Treccani definisce letteralmente la tenerezza come un senso di commozione che si prova nei riguardi di altre persone per amore, compassione, affetto e via discorrendo. Un sentimento autenticamente genuino che ti stringe nella profondità del cuore e ti invita a guardare l’altro non con durezza, con cattiveria, ma con estrema dolcezza, amabilità e grazia.
Della tenerezza nelle relazioni si è parlato diffusamente e con appropriatezza di linguaggio lo scorso mese di marzo, in una affollata assemblea tenutasi presso l’oratorio Santa Chiara della parrocchia di San Pietro Apostolo in Campobasso, promossa dai frati minori conventuali. Ed è stato proprio il parroco, nonché guardiano della struttura religiosa di via Basilicata, frate Bogdan Florin Gheorghita, meglio conosciuto semplicemente come padre Florin, a presentare la lodevole iniziativa, che ha richiamato presso gli ampi locali sottostanti la Chiesa un numero considerevole di persone: giovani, meno giovani, coppie e single, cattoliche e non. Tutte con lo stesso intendimento: immagazzinare quanto più possibile gli ingredienti per confezionare amore da riservare all’altro.
È stata davvero una piacevole sorpresa registrare un afflusso consistente di uditori, non solo campobassani, ma provenienti anche da tutto il territorio provinciale, a testimonianza del fatto che quando sul piatto della bilancia si pesano argomenti di particolare interesse, si partecipa con infinito entusiasmo e con il forte desiderio di apprendere nozioni da diluire nel corso della propria esistenza, in specie nei confronti del prossimo. Se poi si abbina alla importante tematica un illustre relatore, che i frati conventuali hanno individuato nella figura di don Carlo Rocchetta, sociologo e fondatore della Casa della tenerezza di Perugia, esperto di pastorale familiare e psicologia di coppia, si capisce perché alla manifestazione ha preso parte un esercito di uomini e donne.
Don Carlo ha deliziato la platea con chicche di saggezza e sapienza, che hanno evidenziato naturalmente, in primis, una padronanza della materia sia nei contenuti che nel linguaggio, e poi una esposizione semplice ed efficace, comprensibile a tutti. Una testimonianza, quella di don Carlo, che ha abbracciato dal punto di vista sociologico e psicologico a trecentosessanta gradi un aspetto fondamentale da mettere in campo allorquando si vanno a sviluppare relazioni di qualsiasi tipo con l’altro o con gli altri.
È stato davvero un piacere ascoltare il frate perugino, che ha distribuito meravigliose perle da custodire gelosamente nel proprio cuore e dispensarle al momento opportuno nei rapporti familiari o di altra natura. Il tutto condito da un messaggio che deve avere alla base, ovviamente, l’attenzione amorevole per l’interlocutore di turno. Don Carlo ha ruotato il suo discorso intorno al dolore, alla paura e alla tristezza, tre sentimenti che ovviamente stridono con la tenerezza e che rappresentano il suo contrario, in fatti di stato d’animo. Chiaramente, tutti gli intervenuti sono usciti dall’incontro con un bagaglio di esperienza fatto di conoscenza, che certamente sarà utile lungo il percorso della vita, nel misurarsi con i propri simili. In piena Quaresima, dunque, i frati romeni hanno voluto confezionare un particolare regalo per i propri parrocchiani e non, acclarando, tra l’altro, una presenza sul territorio preziosa e significativa. Un evento da mettere in vetrina, come un trofeo conquistato con pieno merito.
Certamente, tutti, alla conclusione della brillante iniziativa, avranno fatto tesoro di come la tenerezza può essere una importante arma per combattere i sentimenti che scaturiscono dall’odio, dalla durezza di cuore, dalla stessa cattiveria.
Don Carlo ha indicato con precisione, semplicità e puntualità le modalità da seguire. Occorre solo metterle in pratica e fare in modo che anche l’altro possa raggiungere gli stessi obiettivi, votati al bene, all’affetto e non ad altro. Un grazie particolare alla fraternità di San Pietro Apostolo che ha voluto omaggiare i presenti per tanta GRAZIA.
Michele D’Alessandro