IL RAPPORTO FACE TO FACE È FONDAMENTALE NELLA RELAZIONE UMANA

INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA INNOVAZIONE E RESPONSABILITÀ

Utilizzare l’intelligenza artificiale per stare al passo con i tempi odierni. Questo in sostanza il concetto che è emerso dall’incontro dell’11 maggio tenutosi nella sala “Santa Chiara” della chiesa di san Pietro apostolo a Campobasso. Il relatore è stato il dott Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, che vanta un ricco curriculum, descritto da padre Florin Gheorghita, parroco della chiesa. L’evento ha visto la presenza di rappresentanti delle varie parrocchie ed è stato interessante anche per il confronto sia tra i partecipanti che tra questi e il relatore. Diversi gli ambiti toccati: la famiglia, con particolare riferimento ai giovani e la fede rispetto ai social e all’intelligenza artificiale. Cantelmi, padre di cinque figli e molisano d’adozione, avendo sposato una campobassana, ha aperto il convegno narrando la storia di Eutico, giovane accudito da San Paolo che, annoiato dalla lunghezza del racconto del santo, cade dal terzo piano e muore. Questa vicenda biblica per sottolineare quanto oggi i giovani siano messi ai margini e che visione sminuente si tende ad avere di loro. Del resto, questo pensiero risale a Socrate (470 a. C.) e, prima ancora, a 3000 anni fa, quando su una tavoletta babilonese si lesse la scritta che i giovani erano maligni e pigri. Questa idea deve essere contrastata e non bisogna esprimere giudizi con leggerezza. È necessario dare fiducia ai nostri figli, è un monito indirizzato in primis ai genitori. La prima questione posta è quella dell’utilità dell’intelligenza artificiale. Lo strumento è certamente valido ed estremamente innovativo. A questo proposito, il relatore ha mostrato un’immagine dell’ultimo umanoide presentato a Hanoi, in Vietnam. Il robot Sofia è in grado di riprodurre più di 62 espressioni umane e ha un bagaglio di informazioni che la rendono capace di sostenere agilmente conversazioni. Poi Aida, chiamata così in onore della matematica britannica Ada Lovelace. Una ragazza robot, con i capelli lunghi e scuri che disegna e muove gli occhi. Il rischio dell’utilizzo di strumenti così spinti dal punto di vista tecnologico, è quello illustrato con la metafora del pesce rosso. Potrà l’intelligenza artificiale prendere il controllo completo sugli umani? L’auspicio è che si trovi una soluzione intermedia ed equilibrata.

Papa Francesco ha espresso sempre un giudizio cauto sulla robotica: essa può rendere possibile un mondo migliore se è volta al bene comune. Questo pensiero viene ripreso da papa Leone XIV, il quale sostiene che l’intelligenza artificiale ha un potenziale immenso, ma richiede responsabilità e discernimento affinchè questi strumenti siano orientati a creare benefici a tutta l’umanità.

Lo psichiatra ha coinvolto la platea che gli ha posto diversi interrogativi, oltre a esprimere giudizi quasi sempre negativi sull’intelligenza artificiale. L’uso improprio che si potrebbe fare di questo strumento tecnologico suscita preoccupazione e paura. Il professionista ha spiegato che sicuramente non si potrà sostituire all’uomo nella confessione, come temuto dal parroco. Il rapporto face to face è fondamentale nella relazione umana. Da studi effettuati sul comportamento dei giovani dopo il periodo covid, è emerso che i ragazzi sono più angosciati e l’intera umanità soffre di più. La depressione sta diventando la più grande causa di invalidità al mondo. Il senso di esasperazione esistenziale si colma, afferma lo psichiatra, soltanto con l’umano. Non è dunque pensabile che la telematica possa sostituire l’uomo. Così come non è possibile che l’intelligenza artificiale possa decidere autonomamente di uccidere una persona. Tutti gli algoritmi hanno delle barriere etiche, che non possono assolutamente essere superate.

Nella medicina l’intelligenza artificiale è di grandissima utilità perché fornisce risposte diagnostiche con grande rapidità, ma è sempre necessario l’intervento dell’uomo perché talvolta le informazioni non sono vere. Questo a dimostrazione del fatto che essa si basa su un sistema algoritmico, molto probabilistico.

In conclusione, è necessario che la generazione dei predigitali, che ormai è in via di estinzione, faccia in modo che i giovani non perdano quello che hanno dentro e quindi, tutte le passioni tristi come paura, incertezza, dubbio, disistima, si allontanino dai loro pensieri. Ciò è possibile solo stando loro accanto, mettendosi in ascolto, anche correggendone l’operato talvolta sbagliato. È necessaria, però, grande cautela, come nel gioco dello Shangai, cioè togliere il bastoncino senza fare muovere gli altri.

Mariarosaria Di Renzo