IN MEMORIA DI PADRE CARIS KOMBEMBO

IL CHICCO DI GRANO CHE MUORE E DÀ FRUTTO

“C’è qualcosa di più forte della morte ed è la presenza degli assenti nella memoria dei vivi”. Con queste parole della scrittrice e fotografa Valerie Perrin, ricordiamo la figura di padre Caris Kombembo, che ci ha lasciati prematuramente il primo aprile 2023, alla vigilia della domenica delle Palme. Il sacerdote faceva parte dell’associazione “Maria Stella dell’Evangelizzazione” e viveva a Cercemaggiore, nel santuario di Santa Maria della Libera. Il suo funerale, celebrato dal vescovo Bregantini, ha visto la presenza di numerosi fedeli. Le parole dell’omelia del pastore sono state di grande illuminazione. Egli stesso ha tanto imparato dalla saggezza di questo giovane sacerdote. Lo interpellava spesso perché ammirato dalle sue idee e consigli. Nell’omelia il presule paragona padre Caris al “chicco di grano, caduto in terra, che se muore porta molto frutto”. Un passo significativo del Vangelo, che ci fa capire che la vita non termina sulla terra, ma continua più feconda in cielo. La malattia di padre Caris e la sua sofferenza devono rafforzare la nostra fede e la sua scomparsa deve essere per tutti noi esempio e convinzione che bisogna vivere una vita terrena all’insegna dell’umiltà e dell’amore per il prossimo.

Mariarosaria Di Renzo

 

«IN CRISTO RISORTO, LA NOSTRA FEDE E LA NOSTRA SPERANZA SONO FISSE IN DIO»

OMELIA DI MONS. BREGANTINI

Carissimi fratelli e sorelle, cari sacerdoti e cari confratelli dell’Associazione “Maria Stella dell’Evangelizzazione”, egregi parrocchiani di Cercemaggiore con il parroco p. Abdoo, egregia Autorità, reverende suore, seminaristi, amici e giovani tutti.

Grazie della vostra generosa presenza ai piedi di Maria, Madonna della Libera, cuore spirituale di questa bella terra di Cercemaggiore: a tutti un saluto affettuoso e deferente. Ci riunisce la forza della nostra fede, nell’affidare a Dio, tramite Maria, l’anima bella del nostro sacerdote p. Caris Kombembo, che il Signore ha chiamato a sé, dall’Ospedale di Larino, la vigilia della Festa delle Palme, sabato 1° aprile 2023.

“IN CRISTO RISORTO, LA NOSTRA FEDE E LA NOSTRA SPERANZA SONO FISSE IN DIO” è la frase che la nostra diocesi ha scelto come augurio in questa santa Pasqua. Diventa attualissima ora in questa liturgia nel saluto a p. Caris, che facciamo con tanta commozione e speranza.

LE ULTIME ORE DI VITA PASSATE CON LUI

Benedico il Signore perché mi ha concesso la grazia di poter passare con p. Caris le ultime ore della sua vita, nella mattinata di sabato scorso. Il medico che segue la struttura, il dott. Mariano Flocco mi aveva preavvertito: “è gravissimo! Temo per lui!”. Così mi precipitai accompagnato dal novizio Vincenzo come autista. Giunto a Larino, fui accompagnato nella stanza di p. Caris. Fu un incontro meraviglioso e commovente.

Ho così potuto raccogliere le ultime sue parole e la sua benedizione dolcissima. Soprattutto ho potuto pregare con lui. Mi chiese espressamente di recitare l’Ave Maria, memore della sua devozione mariana e della figura dolcissima di sua mamma, lontana, che tanto lo adorava e che lui tanto amava. Ha poi benedetto tutta l’Associazione di cui era il responsabile diretto, potremmo dire il “padre generale”. Soprattutto mi ha detto di portare la sua benedizione ai due preti novelli, don Michele Pio e don Mark, ordinato solo pochi giorni fa, sabato 18 marzo, vigilia di san Giuseppe!

Era molto attento al cammino dei giovani, che si affacciavano a questa famiglia religiosa. Li sentiva vicini, uniti a lui e li voleva uniti tra di loro! E questa Associazione, moltissimo è stata vicino a lui, in conforto spirituale, vicendevole, all’Ospedale di Campobasso, al Cardarelli, presso l’Hospice di Larino, accolto da tutti, con particolare attenzione dal Primario, il dottor Flocco. Grazie esprimiamo perciò a tutti coloro che hanno avuto attenzione a padre Caris, nella sua lunga e dolorosa malattia.

