UN MOSAICO PER IL GIUBILEO: BELLEZZA E MEMORIA PER CAMPOBASSO

UN’OPERA GIOVANILE CELEBRA IL GIUBILEO CON ARTE E FEDE

Se i passanti per via Mazzini voltano lo sguardo verso il giardino della Curia, troveranno una sorpresa piacevole: un mosaico per il Giubileo. È stato realizzato per la donazione di un sacerdote salesiano, Don Giovanni Carnevale, per il coinvolgimento dell’Associazione «Sopraitetti APS» e l’opera degli alunni della IIIª B del Liceo Artistico Manzù di Campobasso, coordinati dalla prof.ssa Teresa Mastrangelo.

Il Liceo, sotto la guida del preside Antonello Venditti e della vice preside prof.ssa Patrizia Oriente, nonché della prof.ssa Maria Cirelli, delegata al settore PCTO, già da vari anni promuove lodevolmente la collaborazione con l’Arcidiocesi per lavori a carattere religioso.

All’inaugurazione, avvenuta il 10 maggio 2025, uno degli alunni ha illustrato la genesi ed il significato del mosaico:

«Prima di illustrarvi il mosaico, vorremmo citare le parole di Papa Francesco durante la sua omelia per il Giubileo degli artisti: «Ma a che serve l’arte in un mondo ferito? Non ci sono forse cose più urgenti, più concrete, più necessarie? L’arte non è un lusso, ma una necessità dello spirito. Non è fuga, ma responsabilità, invito all’azione, richiamo, grido. Educare alla bellezza significa educare alla speranza».

Il nostro mosaico vuole trasmettere un messaggio di speranza, rappresentando la Porta Santa, situata nella Basilica di San Pietro, che si apre ogni 25 anni in occasione del Giubileo. Ad aprirla è proprio il Papa, che abbiamo raffigurato in bianco, simbolo di purezza e di rinascita. I raggi, collocati tra un paesaggio verde e il cielo, simboleggiano un rinnovamento spirituale, mentre le mani, in primo piano, richiamano persone di diverse nazionalità che aprono il loro cuore al nuovo anno giubilare e sperano in un mondo più ricco d’amore e perdono.

L’opera intende rappresentare il momento più significativo del Giubileo, arricchito da presenze di uno sfondo e da elementi simbolici che aiutano a capire l’importanza di questo evento religioso, le cui radici affondano nel ‘400.

L’apertura della Porta può essere intesa come un’occasione di grazia e salvezza, che proietta nel futuro la speranza di un’umanità nuova, più aperta, tollerante e giusta.

Inoltre, il Papa rappresentato di spalle, nell’atto di spalancare le ante della Porta, diventa simbolo tra l’uomo e Dio».

La cerimonia dell’inaugurazione è stata completata con l’intervento del preside Antonello Venditti, che si è complimentato con i ragazzi per l’ottimo lavoro ed ha rinnovato la collaborazione del Liceo con l’Arcidiocesi per progetti futuri.

La conclusione, con l’intervento del Vescovo e la sua benedizione al monumento e ai presenti, ha coronato questa suggestiva mattinata di maggio. Un suo pensiero particolarmente efficace è stato quello di proiettarsi nel tempo, quando i ragazzi di oggi, adulti domani, passando per via Mazzini, potranno dire al figlioletto: «Guarda quel mosaico, l’ha fatto papà (o mamma)».

Un sentimento di sereno orgoglio per aver contribuito a dar lustro alla città in un anno speciale come è quello del Giubileo.

Don Michele Novelli