BORGHI MOLISANI

CASTEL DEL GIUDICE: MISSIONE RINASCITA

Il borgo che rinasce tra mele antiche, innovazione sociale e amore per il territorio

Uno dei motivi della scelta del borgo che ho visitato questo mese è stato la lettura della notizia sul quotidiano Primo Piano dell’annullo filatelico del 12 ottobre 2025, nell’ambito dell’ottava edizione della festa della mela. Gli elementi raffigurati nel francobollo e la loro descrizione, che parla di ritorno e di restanza, mi hanno commossa a tal punto che, a distanza di sette giorni dall’evento, parto alla volta di Castel del Giudice.

Il piccolo comune, sito in provincia di Isernia, dista da Campobasso circa 92 km ed è immerso tra boschi e pascoli a 800 metri di altitudine, attraversato dalle acque limpide del fiume Sangro. Esso è diventato un esempio lampante di come l’impegno civico e l’innovazione possano invertire la rotta dello spopolamento. Con circa 350 abitanti, il borgo ha trasformato le sue criticità, invecchiamento demografico, abbandono dei terreni e chiusura delle scuole in catalizzatori per una rigenerazione socio-economica.

La missione contro l’abbandono, guidata da una lungimirante amministrazione locale, si fonda su tre pilastri principali: il rilancio economico sostenibile, il recupero del patrimonio edilizio e il welfare di comunità.

Il cuore della rinascita di Castel del Giudice batte al ritmo dell’agricoltura biologica: terreni un tempo incolti e abbandonati sono stati recuperati e destinati alla coltivazione e al recupero delle antiche varietà di mele (mela zitella, mela gelata…) coltivate con metodi biologici. Questo ha dato vita a una vera e propria filiera agricola che non solo produce, ma crea posti di lavoro in loco.

A completare il quadro agroalimentare ci sono le coltivazioni dello zafferano e la sperimentazione del luppolo, utilizzato dal birrificio agricolo locale.

Il borgo ha scommesso sul recupero edilizio per trasformare le strutture fatiscenti in attrazione: da questa scommessa nasce Borgotufi, l’albergo diffuso ricavato da vecchie stalle e casali abbandonati, che sono stati ristrutturati con cura per dare vita a un elegante “borgo nel borgo” con spa, piscina e ristorante gourmet. La filosofia alla base del progetto è il recupero etico, che si traduce nel preservare l’architettura originaria e l’identità del borgo, evitando nuove costruzioni. Le case, i vicoli e le piazzette sono stati restaurati utilizzando materiali locali e trasformando le vecchie abitazioni in unità ricettive moderne e confortevoli. Tale iniziativa ha avuto anche una risonanza nazionale, tanto che il paese e la struttura sono stati citati sia su riviste patinate che in importanti trasmissioni televisive.

Altra iniziativa di rilievo è la trasformazione della scuola primaria, chiusa per mancanza di bambini, riconvertita in una Residenza Sanitaria Assistita. Questa mossa strategica ha risposto all’esigenza della popolazione anziana e, allo stesso tempo, ha creato nuovi posti di lavoro nel settore sociosanitario.

Ciò che contraddistingue Castel del Giudice è il forte coinvolgimento della comunità locale: infatti, i cittadini stessi hanno partecipato attivamente, investendo i propri risparmi nel recupero degli edifici e nell’avvio di alcune attività, dimostrando un legame indissolubile con il futuro del paese.

Ulteriore successo dell’amministrazione è la recente vincita del bando Borghi PNRR, con il progetto “Castel del Giudice centro di (ri)Generazione”, che prevede investimenti in nuove residenzialità, cultura e sostenibilità energetica, il cui obiettivo è la trasformazione del borgo in un vero e proprio laboratorio di innovazione appenninica.

COSA VEDERE:

Tra le vie del paese possiamo ammirare la chiesa parrocchiale di San Nicola, patrono della comunità, in stile barocco, risalente al XV-XVI secolo, con struttura a tre navate. Nella piazza centrale troviamo la chiesa dell’Immacolata, distrutta durante la Seconda guerra mondiale e ricostruita successivamente.

Da vedere il santuario della Madonna in Saletta, in stile romanico rurale, che dista 3 km dal centro del paese, circondato da un bosco di pini e abeti. Il prato antistante la chiesa è attrezzato ad area picnic. Una leggenda vuole che su una roccia nei pressi del santuario si sia fermata la Madonna col Bambino e su questa pietra sia rimasto impresso il calco delle ginocchia della Madonna.

TRADIZIONI ED EVENTI:

Tra le varie occasioni di festa vanno ricordate: il Fuoco di S’Antonio in data 17 gennaio, che inaugura l’anno delle manifestazioni; la Maggiolata il 1° maggio; la sagra del salame e della pallotta nel mese di agosto; la festa della mela il 12 ottobre, che promuove la biodiversità; e il Festival Internazionale dell’Arte di Strada, sempre nel mese ottobrino. Degna di nota è infine la festa del Patrono San Nicola di Bari, il 6 dicembre.

DA GUSTARE:

Piatto tipico è la pecorara, a base di carne di pecora; il capretto cacio e uova; l’agnello impanato oppure con funghi galletti. Tra i primi piatti spiccano la polenta, il pancotto con patate, le lasagne con i funghi e la pasta con sugo di carne di agnello.

La storia di Castel del Giudice dimostra come la battaglia contro lo spopolamento non sia una missione impossibile. Con una visione a lungo termine, l’impegno di persone legate al territorio e un modello di sviluppo sostenibile che valorizzi il patrimonio esistente, anche un piccolo borgo può risorgere e offrire una possibilità autentica di un futuro migliore.

Francesca Valente