Con un grazie tutto particolare alle SUORE di Cercemaggiore, le sorelle dell’Istituto Mater Orphanorum, che lo hanno avuto come ospite, assistito con premura per lunghe settimane. Grazie!

Anche nel mio cuore è passata la visita del Signore, in quasi due mesi di ospedale. Perciò, possiamo ora benedire il Signore perché sempre ci sostiene, ci apre nuovi orizzonti di luce. Il giovedì santo, alla Chiesa dei monti, ai piedi di Maria, consacreremo l’olio degli infermi; insieme a quello del Crisma e dei catecumeni. Chiederemo il dono della consolazione perché ogni sofferenza sia confortata da una comunità che si fa prossima e vicina, per chiedere a Dio “il sostegno nell’infermità, la consolazione nella prova e l’alimento della speranza”. Siamo certi che le preghiere, che quella mattina abbiamo elevato a Dio, come vescovo e prete, arriveranno al cielo e saranno ascoltate dalla mano di Dio dalla tenerezza di Maria, Madonna della libera, che ci guarda ora con i suoi grandi occhi!

LA STORIA DI PADRE CARIS

Nativo del Congo, dove è venuto alla luce 46 anni fa nel 1977, ha coltivato fin da giovane una grande apertura al mistero di Dio, incontrato ed approfondito poi nell’esperienza di Loppiano, presso i Focolarini, dove ha maturato la sua vocazione religiosa e sacerdotale. Qui ha poi incontrato padre Bernardo e padre Benedetto, che gli hanno consigliato di vivere l’esperienza dell’associazione “Maria Stella dell’Evangelizzazione”, dove  è stato subito ben accolto e accompagnato, fino a diventarne Responsabile generale.

Buona la sua formazione, in Congo, innestata in un carattere “mite, umile, garbato, affettuoso e attento”. Era un prete saggio!

Per questo, era apprezzato e amato da tutti!

I suoi consigli erano spesso decisivi. Di certo, continuerà ad assisterci! Ne abbiamo tanto bisogno, come diocesi e come Associazione.

E DOPO?

La sua morte in giovane età, a 46 anni, ci richiede di guardare avanti, oltre questo lutto!

E’ veramente come “il chicco di grano, caduto in terra, che se muore (e solo se muore, come ci dice questa settimana!) porta molto frutto. Genera una spiga di fecondità e di grazia. In benedizione e luce! Del resto, p. Caris era veramente arrivato alla consumazione fisica! Un chicco di grano mangiato! Il tumore lo aveva reso magrissimo!

Si percepiva la stessa sensazione di speranza, però, che aveva accompagnato, nello stesso luogo dell’Hospice, la storia edificante di don Giovanni Diodati, nel suo morire, per una malattia simile, sempre in quel luogo.

Ancora oggi, quella sua esperienza, maturata attorno all’Eucarestia, ci rinnova la fecondità del chicco di grano che cade e, morendo, dona vita, ancora più grande ed ancora più durevole.

La stessa cosa, ne siamo certi, sarà per padre Caris. I suoi confratelli più giovani ne continueranno lo stile e l’opera! La sua morte rafforza, oggi, la struttura dell’Associazione! La renderà ancor più feconda di bene!

Così questo funerale ci chiede di entrare in pienezza nella benedizione del sangue di cristo.

Permettete infine un ultimo ricordo diretto, frutto della fede di questo giovane prete. A lui ho presentato il tema della passione, cuore di questa settimana.

Alle mie parole ebbe un guizzo di luce nei suoi occhi addolorati. Viveva proprio quello che Gesù ha vissuto! Mi è stato così di grande insegnamento. Ha offerto se stesso, come esorta la lettera agli ebrei.

CARO P. CARIS, TI AFFIDIAMO AL SIGNORE

Per questo concludo con un tratto del bellissimo documento di papa Francesco, anch’egli segnato dall’ospedale in questi giorni. Il documento “Desiderio desideravi” al numero 60, dice: “il presbitero non può narrare al Padre l’ultima cena senza esserne partecipe. Non può dire: “prendete e mangiate tutti, questo è il mio Corpo, offerto per voi in sacrifico” e non vivere lo stesso desiderio di offrire il proprio corpo, la propria vita per il popolo a lui affidata”.

E’ proprio ciò che ho visto compiersi in quegli ultimi decisivi momenti dell’esistenza di p. Caris. E’ stato per me e per noi tutti la realizzazione di Cristo vittima, offerta in sacrificio, come sempre scriveva fra Immacolato nel suo letto di dolore. Così è morto p. Caris, così è morto fra Immacolato. Amen. Deo gratias.

tuo carissimo p. GianCarlo, Vescovo