LA PREZIOSA EREDITÀ EDUCATIVA DI PAPA FRANCESCO

UNA PASSIONE ANTICA E SEMPRE NUOVA

Papa Francesco nel suo più che decennale pontificato ci ha lasciato molte eredità. Eredità spirituali, etiche, pastorali (pensiamo al lungo processo in fase finale di sinodalità mondiale), economiche (il movimento giovanile, anch’esso mondiale, the Economy of Francesco per una economia del Vangelo inclusiva), ma soprattutto un appassionato e continuo impegno nel campo basilare dell’educazione.

Un’educazione concepita a tutto campo: integrale per la persona, globale per il mondo, formale ed informale per i suoi molteplici aspetti. Animata sempre da un particolare zelo: premuroso fattivo. Da lui stesso subito, già dal primo anno di pontificato, dichiarato ad una rappresentanza nazionale della scuola italiana in un grande incontro a Piazza San Pietro: io amo la scuola, io l’ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da vescovo! Tutta la scuola: piccoli e grandi, insegnati e personale non docente, alunni e genitori, statale e non. Amo la scuola perché mi hanno insegnato ad amarla. Prosegue: amo la scuola, primo motivo, perché quella donna, quella maestra prendendomi a 6 anni mi ha fatto amare la scuola. Sono andata a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui a 98 anni è mancata.

Che autorevole attualissima lezione per non poche maestre! Già in queste prime pubbliche attestazioni, si intravedono chiaramente i capisaldi del credo educativo di Papa F. Infatti, prosegue: amo la scuola perché ci insegna a capire la realtà, perché impariamo ad imparare per sempre come insegnava un grande educatore e prete italiano Don Lorenzo Milani: Amo la scuola perché forma la cultura dell’incontro per conoscerci, amarci, per camminare insieme, per farci amare la vita, per farci aprire alla pienezza della vita. Parole toccanti che richiamano, gli educatori, gli studenti, i loro genitori e i vari operatori della scuola, alle parole stesse di Gesù Buon Pastore: io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv.10,10). Abbondanza di vita donata in abbondanza di amore. Tematica che Papa Francesco sviluppa nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium.

Questa presentazione ufficiale della sua carta d’identità educativa introduce magistralmente in tutto lo spessore e l’originalità della visione formativa di Papa F. secondo il discernimento del suo tempo, pur rimanendo fedele ai relativi documenti dei suoi predecessori. Proclamata, proposta e riproposta continuamente nei numerosi discorsi durante incontri con il mondo della scuola e dell’università, a metà pontificato si coagula nel Patto Educativo Globale.

Davvero Globale per i destinatari e le finalità. Un’iniziativa rivolta agli operatori che operano nel campo dell’educazione a tutti i livelli disciplinari e della ricerca, a personalità pubbliche mondiali, ai giovani, a ciascuno per coltivare insieme il sogno di un umanesimo solidale rispondendo alle attese dell’uomo e al disegno di Dio. Tutto detto auspicato e proposto sempre con il tipico stile empatico di Papa F. intessuto di semplicità francescana (quanto su misura è stato il nome da lui scelto!) e del carisma educativo proprio dei gesuiti. La parresia alla quale ci ha sensibilizzati, lo porta a denunciare anche la insoddisfacente situazione finanziaria degli educatori mal pagati. Per questa ragione li ringrazia doppiamente.

