LA POLIEDRICA ATTUALISSIMA EREDITÀ DI MARIA ROMANO DE GASPERI

Il Sostegno Giovanile Al Padre Grande Statista E Cattolico Integerrimo

È tornata alla Casa del Padre Romana De Gasperi, figlia primogenita del grande statista trentino -Alcide De Gasperi. Il secolo scorso, definito breve (a motivo della corta vita che nel novecento ha avuto la fase nuova della politica mondiale con i due blocchi dominanti USA ed URSS nata tardivamente nel 1915 durante la I guerra mondiale e morta precocemente nel 1991 con la caduta dell’URSS), per lei, invece, nata a Trento nel marzo del 1923 e morta a Roma a 99 anni, è stato lungo.

Anni tragici e cruciali della nostra storia nazionale ed europea che hanno segnato, fin da piccola, la sua vita trascorsa nella capitale: primo dopoguerra, ventennio fascista, seconda guerra mondiale, lotta di liberazione per la nascita della Repubblica, primordi e nascita dell’Unione Europea.

Aveva appena 4 anni quando suo padre (1881-1954) fiero oppositore del fascismo fu costretto prima a dimettersi da deputato e successivamente a subire il carcere per 14 mesi. Liberato rimase, comunque, un sorvegliato speciale.

Ciò nonostante, anche durante queste pesanti restrizioni il rapporto padre e figlia continuò profondo e particolare. Come lei stessa, biografa del padre, ci racconta, dal carcere le inviava “lettere colme di affetto, scriveva la storia di Gesù sulle immagini della Palestina ritagliate da una rivista, le spediva a casa e la mamma leggeva tutto ad alta voce”.

Prima della pandemia queste pagine inedite sono state da lei raccolte e pubblicate con il titolo La vita di Gesù narrata alla figlia Romano. Determinante per la sua lunga carriera di maestra e testimone di ideali democratici e cristiani, fu la collaborazione con il padre nelle varie fasi della sua attività politica.

Prima come giovanissima staffetta, durante l’occupazione della capitale, nel periodo dei Comitati di Liberazione clandestini: “in bicicletta andavo a trovarlo in una stanzina sul tetto del palazzo Propaganda Fide e nel cestino sotto la verdura mettevo i suoi articoli per i giornali clandestini e i messaggi per i resistenti”.

In seguito come segretaria privata del padre quando diventerà, dopo la liberazione e la schiacciante vittoria del nuovo partito, la Democrazia Cristiana, da lui diretto, capo del governo per parecchi anni.

Dovette accontentarsi di un salotto privato davanti al suo ufficio e senza paga perché il rigore paterno considerava illecito che “una stessa famiglia gravasse due volte sulle casse dello Stato”.

La identica coerenza morale e cristiana che costrinse De Gasperi a dire no a Papa Pio XII quando gli chiese di allearsi, per la formazione del nuovo governo, ai missini (ex fascisti) e che gli costò il rifiuto dell’udienza papale in occasione dell’anniversario del suo matrimonio.

Il Papa dovette ricredersi…e forse pentirsene, perché alla sua morte affermò: “è morto un santo”.

Infatti è in corso la sua causa di beatificazione: già dichiarato servo di Dio.

Perciò De Gasperi fu non solo grande statista artefice della Ricostruzione dell’Italia dopo la seconda guerra mondiale e appassionato europeista, padre fondatore insieme a Schuman e Adenauer della Europa Unita, ma anche grande cattolico.

Di profonda spiritualità, era attaccatissimo alla Bibbia.

Basti pensare che accanto alla figlia Maria Romana, segretaria privata della sua attività istituzionale, coinvolse pure la secondogenita Lucia, diventata suor Lucia, come segretaria spirituale.

Durante gli otto anni di presidenza del Consiglio, grazie ad un permesso speciale, da lei si recava spesso per chiederle sostegno di preghiera e direttive spirituali. Né risparmiava la moglie Francesca, molto generosa, che a casa gli batteva a macchina i discorsi e gli appunti necessari.

Lasciava libere le altre due figlie perché piccole. In casa De Gasperi pubblico e privato si trovavano sempre intrecciati a servizio del bene comune.

Come stupirsi, perciò, del fatto che anche dopo la morte del padre e il sopraggiunto matrimonio con Piero Catti, ex partigiano, la passione civile e cristiana continua a tessere la lunga vita di Maria Romana De Gasperi?

