Il convento di Venafro fu aperto nel 1573 dal p. Giovanni Maria da Tusa ad istanza del comune e dei cittadini. Fu fabbricato affianco ad una preesistente chiesina la quale fu costruita sul luogo del martirio dei Santi Nicandro, Daria e Marciano. La Chiesa ha il titolo di Basilica poiché conserva i resti dei predetti martiri, Patroni della città. Venafro è concattedra con Isernia. In questo convento sono stati celebrati due capitoli provinciali: nel 1578 e 1586. Nella chiesa si conservano i magnifici lavori di intarsio, opera del religioso fr. Bernardino da Mentone. Nel 1911 vi stette per poco tempo il p. Pio da Pietrelcina (fine ottobre – 7 dicembre) il quale lasciò il ricordo di vari fatti misteriosi descritti dal p. Agostino da S. Marco in Lamis nel suo diario.
Arte: degno di nota è l’Altare ligneo con al centro il quadro della Madonna coi Santi Protettori, di fine ‘600, del pittore fiammingo Dirck Hendricks, detto in Italia Teodoro d’Errico; ai lati del quadro vi sono due nicchie con statue lignee di S. Fedele da Sigmaringa e S. Felice da Cantalice: nella parte superiore troviamo la tela di S. Michele; ai lati, invece, due lune con figure francescane su tela: a destra S. Bonaventura da Bagnorea (1221-1274) e S. Ludovico, vescovo di Tolosa (1274-1297), ed a sinistra. Il complesso monumentale ricopre tutto il presbiterio ed è lavorato in noce policromatico con intarsi stupendi, particolarmente elaborati nel tabernacolo e nel paliotto sottostante la mensa; autore dell’opera è un frate di questa Provincia di S. Angelo, fr. Bernardino da Mentone, risalente al 1700.