Francescano Energico e Alacre

IN MEMORIA DI PADRE GIOVANNI DEL ZINGARO

Padre Giovanni Del Zingaro nella sua prima messa

 

Il 3 novembre 2021 è tornato alla casa del Padre Giovanni Del Zingaro, frate minore cappuccino originario di Sant’Elia a Pianisi. Dalle testimonianze della nipote Giovanna e di Padre Aldo Broccato, ho saputo che Vitale (questo il suo nome di battesimo)  era nato a Riccia nel 1943 da Giovanni e Maria Grazia Del Zingaro e apparteneva a una famiglia di umili origini. Era sesto di 8 figli, i genitori si sono trasferiti da giovanissimi a Sant’Elia e lavoravano nei campi come mezzadri. Fin da piccolo aveva espresso il desiderio di diventare prete. Il suo gioco preferito era lavorare la creta e realizzare figure di santi e pastori da collocare poi nel presepe. Quando comunicò ai genitori la decisione di voler frequentare il seminario, la madre si oppose perché avrebbe  preferito che anche lui aiutasse la famiglia nei lavori agricoli. Il colloquio con un altro frate santeliano, padre Eduardo Di Iorio, convinse la madre che era giusto che Giovanni  realizzasse il suo progetto di vita e seguisse ciò che il cuore e la mente gli avevano indicato. Così il ragazzo lascia la piccola cittadina e si trasferisce in seminario. Riceve l’abito religioso il 2 settembre 1962 ed emette la professione temporanea il 1° ottobre 1966. E’ stato ordinato presbitero il 21 marzo 1971, quest’anno infatti ricorreva il suo 50° anniversario di ordinazione!

LA VITA RELIGIOSA DI PADRE GIOVANNI

Frate Giovanni ha trascorso un breve periodo nei conventi di Morcone e di San Giovanni Rotondo, ma la maggior parte della vita è stata da lui vissuta nel convento dei padri cappuccini di Campobasso, prima come insegnante di religione, poi come cappellano dell’ospedale Cardarelli del capoluogo molisano. E’ stato vicino ai malati, sempre pronto con una parola di conforto anche nell’amministrare il sacramento dell’estrema unzione. Ha svolto il ruolo di assistente spirituale di una famiglia francescana di Busso e di Montagano, dove è stato anche cappellano, bibliotecario e, all’occorrenza, sarto per il confezionamento degli abiti ai confratelli. Tutto questo dimostra quanto l’esistenza di frate Giovanni sia stata dinamica e le sue giornate sempre intense: svolgeva il suo lavoro pastorale con dedizione, disponibilità e generosità. Si era recato anche in Kosovo nel 1993, dopo lo scoppio della guerra nella ex Jugoslavia. In quei martoriati luoghi, fra Giovanni si è distinto per aver profuso il suo impegno sociale in favore delle famiglie del posto e di alcuni seminaristi dei frati minori, tutte persone che ha continuato a seguire quando alcuni di questi si sono trasferiti in Molise, in particolare nel convento di Jelsi. Si è anche fatto promotore di numerose iniziative di solidarietà presso suoi amici e conoscenti, per non abbandonare quegli sfortunati fratelli. Nonostante il suo carattere chiuso e burbero, non veniva mai meno ai compiti di un religioso. Egli aveva un’indole molto decisa, portava a termine le sue iniziative con caparbietà e passione, senza mezze misure! Anche se non si recava spesso a Sant’Elia, partecipava con gioia alle occasioni liete dei familiari: ha celebrato le nozze dei nipoti e battezzato i loro figli. Negli ultimi anni di attività, si era trasferito proprio al convento di Sant’Elia,  luogo dove celebrava messa alla Residenza Sanitaria, portando conforto e preghiere agli ospiti della struttura. In più, celebrava la messa alla chiesa di san Rocco tutte le sere. La sua intensa attività gli ha fatto trascurare la salute fisica, intaccata negli ultimi anni, da una grave malattia che lo ha costretto a letto per diversi mesi e a numerosi  ricoveri. Veniva amorevolmente assistito prima in convento e successivamente presso la residenza sanitaria, dove opera anche la nipote Giovanna e dove ha benedetto le sue fedi nuziali in occasione dei 25 anni di matrimonio. Gli ultimi mesi di malattia li ha trascorsi nella infermeria provinciale del convento di san Giovanni Rotondo, dove è stato accudito dalla suore con dedizione e affetto. Anche negli ultimi momenti di grande sofferenza, è rimasto lucido e chiedeva sempre notizie dei suoi confratelli, sui quali voleva sempre essere aggiornato. Il suo temperamento era talmente forte che pensava addirittura alla possibilità di intraprendere qualche attività, quando si fosse sentito più in forze. E’ però passato a nuova vita proprio il giorno successivo alla commemorazione dei defunti e riposa nel cimitero di San Giovanni Rotondo, dove si sono svolti i suoi solenni funerali. Certamente è stato accolto tra  le braccia della Vergine delle Grazie, del Venerabile Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi e di San Pio da Pietrelcina che ha anche avuto l’onore di conoscere.

Mariarosaria Di Renzo