IN RICORDO DI P. LUIGI RUSSO, UN SACERDOTE TUTTO DI UN PEZZO

Mi sembra così tanto strano dover ‘buttare giù’ delle parole che saranno sempre superflue quando si tratta di parlare di una persona di un certo calibro come, in questo caso, di P. Luigi. Sento ancora viva e fresca la richiesta di collaborazione da parte del padre, proprio il giorno prima dell’incidente che lo ha portato poi, di lì a pochi giorni di distanza, alla morte, avvenuta il 22 Marzo 2022. Un grande sconcerto per tutta la Diocesi di Termoli-Larino presso la quale P. Luigi era a totale servizio, in qualità di eremita presso l’eremo della Madonna della Misericordia, come ha desiderato lui si intitolasse.

Un immenso dolore per tutte noi dell’Ordo Virginum che, dal 18 marzo 2011, eravamo state consegnate nelle sue mani, dal Vescovo Gianfranco De Luca. Io, pur appartenendo alla Diocesi di Campobasso-Bojano, essendo l’unica, ho avuto sempre il permesso dai Vescovi che si sono avvicendati in questi anni, a cominciare dal 2000 ad oggi, di seguire gli incontri mensili che si svolgevano e si svolgono nelle varie sedi della cittadina termolese, alcuni dei quali anche qui a Campobasso con le catechesi da parte dell’allora Vescovo Armando Dini e dell’attuale Padre Giancarlo Maria Bregantini.

Quando P. Luigi ha ricevuto l’incarico di accompagnarci in questa bella realtà, pur senza conoscerlo fino allora, si è stabilita immediatamente una forte amicizia spirituale che ci vedeva coinvolte in prima persona nell’ascoltare la sua parola chiara, di forte richiamo alla Parola di Dio, con gli spunti tratti da vari testi, o di documenti di Papa Francesco o sulla vita consacrata o su varie tematiche; e ad ogni incontro chiedeva una verifica su quanto ascoltato o letto. P. Luigi ci diceva che “ognuna di noi è una Parola di Dio, un’opera delle sue mani e la vita consacrata è un andare dietro a Gesù, e ogni fratello o sorella è una Porta Santa”.

Sento ancora viva quella voce pacata, dolce, con il sorriso sempre sulle labbra, nel chiedere ad ognuna come procedesse la nostra vita con Gesù, il nostro stato d’animo, le nostre problematiche, le nostre difficoltà, la nostra salute. Non perdeva una virgola di quanto andavamo raccontando, spesso con la testa china, come a chiedere aiuto dall’alto per dare, poi a ciascuna, una risposta illuminante e sapiente.

Era una gioia immensa trascorrere ogni volta quegli incontri fraterni nei quali noi, come brave discepole, pendevamo dalle labbra dell’umile padre maestro che, dopo aver ascoltato noi con grande interesse, non nascondeva quello che anche lui sentiva di condividere. Erano dei momenti di viva partecipazione, di unità, di confronto, a volte accompagnati anche dalle lacrime, ma anche di immensa gioia e di condivisione, tutto era una ricchezza e una bellezza dello stare insieme. Padre Luigi era un sacerdote di una grande umiltà, con un forte senso di responsabilità con cui svolgeva ogni attività, con noi sorelle, in parrocchia, tra la gente, spesso povera e bisognosa, pronto nell’ascoltare le colpe commesse, così pronto nel perdonare, nell’aiutare, nell’accogliere, nel far superare le varie prove. Non amava il compromesso, diceva sempre di mettersi nella verità, pur se costava fatica e sofferenza, riportando come esempio quella patita dal Signore Gesù in tutta la sua vita, fino a perderla e a morire in croce. Diceva inoltre di mettere in conto nella nostra vita la possibilità del martirio, una mèta ardua da raggiungere, era la nostra risposta, ma non impossibile.

Era un amante della povertà, nel modo di vestirsi, in quello che possedeva, ossia delle poche cose essenziali che aveva in quella piccola struttura eremitica, poche cose che lo rendevano felice, certo  dell’aiuto che avrebbe ricevuto dalla provvidenza; e insegnava a noi a vivere con la stessa sobrietà e a sentirci ricche e felici perché possedevamo il Re.

Ricordo ancora il tono della sua voce, allorquando non potendo recarmi a Termoli o a riunirci tutte, qualora gli manifestassi per telefono qualche difficoltà o qualche problema in corso, diceva con la sua calma che lo contraddistingueva: “tranquilla Pina non ti agitare, fai così e così..”; e subito pronto a dare consigli, lasciandomi gioiosa per averlo ascoltato e sollecita nel mettere in pratica i suoi saggi suggerimenti. Allo stesso modo sono felice per avergli ogni volta ubbidito; e ad ogni mia risposta seguiva un grande ringraziamento e una consueta benedizione. Non dimenticava mai un nostro evento, compleanno, onomastico o anniversario di consacrazione, i suoi messaggi sono ancora conservati nel cuore come nella memoria del cellulare da cui faccio ancora fatica a separarmene; in uno mi fu scritto: “continua ad essere la luce di Cristo per quelli che ti incontrano”; e in un giorno del mio anniversario: “…ho pregato per te. La fedeltà degli Apostoli Pietro e Paolo sia la tua fedeltà al Signore nostro Gesù Cristo. Auguri p. luigi”. Tutto era in riferimento a Cristo Signore.

Un uomo di preghiera, quella preghiera semplice che sicuramente elevava anche allorquando le sue mani le impegnava per dipingere le meravigliose icone, un grande dono ricevuto dall’alto e che con grande professionalità sapeva mettere a disposizione. Un sacerdote buono, generoso, cordiale, rispettoso verso tutti, anche degli animali che amava e che sapeva curare, specie i suoi cani diventati anch’essi nostri “fratelli”. Un uomo dalle tante virtù, soprattutto un sacerdote tutto di un pezzo e al quale, pur con le lacrime agli occhi, ci tocca solo chiedere di intercedere per noi presso Dio perché restiamo fedeli alla chiamata, amandolo fino alla morte, così come P. Luigi ci ha insegnato, attraverso il suo ammirevole esempio e la sua profonda testimonianza.

                                                                                                                           Pina Spicciato o.v.