LE TAPPE PIÙ SIGNIFICATIVE

Ripercorriamo le tappe più importanti della sua carriera educativa che viene da lontano, molto prima del suo pontificato. Inizia da quando giovanissimo gesuita in un liceo di Buenos Aires come docente di letteratura coinvolge, già aperto ad una concezione didattica dinamica creativa e contraria all’indottrinamento, persino il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges. Questa esperienza scolastica e l’amore per la lettura di romanzi e poesie lo porterà, quasi alla fine del suo pontificato nell’agosto 2024, a pubblicare una lettera sul valore della letteratura nel cammino di maturazione personale. Questa e ancor più la Costituzione Apostolica Veritas Gaudium circa le Università e le Facoltà Ecclesiastiche del 2017, sono infondo gli unici documenti specifici scritti riguardanti l’educazione scolastica e accademica. Una particolare attenzione educativa ha sempre rivolto ai giovani. Del suo ricchissimo patrimonio documentale, una esortazione apostolica è dedicata Christus Vivit interamente ai giovani, a ciascun giovane cristiano: Lui vive e ti vuole vivo (n°1). E solo di riflesso a tutto il popolo di Dio, giacché i giovani costituiscono una pietra miliare del cammino sinodale (n°9). Il resto della sua continua ed appassionata vicinanza al mondo della scuola, della cultura e della educazione è espresso con discordi durante incontri ed eventi dei numerosi viaggi apostolici o videomessaggi. Nemmeno il culmine pedagogico della sua cattedra il Patto Educativo Globale, fa eccezione. E l’intera pastorale dei Papa F. è stata sempre connotata da una profonda vocazione educativa: negli incontri con gli sportivi, con gli artisti, con gli zingari (numerosissimi più di settemila), con i circensi esibiti in Vaticano. Animata tutta dal cuore del suo pontificato: la Chiesa in uscita dell’Evangelium Gaudium (n°24). Perciò, in molte occasioni, esorta anche i docenti di ogni ordine e grado, di uscire dalle mura asfittiche del tecnicismo intellettualista che impoverisce l’educazione formale diventando selettiva, esclusiva per pochi (bisognerebbe interrogare a proposito il nostro Ministro dell’Istruzione che al suo Ministero ha aggiunto del Merito: quale Merito?).

Un vero e proprio cambiamento d’epoca e non soltanto un’epoca di cambiamento (Veritatis Gaudium n.3) come Papa F. definisce efficacemente il nostro tempo, esige l’apertura dell’educazione a nuovi orizzonti, alla creazione di nuovi e più fraterni modelli antropologici. Perciò indica le tre strade dell’educazione: il linguaggio della testa, del cuore e delle mani. E ribadisce che la vera scuola deve insegnare non solo concetti, ma valori sani e virtuose abitudini. Cioè un umanesimo integrale che solo apre, nel cuore di bambini, dei ragazzi, dei giovani, le porte a Cristo. E porta esempi, non teorie. Spesso si riferisce a due grandi missionari dell’educazione: San Giovanni Bosco e Don Milani.

Arrampicandosi fra le montagne del Mugello, va in uscita anche lui per recarsi nella sperduta Barbiana a rendere omaggio sulla tomba di Don Milani e a visitare la singolare e famosa scuola. Qui rivolgendosi agli educatori di ragazzi disagiati presenti: la vostra è soprattutto una missione di amore, piena di ostacoli, ma anche di gioia per la crescita di una coscienza libera che è ai giovani presenti, ricerca del vero, del bello e del bene, pronti a pagare il prezzo che ciò comporta.

In uscita, anche nell’Incontro con i docenti e gli studenti dell’Università di Bologna: continuate ad essere, come fate da quasi mille anni laboratorio di umanesimo, cantieri di speranza, sognate voi radice dell’università europea un nuovo umanesimo europeo che non inquinato più dal consumismo culturale sia strumento di pace per il mondo.

Cinque anni dopo, in occasione della XXXVII giornata Mondiale della Gioventù, visitando l’Università Cattolica di Lisbona, si congratula con i docenti e gli studenti per l’aggiornamento della nuova cattedra dedicata alla Economia di Francesco, mentre ribadisce l’urgenza educativa di una nuova ecologia: l’ecologia integrale dell’Enciclica Laudato Sì. Il Patto Educativo Globale è la risposta profetica del suo Pontificato. Per la sua ricchezza e attualità educativa sarà oggetto di un prossimo articolo. Adesso Papa F. preghiamo noi a te di intercedere per il nostro tormentato mondo affinché la tua preziosa eredità educativa cominci a trovare attuazione dovunque, come nella Università di Lisbona.

Rosalba Iacobucci