MOLISANI NEL MONDO

IMPRESE INNOVATIVE E RUOLO DELLE UNIVERSITÀ

L’esempio della Svizzera

Recentemente il Politecnico federale di Zurigo (ETH) ha pubblicato un rapporto sulle proprie spin-off che offre una interessante panoramica su queste realtà.Le spin-off universitarie sono aziende innovative nate, nel caso specifico, dall’iniziativa di studenti, dottorandi o ricercatori per industrializzare progetti di ricerca o brevetti sviluppati all’interno dell’ateneo, in sostanza trasferire il know-how tecnologico dall’accademia all’industria.

In questo senso l’ETH agisce da vero e proprio incubatore delle proprie spin-off, aiutando i giovani imprenditori a muovere i primi passi nel mondo dell’industria. Infatti, nei primi anni di vita, tipicamente le aziende che lavorano su prodotti o servizi ad elevato contenuto tecnologico sono in costante perdita, dovendosi focalizzare prevalentemente sullo sviluppo del prodotto piuttosto che sull’incremento del fatturato. L’ETH aiuta in questo senso i fondatori delle spin-off, dando loro la possibilità di usufruire di spazi di lavoro, laboratori, officine, risorse informatiche messi a disposizione dall’università a condizioni molto agevolate. Inoltre, sono previsti contributi diretti per le idee più promettenti, oltre che un prezioso supporto nel mettere in contatto le nuove realtà con potenziali investitori.

I frutti di questa politica sono evidenti dai numeri presentati dall’istituto. Negli ultimi 50 anni l’ETH ha «incubato» 615 spin-off, di cui 530 ancora attive, tra cui quattro cosiddetti “unicorni” (ovvero aziende il cui valore supera il miliardo di USD). Solamente nell’ultimo anno (2024) queste società hanno raccolto sul mercato 425 mln di USD di nuovi capitali, mentre ne sono nate ben 37, con una tendenza in continua crescita. Infine, oltre il 90% degli spin-off risulta ancora attivo dopo i primi cinque anni dalla fondazione.

I settori industriali più rappresentati nelle nuove realtà imprenditoriali sono: l’ICT (information & communication technology), ove vi è da segnalare un exploit nell’ultimo anno di spin-off attive nel campo dell’intelligenza artificiale; le biotecnologie e la farmaceutica, settori nei quali la Svizzera primeggia sia con diverse aziende multinazionali che con una miriade di piccole e medie aziende altamente innovative; infine l’aerospazio e la meccanica, che vede crescere in particolare al suo interno il peso della robotica.

Interessante anche notare come i fondatori delle aziende siano in maggioranza stranieri, di cui un interessante 6% di italiani, in linea con la forte vocazione internazionale dell’ateneo ed in generale della città di Zurigo. Meno degna di nota risulta invece la divisione di genere dei nuovi imprenditori, ove la presenza femminile, al 14%, risulta ancora decisamente troppo bassa.

Se da un lato il Politecnico di Zurigo è stato un pioniere in Europa nella creazione di spin-off universitari, fortunatamente anche l’Italia, dove si segnalano diverse rilevanti iniziative dei nostri più prestigiosi atenei, negli ultimi anni ha decisamente accelerato il passo.

Ad esempio, il Politecnico di Milano, che può già contare su 75 spin-off, pone tra i suoi obbiettivi strategici proprio quello di valorizzare la ricerca scientifica ed il conseguente trasferimento tecnologico. Per perseguire in modo ancora più efficace questo scopo è nato il PoliHub, il parco scientifico e acceleratore di start-up gestito dalla fondazione del Politecnico, che funge appunto da incubatore di start-up ad alto contenuto tecnologico, supportando le nuove aziende nell’accesso al capitale, fornendo loro consulenza in tutti gli ambiti di interesse (dai temi brevettuali a quelli fiscali), mettendole in contatto con esperti e investitori in un ambiente di lavoro comune, con una logica quindi molto simile a quella vista per l’ETH.

Volgendo lo sguardo più a sud si segnala infine Campania New Steel, un incubatore nato dall’iniziativa della Città della Scienza e dell’Università Federico II di Napoli, che si presenta come strumento sia in grado di connettere start-up e spin-off esistenti che di supportarne la nascita di nuove, sfruttando le eccellenze in termini di ricerca dell’ateneo Federico II.

Giovanni Iasonna, Zurigo

Ingegnere chimico, vive a Dietikon (Svizzera), alle porte di Zurigo. Nato a Roma da madre di Jelsi e padre di Campobasso, è molto legato al Molise, dove si reca appena possibile.