
Dal 27 al 30 ottobre 2025 Roma ha ospitato il Giubileo del Mondo Educativo, un evento internazionale che ha riunito studenti, docenti e dirigenti scolastici provenienti da tutto il mondo per riflettere insieme sui temi del futuro, della speranza e della formazione.
Anche il Molise era presente! Ha vissuto da protagonista la giornata del Giubileo del Mondo Educativo del 30 ottobre in Vaticano, nell’Aula Paolo VI: un’esperienza intensa e ricca di emozioni che ha unito studenti, docenti accompagnatori, dirigenti e autorità scolastiche del Molise in un momento di grande partecipazione e condivisione.
A rappresentare la Regione sono state le scuole “Marconi Pilla”, “D’Ovidio” e “Montini” di Campobasso, gli istituti “Majorana Fascitelli” e “Cuoco Manuppella” di Isernia, la Consulta Provinciale degli Studenti e una delegazione dell’Ufficio Scolastico Regionale.
Nell’Aula Paolo VI il Santo Padre Leone XIV ha accolto in udienza tutti i partecipanti. I nostri ragazzi, pieni di entusiasmo e curiosità, attendevano con grande gioia e desiderio di ascoltare le parole del Papa, consapevoli dell’importanza di quel momento. Hanno avuto l’onore di incontrarlo, di stringergli la mano e, soprattutto, di poter accogliere il suo messaggio, rivolto con affetto e speranza a tutti gli studenti e agli educatori presenti.
“Educare è un atto d’amore che trasforma la vita.” Con queste parole il Santo Padre ha invitato insegnanti e formatori a vivere la loro missione come servizio di crescita e cambiamento. Da ex insegnante, ha esortato a “educare col sorriso” andando incontro ai fragili e agli esclusi, perché solo l’amore rende l’educazione feconda. Ha ricordato che educare non significa solo trasmettere saperi, ma farsi prossimi agli studenti, riconoscendo e accompagnando le “fragilità silenziose” presenti nel mondo della scuola, promuovendo un’educazione capace di cura, dialogo e umanità.
Rivolgendosi agli studenti, il Santo Padre ha lanciato l’invito forte e profondo: “Siate stelle di speranza”, e ha citato il motto di Pier Giorgio Frassati: “Vivere senza fede non è vivere, ma vivacchiare.” Ha invitato gli studenti a “puntare in alto”, a coltivare sogni grandi e autentici, a non accontentarsi delle apparenze o dei piaceri fugaci, ma a desiderare una vita piena, ricca di senso e di bellezza. “Alla vita piena, non al semplice andare avanti” – ha detto il Pontefice, esortando i giovani a nutrire nel cuore il desiderio di “qualcosa di più grande”, capace di dare direzione e luce ai propri sogni.
Ha ricordato che l’educazione è uno strumento potentissimo per cambiare il mondo: ogni studente non è spettatore, ma protagonista del proprio tempo, chiamato a costruire la verità e la pace. Anche nell’era digitale – ha ammonito – occorre vigilare: “Non lasciare che l’algoritmo scriva la tua storia!” La tecnologia, infatti, va usata con intelligenza e cuore, come spazio di fraternità, non di isolamento. Il Papa ha poi insistito sull’importanza di formarsi anche interiormente: conoscere molte cose non basta, se non si sa chi si è, se non si sa ascoltare il proprio cuore. L’educazione autentica – ha spiegato – fa brillare la luce che ognuno porta dentro. Ogni studente è una stella, ma insieme formiamo una “costellazione di speranza”. Infine, l’invito a puntare lo sguardo verso Cristo, il “Sole della giustizia”, unica vera guida capace di illuminare il cammino della vita.
Le parole del Santo Padre, accolte con profonda emozione dai nostri giovani studenti, hanno risuonato come invito luminoso a guardare al futuro con fiducia, a credere nei propri sogni e a impegnarsi nello studio con cuore e passione. Il Papa ha ricordato ai ragazzi che la scuola non è solo il luogo in cui si impara a pensare, ma anche la casa dove si cresce nell’amore, nel rispetto e nel desiderio di costruire insieme un mondo più giusto e solidale.
Il suo messaggio ha toccato i cuori di tutti, accendendo nei giovani la speranza e la voglia di essere protagonisti di un cambiamento positivo, nonché testimoni di pace e di bene. Nell’Aula Paolo VI si respirava un’atmosfera speciale, colma di gioia e di comunione: migliaia di volti, di sorrisi, di sguardi pieni di luce, uniti dalla stessa speranza di poter rendere il mondo un luogo più bello, a partire dai loro ambienti di vita e di studio.
Dopo l’udienza, i ragazzi hanno vissuto un momento di profonda spiritualità: il passaggio attraverso la Porta Santa di San Pietro. Partiti da Piazza Pia e accompagnati dai volontari, in pellegrinaggio portando la croce con raccoglimento e devozione. Un cammino di fede e di comunità: attraversare quella soglia è stato per loro un gesto di fede e di rinnovamento, vissuto in un silenzio carico di emozione e di gratitudine. All’interno della Basilica, tutti si sono raccolti per qualche istante, consapevoli di aver vissuto un’esperienza intensa e ricca di significato. Per molti di noi ha costituito l’occasione per riflettere sul significato della fede, del perdono e dei valori che guidano la vita quotidiana e la possibilità di riscoprire il prezioso patrimonio culturale e religioso che ci circonda: chiese, basiliche e luoghi storici che custodiscono la memoria, la fede e la bellezza della nostra tradizione.
La partecipazione degli studenti al Giubileo – evento che ci ha invitati a guardare in alto e a impegnarci ogni giorno per costruire un mondo più giusto, vero e fraterno – è stata un’esperienza importante, di quelle che lasciano il segno. I nostri giovani brilleranno insieme come una costellazione di luce e di fede, per citare il Santo Padre.
Porteranno nel cuore l’atmosfera di comunione vissuta a Roma e, soprattutto, le parole del Papa affinché “la scuola e la fede possano davvero camminare insieme, illuminando il mondo”, hanno detto i ragazzi ritornando da Roma.
E io sono convinta che questo viaggio continuerà nei loro cuori, perché la vera meta del pellegrinaggio è la scoperta di una fede viva e capace di illuminare la vita: quella che si porta dentro.
Rosaria Gennaro



