Auguri PRESIDENTE

GRAZIE PRESIDENTE MATTARELLA 13° PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

«LA DIGNITà, PIETRA ANGOLARE DEL NOSTRO IMPEGNO»

Tragicommedia all’italiana

Dopo una settimana circa di durissimi scontri ed un Parlamento allo sbando, incapace di scegliere il successore di Sergio Mattarella, indicato tra una rosa di nomi sempre con maggiori “petali”, inutilmente sfogliati, all’ottava votazione l’Aula ha rieletto, con 759 voti – non senza essere salita prima al Colle, con il capo cosparso di cenere -, il 13^ Presidente della Repubblica, il secondo presidente più votato dopo Sandro Pertini. La rielezione è stata sottolineata da un applauso – lungo quattro minuti – liberatorio più per i cittadini in attesa, per la fine di questa triste tragicommedia, che per l’Aula.  E ci è mancato poco che il Transatlantico si trasformasse in Titanic.

A prescindere dall’esito, direi scontato e prevedibile, la politica ha mostrato, con la sua incapacità, il vero volto, interessato e miope, con tutto il disprezzo per il bene comune, incurante della crisi sanitaria – con il numero di morti ancora troppo elevati – e della crisi sociale sempre più grave.

 

Tempi di nomina

La data di scadenza del mandato presidenziale era da tempo nota e, dunque, si poteva, con responsabilità e ponderatezza, effettuare una scelta condivisa, evitando all’Italia ed al mondo la pantomima indegna di un paese civile e democratico. Peraltro, tale scelta è stata effettuata, dalla politica, in totale disprezzo della volontà, ripetutamente e decisamente manifestata, da parte del Presidente, di non voler continuare nel mandato, per le ragioni ampiamente esposte, – per ben 14 volte -, seppure la Costituzione non vieti la rielezione ed essendo il primo garante della stessa. L’unica preoccupazione della politica, che esce sconfitta tutta da questa vicenda, è stata quella di rimanere attaccata alle poltrone, evitando una crisi, con conseguente ritorno alle urne – per molti avrebbe significato l’addio ai benefici previdenziali ed al ritorno in Parlamento, a seguito della nuova legge elettorale che ha tagliato il numero degli eletti-. Ha prevalso il senso di protagonismo a tutti i costi e la smania di apparire. Ora tutti s’intestano i risultati.

 

King maker

Alcuni, più di altri, si son sentiti King maker della situazione. La confusione e la mancanza di visione prospettica hanno determinato uno spettacolo cui la politica, ahinoi, da troppo tempo ci ha abituati a subire, peraltro, con buona pace dell’anima di tanti indifferenti ed incuranti elettori. Questo agire, irrispettoso verso il Paese, credo, abbia fatto crescere la disaffezione alla politica, con il risultato di avere nell’astensionismo il più nutrito partito. La politica, insipiente e litigiosa, ne esce lacerata e sconfitta e con profonde divisioni.

Senso di Responsabilità

La nomina a Capo dello Stato di Sergio Mattarella, che succede a se stesso, è stata accolta dalla stampa internazionale (El Pais, Le Figarò, il Financial Time, la Bbc) e nazionale, con sollievo, in quanto considerato l’unico in grado di dare stabilità al Paese e tutelare il governo Draghi.

La rielezione di Sergio Mattarella, “che aveva altri piani” richiama al senso di responsabilità e ad una necessaria ed indifferibile “analisi introspettiva” da parte dei partiti. Certo il periodo che seguirà non sarà dei più semplici e il Presidente, di cui sono noti i valori, la Signorilità, l’Equilibrio, la Cultura e la Dignità, che ha già dovuto guidare negli ultimi due anni un Paese provato da troppe crisi (sanitaria, economica, sociale), avrà bisogno, per la realizzazione dei gravosi prossimi impegni, della collaborazione di tutte le parti politiche in campo, compito non facile se permangono i protagonismi e gli interessi personali ed identitari. Il sacrificio del Presidente ed il senso di responsabilità, sono chiaramente espressi nelle poche, sobrie e sofferte parole del messaggio per confermare l’accettazione della nomina: “le condizioni attuali impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini.”. Maggiormente di pregio appaiono, dunque, attese le future diverse aspettative personali, sacrificate in nome dell’interesse del Paese. Ha accettato per non lasciare il Paese in piena tempesta e ad un passo dal baratro, continuando a rinunciare alla pensione da professore. Grazie Presidente, per aver mostrato ancora una volta, casomai ce ne fosse stato bisogno, la levatura delle persone che vivono il senso dello Stato. Sappiamo che la strada non sarà facile, ma l’accompagneranno la vicinanza, la solidarietà del Paese reale che vede nel suo sacrificio, sperandolo, anche il riscatto della politica.

Silvana Maglione