
L’estate molisana è stata un fervore di tradizioni e sagre che hanno animato i borghi e riempito i calendari locali di appuntamenti imperdibili, offrendo un’esperienza sensoriale completa, tra il profumo del fieno appena tagliato, il suono delle campane in festa, il sapore semplice e genuino dei prodotti locali e la vista di paesaggi che sembrano dipinti. Ho partecipato a molti di questi eventi per conoscere meglio luoghi, sapori e usanze della mia regione.
La prima tappa della mia vacanza è stata Capracotta, definita “il piccolo Tibet del Molise” per la sua posizione elevata, 1421 m s.l.m. (è uno dei comuni più alti dell’Appennino), i suoi paesaggi che si perdono negli orizzonti e le abbondanti nevicate invernali. L’origine del nome è avvolta in un misto di leggenda e ricerca storica.
Secondo una leggenda il borgo venne fondato da alcuni zingari che costruirono Capracotta proprio nel punto in cui morì una capra scappata da un rito propiziatorio. Altra ipotesi è quella che fa risalire la costruzione del paese alla dominazione longobarda, perché il popolo era solito sacrificare le capre, per poi cibarsene durante i banchetti. Altre fonti suggeriscono che il nome derivi dal latino castra cocta, un accampamento militare protetto da un agger coctus, cioè un muro di mattoni. In definitiva, non c’è certezza assoluta, ma molteplici piste che rendono il nome di Capracotta ricco di mistero, cultura popolare e legame con il paesaggio.
Cosa vedere
Il borgo che possiamo vedere oggi è frutto di una ricostruzione avvenuta dopo la seconda guerra mondiale, perché i tedeschi in ritirata nel 1943 lo avevano quasi completamente raso al suolo.
Il centro storico, dall’aspetto montano, è un salotto accogliente perché adornato di vasi di fiori variopinti ed ha una pavimentazione a scacchiera bicolore che sembra un tappeto ornamentale.
Nella parte più alta del paese troviamo la Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta, risalente al XV sec., al cui interno si possono ammirare altari barocchi, pregevoli statue lignee e l’organo in oro zecchino. Molto bello anche il maestoso campanile e spettacolare è la vista che, dal piazzale antistante la chiesa, si apre su tutta la valle.
Nel Palazzo Baronale del XV sec., fatto costruire dai signori d’Ebulo, testimonianza del passato nobiliare del paese e attuale sede del Comune, troviamo il Museo della civiltà contadina e dei vecchi mestieri, che espone oggetti e strumenti della vita rurale e artigianale di un tempo, donati dai cittadini per preservare la memoria storica. Ogni oggetto è catalogato con un cartellino dove sono segnati il nome in dialetto e in italiano e il riferimento della famiglia che lo ha donato.
Molto commovente e significativo il Monumento dell’Emigrante, che raffigura una famiglia con il padre che tiene una valigia, a testimonianza delle tante persone che hanno dovuto lasciare il Molise e cercare fortuna altrove.
Poco fuori dal centro troviamo il Santuario della Madonna di Loreto, protettrice dei pastori durante la transumanza; qui ogni 3 anni ricorre una festa molto sentita dai Capracottesi, che ritornano da tutto il mondo. Per chi ama immergersi nella natura, Capracotta offre camminate nel verde a partire dai Giardini della flora Appenninica, a 1525 m s.l.m., tra i più alti d’Italia, che si estendono per dieci ettari e ospitano centinaia di specie di piante e fiori, con sentieri che si addentrano fino ad una rara foresta di abete bianco.
A soli 3 km dal borgo si trova Prato Gentile, paradiso d’inverno per gli appassionati dello sci di fondo, con oltre 15 km di piste; in estate si trasforma in una vasta distesa verde, ideale per escursioni a piedi o in mountain bike, pic-nic e momenti di relax.
Per gli appassionati di storia, in località Monte Cavallerizzo è possibile vedere tracce delle antiche fortificazioni sannite. Ricordiamo anche che nel British Museum di Londra è conservata una tavola Osca ritrovata proprio nel territorio capracottese.
Sapori e tradizioni
La manifestazione più conosciuta è la Sagra della Pezzata, che ogni anno, la prima domenica di agosto, celebra un antico piatto di pastori. La carne di pecora viene cotta in grandi paioli, schiumata, quindi privata del grasso e condita con erbe aromatiche, patate e pomodoro.
Altre ricorrenze da ricordare sono: la festa di San Sebastiano, patrono del borgo, che si svolge il 13 luglio con la tradizionale processione delle reliquie del Santo, che furono portate qui proprio in questa data nel 1676. La festa è preceduta da una settimana di eventi religiosi e storico-culturali.
Da rimarcare la già citata festa della Madonna del Loreto, che si svolge ogni tre anni nei giorni 7, 8 e 9 settembre, in cui la statua della Madonna viene portata in processione accompagnata da una sfilata di cavalli riccamente ornati.
Quanto alle specialità gastronomiche del luogo, un posto di eccellenza spetta certamente ai formaggi (pecorino, caciocavallo, stracciata, ricotta), che vengono esportati in tutto il Molise e nelle regioni limitrofe.
Capracotta è il luogo ideale per chi, come me, appassionato di storia, o amante della natura, o semplicemente in cerca di un rifugio per l’anima, voglia essere accolto per vivere un’esperienza di vita semplice, ma piena di valori e sapori antichi che rivivono nel presente della comunità e sono la garanzia per il suo futuro.
Francesca Valente



