Domenica 26 marzo l’Arcivescovo Giancarlo Bregantini ha presieduto a Vinchiaturo la Messa delle 11.15, concelebrante il parroco don Peppino, nella chiesa dedicata al Patrono San Bernardino e poi ha benedetto l’antico portone restaurato della chiesa del Purgatorio. L’intervento di restauro, atteso dalla riapertura al culto della chiesa nell’ottobre del 1971, è stato possibile con l’impiego di risorse del Comune e dei familiari di Francesco Giordano, scomparso prematuramente nel 2018, diretto discendente dal ramo della mamma Liliana Pistilli del fisico Nicola Pistillo che nel 1819 donò alla comunità vinchiaturese il portale. Il portale della chiesa del Purgatorio, datato 1604, e la porta lignea, datata 1620, erano originariamente parte della chiesa del convento di Santa Lucia. Alla soppressione del cenobio, avvenuta il 19 giugno del 1811, il complesso venne acquistato dal dottore fisico Nicola Pistillo il 12 dicembre del 1812. Questi nel 1819 decise di donare alla comunità di Vinchiaturo il portale con relativa porta lignea, oggi parte della chiesa del Purgatorio, e la croce in pietra con il piedistallo, collocato nella piazza antistante l’edificio comunale. Il portale è un buon esempio di stile barocco napoletano. La porta lignea presenta intagli e bassorilievi con motivi vegetali e due figure di Santi, a sinistra San Francesco, a destra Santa Lucia.
Il sindaco Luigi Valente: “Sono molto felice per l’avvenuto restauro di una importante opera d’arte dopo anni di attesa. L’amministrazione comunale ha voluto fortemente contribuire al recupero di questo meraviglioso portone ligneo del 1600 che è un vero patrimonio storico ed artistico di Vinchiaturo”.
Il parroco don Peppino così ricorderà su pergamena, che sarà conservata negli annali parrocchiali, la cerimonia della benedizione del restaurato antico portone, grazie al generoso contributo offerto, con versetti dai salmi (118, 20). ”Qui è la porta di Dio, per la quale entreranno i giusti”. Nella profezia di Ezechiele 48, 30,35 si descrive la nuova Gerusalemme, circondata da 12 porte, aperte ai 4 punti cardinali (Ap 21,12- 13).
La porta si apre per far entrare e si chiude per consentire di stare al sicuro. La metafora della porta caratterizza la storia della salvezza racchiusa tra una porta che si chiude (Genesi) e dodici porte che, alla fine della storia, si aprono (Apocalisse). “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap. 3,20). “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato: entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9).
Padre Giancarlo ha voluto ringraziare sia i familiari di Francesco Giordano che il sindaco Valente per aver ridato alla comunità questa opera d’arte ultrasecolare e di inestimabile valore religioso.
Lucio Renzi