Dagli anni ottanta al 2004 la troviamo crocerossina volontaria negli ospedali della Capitale. Dal 1988, da studiosa e amante della scrittura, sul giornale Avvenire per un lungo trentennio cura la rubrica con un titolo molto eloquente: Ieri e Domani.

Ma la tempra di Maria Romana De Gasperi raggiunge il suo apice alla morte prematura di due dei suoi tre figli: Giorgio e Maurizio.

Giorgio in un incidente di moto, Maurizio per una malattia contratta in Africa dove riscattava i bambini soldati.

La mamma: “lo ricordo in lacrime: se avesse avuto più soldi, diceva, ne avrebbe salvati di più”.

Anche un così straziante, doppio, dolore non la induce a rinchiudersi in se stessa.

Forte della speranza cristiana, “spero di ritrovarli…se ne sono degna in Paradiso”, questa lacerante ferita materna rende ancora più nobile e fiero da parte sua, e grato da parte nostra, il suo consueto disinteressato impegno civile ed evangelico.

Rifiutò sempre di candidarsi e scendere in politica. Davvero la famiglia è la prima cellula della società. Solo tante cellule sane possono generare e far crescere una società sana.

E solo la fede Cristiana, autentica e provata, anche in acque tempestose ci può mettere al timone della vita per condurci al porto sicuro.

Biografa del padre e custode della sua memoria

Alla morte del padre, Maria Romana si sente investita di una nuova missione: raccogliere, custodire e diffondere la sua memoria in un clima generale di decadenza morale del costume politico.

Con l’aiuto della madre Francesca, secondo il consueto stile familiare, raccogliendo mille e mille carte dall’archivio familiare e da altri fondi pubblici e privati, pubblica nel 1964 la prima biografia del padre: De Gasperi uomo solo.

Titolo vero e pregnante, riferito alla solitudine da De Gasperi patita nell’ultimo periodo della sua vita politica, quando la stessa sua D.C. si stava allontanando dagli ideali del passato.

Per ravvivarli, nel 1982 fa da madrina alla Fondazione Trentina De Gasperi, ancora viva ed operante, istituita dai pochi sopravvissuti veri democratici cristiani. Seguirà una stagione feconda di pubblicazioni: saggi, interviste e il deposito dell’immenso patrimonio di documenti raccolti presso gli archivi storici dell’Unione europea di Firenze.

Donna del futuro: paladina di pace e artigiana della civiltà dell’amore

Maria Romana non si limita ad esercitare il ruolo di studiosa del padre.

Fino agli ultimi anni della sua vita, senza risparmiarsi, percorre incessantemente il paese da nord e a sud per far conoscere “la lezione democratica del padre”. Incontra tutti, soprattutto studenti (la loro formazione le sta troppo a cuore) nelle scuole, cittadini e politici nei festival, membri di ogni associazione interessata. Convincente maestra e testimone dell’era contemporanea l’avrebbe definita S. Paolo VI secondo la sua Evangelii nuntiandi. Testimone instancabile di pace mondiale: Presidente onoraria del Comitato per la Pace Nucleare e del cooperante Comitato per una Civiltà dell’Amore.

Associazioni di volontariato con sede in Assisi nel Sacro convento di San Francesco ad Assisi.

E dove Altro? Il presidente attuale di civiltà dell’Amore così sintetizza il notevole contributo di Maria Romana: “di lei ricordiamo tante battaglie sia sul versante della pace nucleare che sul versante dei microprogetti di sviluppo per i poveri nel mondo, così grazie a lei abbiamo potuto proseguire molto in avanti sulla strada di una effettiva Civiltà dell’Amore”.

Molto in avanti: la conversione di ben 20.000 testate nucleari in energia di Pace con gli accordi USA/Russia. Purtroppo attualmente sospesi causa guerra in Ucraina. Per questa pacifica operazione la sua associazione ha ricevuto il premio Atoms for Peace 2010. La grande lezione e testimonianza di Maria Romana De Gasperi oggi più di ieri, nei nostri tempi disastrosamente bellici, di guerre vicine e lontane, spinga ciascuno di noi, corazzati dalla grazia pasquale e dall’impegno quotidiano secondo le proprie possibilità, a divenire autentici artigiani di pace evangelica. Proseguiremo, così, concretamente anche noi insieme a lei a costruire, con i nostri piccoli mattoni, la Civiltà dell’Amore.

Rosalba Iacobucci