è rivoluzionario nel mondo di oggi che, come ieri, non smette di essere invece fondato sulla logica umana della competizione. Quella tra fratelli per dividersi l’eredità; tra compagni di scuola per il “merito”; tra colleghi per il miglior posto di lavoro e per la scalata di carriera; tra le aziende per le quote di mercato; tra nazioni per il potere economico e culturale; tra popoli per le risorse del Pianeta.

Oggi la Chiesa, sull’esempio di Gesù, è chiamata ad interpretare questo gesto e, oltre che riviverlo nei riti della Settimana Santa, a renderlo concreto nel mondo. Ecco perché Papa Francesco ha sempre scelto con cura il luogo dove celebrare la messa in Coena Domini e la lavanda dei piedi, ad esempio quest’anno nel carcere minorile di Casal di Marmo, per porre l’attenzione del mondo sui temi dell’accoglienza e del perdono, che sono spesso dei tabù per la società. “Ognuno di noi può scivolare” ha detto il Papa durante l’omelia ai giovani detenuti a cui ha lavato i piedi. L’amore di Dio non lo abbiamo meritato, è Egli che si è offerto. In questo contesto, la lavanda dei piedi, realizzata nel mondo di oggi, diventa un gesto di grande umiltà, di accoglienza e servizio, specialmente verso i più deboli.

Pierluigi Garofalo, diacono