Vangeloscopio “IO NON RICEVO GLORIA DAGLI UOMINI!” (Gv 5,41)

La gloria. Quanto ci può inghiottire la gloria! Quella degli uomini. E che tono usa Gesù nel dire chiaramente che Lui non prende gloria dagli uomini, ma riceve tutto da suo Padre, che lo ha mandato. Aveva appena guarito un paralitico a Betesda. Era un sabato. L’assolutismo dei Giudei ne resta turbato. Per la loro legge non era lecito soccorrere il sofferente di sabato! Gesù ha trasgredito l’osservanza del riposo. Gesù ha commesso ciò che era proibito. Gesù guarisce l’infermo senza il loro permesso. I Giudei erano scandalizzati di tale gravità. La disubbidienza era punita con la morte, ma per Gesù la priorità resta l’amore. Quell’amore che lenisce, che consola, che risana. Sempre. Di notte e di giorno. Il lunedì come il sabato. Sempre! Ed è questo l’unico potere che Gesù ha insegnato!

Lì dove Gesù ha guarito, lì Dio ha regnato!

Le opere che il Padre gli ha dato da compiere, quelle stesse opere che ha fatto, testimoniano di Lui che il Padre lo ha mandato. Chi ama veramente Gesù non è schiavo di schemi, di calendari, di sistemi di controllo, di calcoli, perché Gesù non detta precetti, ma l’audacia dell’amore. In questo consiste la libertà interiore: nell’obbedire all’Amore, come ha fatto Lui. L’amore destruttura ogni forma di odio, di arroganza, di violenza che si consolida a causa della vana-gloria.

Il Padre ci conduce alle Sue realtà invisibili attraverso le opere visibili di Suo Figlio.

Quando smettiamo di volgere i nostri occhi alla salita faticosa verso il cielo, è allora che l’ombra della gloria del mondo ci raggiunge e si accovaccia come un veleno lento e letale dentro l’animo, finché non ci seduce e ci distrugge. Con Gesù, invece, conosciamo e riceviamo la vera e sola gloria che è la vita vissuta in compagnia di Dio, della Sua volontà. “Per questo i Giudei più che mai cercavano d’ucciderlo; perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (Gv 5,18). Chi disobbedisce alla gloria degli uomini, obbedisce a Dio. E chi obbedisce a Dio amando, si fa uguale a Lui. C’è solo da commuoversi e decidersi per questo amore! Speriamo di incontrarci in questo grandioso viaggio! La gloria, quella vera, è là dove Dio è.

 

Io ne ripeto sempre l’esperienza: chi non ci fa attenzione diventa un esteriore, freddo osservante dei canoni, un ‘legalista’, un ligio servo della santità della lettera, uno che pensa di aver adempito ogni giustizia davanti a te con il compimento delle ordinanze umane, uno che ha scambiato te con la lettera. Io non voglio essere un legalista, né servo degli uomini, né della lettera. E tuttavia mi devo conformare agli ordinamenti di autorità umane. Io voglio essere fedele, di cuore, alle loro leggi; ma a tali leggi non posso consacrare il mio cuore; la mia anima deve obbedire, ma senza diventare serva degli uomini. Così io devo alzare direttamente a te il mio sguardo, nell’obbedire a queste leggi. A te il mio ossequio, solo a te senza intermediari; non alla cosa comandata in sé, né alla cosa come necessario riflesso del tuo essere; anzi, appunto perché non ha in sé niente su cui possa fermare il mio cuore, questa obbedienza è ricerca di te, e di te solo” (Karl Rahner).

Ylenia Fiorenza