
A che punto è la nostra notte?
La notte della profonda crisi geopolitica attuale, scossa e sempre più minacciata, per estensione e potenza nucleare, da focolai di guerra senza precedenti? Non solo in Medio Oriente (ormai Medio Moriente lo definisce il vignettista Graz perché gli israeliani nella Striscia di Gaza sparano persino sulle lunghe file di chi è in attesa di ricevere un pugno di farina), non solo in Ucraina, ma stragi di donne e bambini nel Sudan, dove le bombe piovono anche sugli ospedali.
Il doppio attacco di Israele e USA nel mese scorso contro l’Iran per difesa dalla fabbricazione della bomba atomica, secondo la loro retorica politica, in realtà ha causato solo, senza annientare il progetto iraniano nucleare, circa mille vittime e più di 3.500 feriti (ONG iraniana Hrana), con l’aggiunta di 30 soldati israeliani.
Poi il riarmo che l’America ha imposto all’Europa nell’ambito della NATO: il 5% del PIL per la spesa militare nei prossimi dieci anni. Una cifra miliardaria da capogiro che non sarà certo a favore del welfare, già molto impoverito per noi italiani super indebitati. Basti pensare che alla spesa universitaria viene assegnato a stento l’1% del PIL, al di sotto della media europea (recente indagine del Governatore della Banca d’Italia), costringendo fior di cervelli italiani a fuggire all’estero.
Alla lista nera, in tutto più di 50 nazioni, del male assoluto che ha infestato la terra, si deve aggiungere l’irrilevanza degli organismi internazionali (ONU-NATO). Nati dopo lo sfacelo della Seconda Guerra Mondiale come presìdi di pace in difesa dei diritti dei popoli e delle popolazioni inermi, non sono più fedeli allo spirito e alle finalità istitutive. Addirittura le hanno tradite, come l’America – la più grande dell’Alleanza Atlantica – che insieme a Israele è passata all’attacco della guerra.
Il suo predominio politico, la complicità degli alleati (ha protestato per l’imposizione del riarmo solo la Spagna), i silenzi di convenienza hanno imposto la legge del più forte: è tornata attiva nel XXI secolo la legge della giungla.
Quella di Papa Leone è l’unica voce mondiale che con autorevolezza si è alzata. Ha stigmatizzato la drammatica situazione attuale come una veemenza diabolica mai vista prima. Unico anche a denunciare il doppio attacco contro l’Iran: una chiara violazione del diritto internazionale. È la più alta Sentinella di Dio che, insieme a precisare a che punto è la notte (Is 21,11), ci conduce verso il mattino: viene il mattino (Is 21,12).
Lo proclama chiaramente già nell’omelia della Messa iniziale del suo ministero petrino: Questa è l’ora dell’Amore. Annuncio solenne. Messaggio più vero ed evangelico, essenziale ed impellente, non poteva dare al mondo tenebroso di oggi! Esplicitando chiaramente il suo programma di governo universale della Chiesa: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato.
Fermento faticoso, ma altrettanto vittorioso per chi autenticamente si mette a servizio del bene comune. Non ci sprona Gesù ad essere un pizzico di lievito evangelico nella pasta del mondo per trasformarlo? (Mt 13,33).
Lievito di pace disarmata e disarmante, ci ripete Papa Leone. Contagiosa: fa deporre le armi anche ai violenti. Altro che necessità della deterrenza e del riarmo per assicurare la pace!
Ai politici credenti, con il suo stile preciso e radicale, raccomanda che la pace non è una utopia spirituale, bensì l’impegno chiaro per l’attuazione di politiche non violente: se vuoi la pace, prepara politiche non violente.
La sentinella del verso 12 aggiunge: viene il mattino se cercate davvero: cercate, ritornate, venite.
Davvero ri-spunta sempre il mattino anche dopo le notti più scure.
Davvero: un avverbio decisivo e molto impegnativo, soprattutto in questo Anno Santo della Speranza che Isaia, il profeta della Speranza cristiana, dell’Emmanuele, del Dio con noi (Is 7,14), ci ripropone in tutta la sua impellente necessità.
Sollecitazione che è stata raccolta dal mondo associativo cattolico con la Campagna per l’istituzione del Ministero della Pace.
Rosalba Iacobucci



