Cultura e spiritualità della Festa di S. Anna “Gran Madre delle messi”

UN DECALOGO DI VALORI CHE IN S. ANNA SI FA VITA

Carissimi in questa 217.ma edizione della splendida Festa di S. Anna, dove ogni chicco incastonato nella spiga splende come oro al sole (come affermò S. Giovanni Paolo II ricevendo la Porta Santa di grano in Vaticano), mi piace offrire a me e a voi una riflessione nel segno del grano. Il frumento in ogni civiltà è segno di vita e nel cristianesimo come in altre culture (arte, letteratura ecc.) la spiga è simbolo di risurrezione (il chicco vince la crosta della terra e si fa germoglio) e in modo specifico nel cristianesimo dell’Eucarestia (il chicco dona il suo cuore, come il pellicano per nutrire i figli, per alimentare la nuova radice per poi diventare spiga multipla di chicchi e in Cristo Pane vivo e vero). Dalla Mezzaluna fertile all’Occidente il grano dice l’esplosione della vita, della vita nuova (e la terra guarda al Cielo e si proietta nell’Eterno). Ecco come dal verde germoglio al giallo oro delle spighe si contempla nel ciclo della continua rinascita il Mistero del Trascendente e dell’Eterno Amore a cui la creatura anela. Una Festa che ha le sue radici nella primizia biblica legata ai Patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe) e alla cultura classica greco-romana che richiama la Kerres dei Sanniti, la Demetra dei Greci e la Cerere dei Romani (come nel video realizzato con RAI3). Un amore che lega popoli e culture alla culla vitale della terra e al ringraziamento per i suoi frutti. Ecco la Madre del grano, S. Anna, “Grande Madre delle messi” che raccoglie, già prima del 1805, e rilancia la vita e sotto il suo manto custodisce valori. Valori antichi, aurei ossia veri, che dagli antenati si fanno volano di ulteriori vissuti. Valori profondi, genuini, frutto di lacrime, lotte e sudori per la ricostruzione nelle macerie (Cfr. Archivio Storico Parrocchiale) dopo il terremoto del 1805 che diede ufficialmente origine alla Festa e che provo a descrivere e a raccogliere in questo DECALOGO ossia dieci punti di VITA:

  1. La cultura antica e la spiritualità delle radici per custodire la memoria e dare nutrimento e vitalità all’Albero della vita che sei tu! E più le radici sono profonde, più l’albero sfida i venti, espande le fronde e svetta verso l’alto del Cielo
  2. La fede come impegno e come dono da custodire nel segno del chicco che non resta solo ma, invitando a passare dall’io al NOI, germoglia e offre vita perché si apre alla Luce. Auguri a te che nel Battesimo come dicono i nostri fratelli e sorelle d’Oriente “diventi figlio/a della Luce” per un progetto che ti rende prezioso perché figlio/a di Dio. E sia così il nostro cuore un chicco unico e irripetibile chiamato, vocato, custodito e rilanciato dalla forza dell’Amore
  3. La bellezza rurale (dalla zolla di terra che culla il chicco di grano al nuovo germoglio) e la contemplazione del creato (dalle bionde messi baciate dal vento all’azzurro del Cielo Infinito) nella riscoperta e nella valorizzazione delle tipicità, segno di un cammino che unisce passato-presente-futuro e si fa scuola per nuove generazioni (Cfr. Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco)
  4. La cultura del dono nella spiritualità della prossimità, dove il chicco anela alla spiga dorata dono di tutti e per tutti, segno di offerta e celebrazione della vita che si fa intreccio di luoghi, storie e volti; dove ti senti prezioso perché accolto, amato, accompagnato. Ecco la grandezza di questa Festa che si fa arte dell’incontro dal piccolo al grande e scuola di valori inter-generazionali
  5. La cura dell’altro nel segno della coppia: insieme Gioacchino ed Anna, grandi nonni in cui celebriamo (ogni IV domenica di luglio col Papa) quest’anno la II “Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani” dal titolo: “Nella vecchiaia daranno ancora frutti (Sal 92,15)”
  6. L’amore alla propria terra e ai borghi storici, nello stile dell’appartenenza identitaria per riscoprire la nostra storia e sinodale per essere rete di futuro. Ed ecco la bellezza della Festa delle feste, per Jelsi e paesi vicini e i tanti all’estero, che risveglia comunitariamente l’amore per la terra e i suoi frutti e intreccia, in modo unico, mani operose e cuori fervorosi, memoria e profezia
  7. La cultura dell’accoglienza, della tenerezza e dell’inclusività, nel segno dell’amore al grano e al pane oblativo che si fa oggi dignità, splendore, accoglienza, condivisione, coraggio e Speranza
  8. Il dialogo dall’Oriente, idealmente dalla casa di Gioacchino ed Anna in Gerusalemme, all’Occidente e viceversa per una PACE “artigianale” come ama dire Papa Francesco. Sì, perché il processo di pace è continuo, quotidiano, richiede umiltà, tanto lavoro e pazienza e interpella tutti
  9. Lo stile dell’intreccio pedagogico che impariamo da una mano sulla spalla della presenza educativa che accompagna come a dire ci sono io e l’altra che punta al Cielo, a Dio, ai valori alti, a guardare Oltre, a un progetto che in Dio si fa mosaico, dove il mio tassello ben incastonato è prezioso e unico. Per non restare schiacciati dalla paura che ruba la speranza. Il tutto nell’attenzione e nella cura delle piccole cose passando dal mio al nostro e alla convinzione che il nostro viene prima del mio (afferma con forza Mons. Bregantini)
  10. Il ravvivare le motivazioni profonde per il futuro, in cui le lacrime, le gioie, l’intensità dei vissuti diventano forza, ripartenza e consolazione con l’occhio lungimirante di chi conosce-ama-costruisce! Per un cammino di fede, di speranza e di carità con cuore rimotivato e solidale per tutti!

Carissimi dopo 17 anni di servizio pastorale a Jelsi (e 11 a Gildone), prossimi a salutarci, permettete un GRAZIE a tutti e a ciascuno, a quanti hanno lavorato strettamente con me, al Comitato Festa chiamato a custodire come ogni persona l’amore a Dio, in S. Anna, unendo storia-arte-fede e con cuore saggio a guardare lontano. Vi affido perciò le lettere pastorali per un futuro libretto che si faccia insieme memoria e profezia di futuro, nel dinamismo della fede. Un grazie al Mufeg per il nuovo volume: “La fede con gli occhi dell’arte” dove ogni scatto fotografico celebra l’incanto del grano e suscita stupore per una Festa che puntualmente conquista menti e cuori. Evviva S. Anna con i suoi profondi valori e il Signore della Vita e della gioia ci benedica tutti! Buona vita e auguri.

Jelsi (CB): 26.7.2022   

Il Parroco: don Peppino Cardegna

 

CON GLI AUGURI E LA BENEDIZIONE DI MONS. GIANCARLO M. BREGANTINI

Auguro a tutti di raccogliere questi valori così come raccogliete le spighe di grano, con la benedizione di S. Anna, per un cammino tenace, attrattivo e sinodale. Grazie.

+ P. GianCarlo Bregantini